Articolo di Cecilia Passetto | Foto di Marco Arici
Ricordi la prima volta che sei stato allo Stadio di San Siro? Blanco sicuramente questa sua prima volta la ricorderà. Ha già calcato il palco dello Stadio l’estate scorsa, ospite del concerto di Salmo, ma questa volta è il protagonista indiscusso e l’attenzione è solo per lui.
Riccardo Fabbriconi ha sempre pensato in grande e la scenografia per il suo debutto alla Scala del Calcio non è da meno. Grazie all’aiuto dell’architetto Fabio Novembre, il quale ha già curato l’allestimento dello scorso tour, il maestoso palco è trasformato in una cattedrale gotica, la scritta “Innamorato” domina la scena e oltre al maxischermo sono presenti due schermi laterali che ricordano le finestre ad arco di una cattedrale sulle quali, al posto delle tipiche vetrate, ogni brano è accompagnato dai visual sviluppati da Galattico.

Cinquanta voci vestite con delle lunghe tuniche bianche fanno il loro ingresso sul palco e intonano un canto monodico tipico delle funzioni ecclesiastiche. A enfatizzare la religiosità del momento, viene proiettata l’immagine di una figura che cade dal cielo mentre in una nuvola di fumo compare Blanco. Il coro si interrompe, il silenzio del palco è circondato dalle grida di esaltazione di tutto lo stadio e Blanco, con dei semplici movimenti delle braccia, dirige l’intro di Anima Tormentata.
Il coro esce ordinato, seguendo un ordine ben preciso, una perfetta coreografia anche nei semplici gesti, nulla è lasciato al caso.
Come inizio direi niente male.
Riccardo ha solo vent’anni ma ha già dimostrato di saper correre veloce per realizzare i propri sogni. Sempre accompagnato dal suo fedele amico, produttore e polistrumentista Michelangelo, all’anagrafe Michele Zocca, che l’ha affiancato sin dagli esordi.
In appena tre anni ha conquistato i consensi di critica e pubblico, ha pubblicato due album, collaborato con diversi artisti, ha vinto il Festival di Sanremo nell’edizione 2022 con Mahmood e dopo il tour dello scorso anno che ha registrato il tutto esaurito quest’anno è la prova degli stadi, una data a Roma allo Stadio Olimpico e una a Milano allo Stadio Meazza.

I musicisti sembrano non accorgersi della pioggia che ha iniziato a cadere insieme alle prime note e non curanti continuano a suonare. Per scaldare gli animi (e i muscoli) ci fanno saltare su L’Isola delle Rose, Pornografia e Ancora, Ancora, Ancora eseguite quasi senza interruzioni. Blanco canta correndo da una parte all’altra del palco, usa la grancassa di Carmine Landolfi, in arte Bdog, come trampolino mentre il batterista si scatena sul suo strumento. Emanuele Nazzaro al basso e Michelangelo, per la prima parte del concerto impegnato alla chitarra, suonano divertiti saltellando sul palco.
Il concerto prosegue fra canzoni su cui è impossibile non ballare e alcuni più lenti ma che mantengono sempre un buon ritmo, in entrambi i casi tutti i brani (e dico TUTTI) sono cantati dallo stadio intero.
Finché Non Mi Seppelliscono ha un inizio lento, in cui la voce di Blanco è quasi coperta dalle voci del pubblico ma dopo pochi secondi si sta saltando rispondendo a gran voce al ritornello.

La pioggia si fa sempre più incessante, tanto che temo decidano di interrompere il concerto, ma messi in sicurezza gli strumenti i musicisti possono riprendere, non hanno nessuna intenzione di farsi spaventare da qualche goccia.
Il parterre è stato quello più colpito dall’acqua ma soprattutto le prime file hanno resistito stoicamente. Molti di loro hanno passato la notte fuori dallo stadio dimostrando che ci vuole ben altro per demoralizzarli.
Blanco ringrazia commosso, qualcuno un giorno gli disse che poteva realizzare tutto quello che voleva ma mai si sarebbe aspettato di arrivare dove è oggi.
“Non ci credo ancora raga è un sogno”
A noi che lo abbiamo sempre supportato e che anche in questo momento siamo sotto la pioggia per lui dedica La Mia Famiglia.
I musicisti, seduti sulla scalinata del palco, interpretano Nostalgia, Innamorato e Afrodite terminando così la prima parte del concerto.
Le emozioni e il trasporto dei brani eseguiti pochi minuti prima vengono sostituiti dalle sonorità elettroniche di Mace, primo ospite della serata. La cattedrale si trasforma in una discoteca, si balla divertiti prima di cantare insieme a Blanco La Canzone Nostra, brano scritto insieme al dj e a Salmo.
Mace prima di lasciare il palco risponde ai ringraziamenti di Blanco e approfitta per farci riflettere sulla musica che unisce e di celebrare sempre le cose che uniscono e mai quelle che dividono.
Penso che ricordarlo sia sempre giusto.

La consolle viene lasciata a Michelangelo, a lui è stata affidata la direzione musicale del concerto e in questa parte dello spettacolo si occupa di fornire le basi per i brani che seguono.
Il brano Tutti Muoiono vanta la collaborazione di Madame ed è lei a eseguirlo facendo il suo ingresso a sorpresa sul palco, fra l’euforia di tutti. Con lo stesso entusiasmo e la stessa sorpresa viene accolto Lazza che fa saltare tutto lo stadio su Bon Ton, lo stesso Michelangelo abbandona la consolle per andare a saltare insieme ai suoi colleghi al centro del palco.
Rimasto da solo, Blanco invita due ragazze del pubblico a raggiungerlo sul palco. Non so se si può immaginare la loro emozione quando Blanco gli porge il microfono per farle cantare insieme a lui Fotocopia. Non pensavo fosse possibile rendere ancora più intenso questo momento e invece Michelangelo lascia definitivamente la consolle per accomodarsi a suonare un pianoforte che è comparso al centro del palco. Solo per un secondo ho distolto lo sguardo dal palco e come per magia è apparsa un’orchestra di 25 elementi.
Sicuramente uno dei momenti più suggestivi della serata, forse anche per lo stesso Blanco che avrebbe voluto averci tutti sul suo palco.

Non potendo salire noi, decide di scendere lui e interpreta Lacrime di Piombo arrampicato sulla transenna che lo divide dal pubblico, fra gli abbracci delle prime file. Ci vuole ancora più vicino, decide di attraversare il pit per poter raggiungere anche le file più lontane.
“Mi piace stare fra di voi perché io sono uno di voi, raga”
Se solo avesse potuto, sono sicura che avrebbe scalato le tribune per abbracciare ognuno di noi.
Blanco piace per questo. Nonostante il successo raggiunto in pochissimo tempo, è un giovane capace di emozionarsi insieme a noi e con cui è facile entrare in empatia.
Nei suoi testi spesso sono presenti i temi dell’amore e della morte e vengono affrontati con semplicità e quella passione in cui ognuno di noi si immedesima.
Emozioni che troviamo soprattutto in Blu Celeste, brano che Blanco ha scritto per una persona cara che non c’è più. Viene eseguita al pianoforte da Michelangelo, Blanco la canta seduto sullo strumento con tutte le nostre voci a fargli eco. Anche in questo caso il finale è accompagnato dall’orchestra, che rende il momento ancora più emozionante.
Poteva essere un perfetto finale di serata ma Blanco ha ancora spazio per stupire.
Fa il suo ingresso sul palco Mahmood per l’interpretazione di Brividi ed è quello che si prova a vederli duettare insieme e anche questa volta le nostri voci si uniscono alle loro.
Durante Figli di Puttana i musicisti mostrano che non sono ancora stanchi, picchiano sui loro strumenti e anche la voce di Blanco è potente come sui primi brani.
Quando davvero si pensa che le sorprese siano finite compare Marracash per eseguire insieme a Blanco Nemesi, brano che hanno scritto insieme all’inizio della sua carriera.
Siamo giunti al finale di serata e sul palco vengono portate delle lettere in polistirolo a formare il titolo Mi Fai Impazzire. Durante l’interpretazione del brano, le lettere vengono distrutte dai calci di Blanco e se per molti è un rimando a quello che è successo a Sanremo nell’ultima edizione, per Fabio Novembre è il modo in cui Blanco distrugge fisicamente i suoi stessi versi, un altro rimando alla morte.
Nella foga, scivola sul palco ancora umido dalla pioggia ma sarà l’unico scivolone di un concerto imponente.
In due ore di concerto sono stati presenti diversi artisti, tutti hanno dimostrato un grande affetto nei confronti di Riccardo sia a livello personale che professionale. Due ore di concerto in cui si sono alternati stili diversi senza annoiare mai. A vederlo sul palco sembra un musicista navigato e ci si scorda la sua giovane età.
L’ultimo brano Vada Come Vada viene eseguito dai musicisti seduti a bordo pedana e anche parte del coro esce per incitare a battere le mani. La scritta “Innamorato”, come un sipario che si chiude, viene abbassata e le uniche lettere a rimanere illuminate formano la parola “AMO”.
Non c’è che dire, è stato proprio bravo e ha superato brillantemente la prova degli Stadi.
Clicca qui per guardare le foto di Blanco in concerto allo Stadio San Siro di Milano (o sfoglia la gallery qui sotto)
BLANCO: la scaletta del concerto allo Stadio San Siro di Milano
Anima Tormentata
L’Isola delle Rose
Pornografia
Ancora, Ancora, Ancora
Finché Non Mi Seppelliscono
Sai Cosa C’è
Un Briciolo di Allegria MINA
Scusa
Giulia
Ladro di Fiori
La Mia Famiglia
Nostalgia
Innamorato
Afrodite
La Canzone Nostra feat. Mace
Belladonna (Adieu)
Tutti Muoiono feat. Madame
Bon Ton feat. Lazza
Fotocopia
Mezz’Ora di Sole
Lucciole
Lacrime di Piombo
Blu celeste
Brividi feat. Mahmood
Paraocchi
Figli di Puttana
Nemesi feat. Marracash
Raggi del Sole
Notti in Bianco
Mi Fai Impazzire
Vada Come Vada
