Articolo di Fabio Lombardi | Foto di Roberto Finizio
“Milan, you’re an Empire” sono queste le parole scandite a gran voce da Tom Meighan durante la trionfale tappa milanese del 48:13 Tour dei Kasabian. Una frase di circostanza bella e buona da dare in pasto alle folle di mezzo mondo; un’affermazione forte e pregna di significato figlia del legame viscerale che lega la band di Leicester al nostro Paese.
Eppure sono passati solo cinque anni dalla prima esibizione di rilievo dei Kasabian sul suolo italiano. Prima di calcare il palco dell’I-Day Festival 2009, Meighan e soci non erano che profeti in patria: bravi, sì, ma troppo futuristici con i loro rock “elettro-psichedelico” per riuscire a sfondare anche nel Bel Paese.
E, invece, eccoci qui a narrare l’atto più recente di una storia cominciata in una notte di fine estate, nata sulle ceneri dell’impero dei fratelli Gallagher. Un amore esploso all’improvviso, che ha catapultato i ragazzi di Leicester dall’asfalto bollente dell’arena di Rho alle luci sfavillanti del Forum di Milano.
Rispetto a quella prima volta, sono cambiate molte cose: da una maggiore cura dei dettagli alla massiccia presenza di gregari a supporto della band, come il quartetto d’archi tutto femminile in total black. Quella che rimane immutata è, invece, l’empatia che ogni qualvolta scatta tra la band e il pubblico: il quinto uomo sul palco, giusto per citare un gergo del mondo del pallone, tanto amato da Pizzorno e compagni.
L’inizio dello show è da urlo. Bumblebee è proprio come te l’aspetti: un concentrato di potenza, capace di far schizzare in piedi anche i fan posizionati negli angoli più remoti del palazzetto. Seguono a ruota Shoot the Runner e Underdog, quest’ultima divenuta oramai un inno, con tutto il pubblico del forum in piedi con le braccia protese verso il palco.
Lo show prosegue a ritmo serrato in un continuo botta e risposta tra presente e passato della band. Accanto ai classiconi, trovano spazio anche i nuovi pezzi dell’ultimo album. Tra questi, i più incisivi si dimostrano quelli più “hard” come Eez-Eh, diventata in pochi mesi un’autentica hit, e Stevie, maestosa all’apertura dell’encore.
In totale sono oltre una ventina i pezzi eseguiti: una scaletta ampliata per l’occasione – come peraltro già avvenuto nel corso della data romana – con l’inserimento di Man of Simple Pleasures e Goodbye Kiss: due pezzi tratti da Velociraptor! particolarmenti apprezzati dai presenti. A tutto questo si aggiunge anche la cover della colonna sonora del film Ghostbuster: un omaggio alla notte di Halloween ma soprattutto a Harold Ramis, l’attore spentosi proprio all’inizio di quest’anno che nel film del 1984 diede volto e voce al cervellone Egon.
Così come cinque anni fa, anche a questo giro la chiusura spetta a L.S.F (lost souls forever). In questo lasso di tempo, così breve ma così intenso, i profeti di Leicester hanno trovato nel nostro Paese la loro dimensioni ideale, la loro casa, anzi… il loro impero.
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Scaletta KASABIAN – Milano 1 Novembre 2014
(shiva)
bumblebeee
Shoot the Runner
Underdog
Where Did All the Love Go?
Days Are Forgotten
clouds
eez-eh
Man of Simple Pleasures
bow
Neon Noon
Club Foot
Re‐Wired
treat
Switchblade Smiles
Empire
Ghostbusters (Ray Parker Jr. cover)
Fire
– – – – – – –
stevie
Vlad the Impaler
Goodbye Kiss
Praise You (Fatboy Slim cover)
L.S.F. (Lost Souls Forever)
(All You Need Is Love Tom solo snippet at the end)

