Articolo di Roberta Ghio | Foto di Andrea Ripamonti
Arriva a Milano Renato Zero, per le tre date al Mediolanum Forum de Zero il Folle in tour, che sold out dopo sold out sta facendo conoscere live l’ultimo lavoro dell’artista romano. Il palazzetto è trasformato in un teatro, tutti posti a sedere. A catturare il mio sguardo appena entrata il palco: un sipario con magnifici tendaggi bianchi, morbidi da sembrare seta. In questo mare bianco, solo il pianoforte spicca, sulla sinistra, mentre tre maschere dallo sguardo muto (poste una al centro e due agli angoli della cornice alta) vigilano su una sala brulicante di sorcini intenti a cercare il proprio posto. Colgo ovunque quei bei sorrisi che accompagnano l’attesa di un grande evento, spiccano qua e là cappelli con lucine intermittenti, magliette e fasce del tour, a creare un interessante contrasto tra il casual degli abiti e la sontuosità della scenografia. Timidi cori “3…2…1…Zero!” si levano qua e là, mentre la voce fuori campo di Renato ci invita a “spegnere il congegno e accendere la memoria” in modo da vivere le emozioni delle canzoni senza il cellulare. Queste parole, ça va sans dire, non verranno seguite alla lettera. Ormai ci siamo, puntualissimo inizia lo spettacolo. Le note del pianoforte accompagnano l’apertura del sipario, a svelare l’immagine della Grande Orchestra del Cinema, impegnata nell’esecuzione de Il mercante di stelle, iniziata con Renato che resta buio, non svelando subito il primo abito: un tripudio di fiori rosso acceso su steli verde intenso, un alto cappello a punte e ancora fiori rossi a petali larghi sulle spalle dell’amato “folle”. Un brano dal passato per un inizio profondo, ad alto impatto.
Chiuso il sipario, Zero rimane solo con Stefano Senesi al piano per il primo (dei tre) medley della serata composto da Per non essere così, Niente trucco stasera, Artisti e L’equilibrista. La sua presenza scenica è straordinaria, l’abito dal volume importante non gli impedisce di affrontare il palco da una parte all’altra, per concedersi e farsi ammirare da quanto più pubblico riesce a raggiungere. Le sue movenze trasmettono cura e sana sapienza teatrale e vengono esaltate dall’abito stesso. La voce poi, una conferma. La serata è un susseguirsi di brani tratti dal vasto repertorio che si alternano ad altri più recenti. Gli arrangiamenti per orchestra si sposano con sapienza a quelli della band sul palco col lui, impreziositi dal coro composto da “otto ugole d’oro”: gli WacciuWari. Immancabili i molteplici cambi abito (e che abiti! Alcuni “classici con brio” altri “esageratamente folli” per usare le parole dello stesso Renato) fatti alla velocità della luce, sfruttando movimenti del sipario o momenti di assoli strumentali. Tutto curato alla perfezione. Dal pubblico, solo amore. Durante Cercami, dall’arrangiamento su cui spiccano le percussioni, è impossibile stare seduti; Zero, avvolto in lustrini e pailettes con un copricapo luccicante dalla forma cilindrica, balla e volteggia con una disinvoltura incredibile, mentre dalla platea e dagli spalti braccia alzate, parole urlate e qualche incursione sotto palco. Si sale rock con Emergenza noia, accompagnata da visual nei quali uomini dalla camminata monòtona e ripetitiva che involvono in scimmie si alternano a immagini di “reazioni pericolose”, come quella di un posacenere colmo di sigarette, strisce di cocaina e strumenti per compiere violenza. Ci invita alla pazienza Renato, alla parsimonia verso nostro tempo, al vivere pienamente e con sentimento il nostro quotidiano. Queste parole calde ed accorate vengono accolte con un fiume di applausi ed anticipano Che fretta c’è, incalzante, con immagini di (nostri) quotidiani frenetici ed un monito visivo finale: un grande orologio, il cui pendolo è il volto di un giovane uomo, che da ragazzo diventa vecchio.
Sensualità e toni languidi per Dimmi chi dorme accanto a me, un arrangiamento intenso ed un assolo di sax finale che rafforza le parole, cantate da semi sdraiato su un letto a centro palco, rendendole ancora più struggenti. Renato Zero è una vera Diva. Tra i temi trattati, l’importanza dell’amore, l’ambiente e quello del calo delle nascite, conseguenza anche di come è cambiato il modo di “cercarsi” tra uomo e donna. Queste considerazioni introducono la rock La culla vuota, ma danno anche modo di salutare Mario Biondi, presente in sala, ringraziandolo per aver “procreato” due ragazze dalle voci splendide, che fanno parte del coro. Coro al quale è lasciato l’onere e l’onore di cantare due dei brani tra i più amati dal pubblico: Madame e Triangolo. Tra i presenti in sala, anche Ornella Vanoni, alla quale il forum dedica un lungo applauso. Riflessioni non solo con le parole, ma anche con immagini: Rivoluzione, accolta da una sala che salta e canta a braccia alzate, mentre scorrono le immagini di Martin Luther King, Madre Teresa, Gandhi. Ma anche la nostalgia e il grazie per i tanti artisti che non ci sono più e che ci mancano. Ascoltiamo Quattro passi nel blu, mentre il fondo palco è un firmamento di stelle che brillano e si alternano i nomi di coloro che, con il loro talento e la loro arte, ci hanno accompagnato, fatto divertire ed emozionato, scrivendo brani che fanno ancora parte della colonna sonora delle nostre vite. Mia Martini, Luigi Tenco, Fabrizio De André, Giuny Russo, Bruno Lauzi, Pierangelo Bertoli, Alex Baroni, Giorgio Faletti, Fabrizio Frizzi solo per riportarne alcuni. Il momento è toccante, il brano non può che essere accompagnato da un costante applauso che è un grazie da parte di un forum commosso. Sul finale una strepitosa Casal dé Pazzi con l’immagine del volto di Pier Paolo Pasolini al centro della scena e il video clip di Zero il folle, in cui il Renato di oggi guarda amorevolmente il “giovane Renato”, che si è cercato e si è trovato, mentre passano immagini di esibizioni dei decenni scorsi. Tutti in piedi per Il Cielo, cantata da un pubblico dal quale arriva un amore palpabile. E tanta gratitudine da parte di Zero che ringrazia non solo per la serata, ma anche per tutti gli anni trascorsi insieme e per aver mantenuto fede alla promessa fatta: quella di non dimenticarlo. Il live sembra terminato quando ecco le prime note di Più sù, la cui esecuzione è lasciata quasi interamente alla sala che si sta avviando all’uscita, ma si ferma per questa ultima perla. E quando un palazzetto intero canta, è pura emozione. Mentre scrosciano gli ultimi applausi mi avvio all’uscita, la mezzanotte è passata e la metro non perdona. Sono quasi alla porta che sento quel grido “Non dimenticatemi!”… Renato, ma come potremmo?
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RENATO ZERO – La setlist del concerto di Milano
Prima Parte
Il mercante di stelle
Per non essere così / Niente trucco stasera / Artisti / L’equilibrista
Mai più da soli
Viaggia
Cercami
Emergenza noia
Sogni di latta
Che fretta c’è
Dimmi chi dorme accanto a me
Questi anni miei
La culla è vuota
Magari / Ho dato / Mentre aspetto che ritorni/ Ed io ti seguirò / La tua idea / Nei giardini che nessuno sa
Figli tuoi
Madame (Cantata dal coro)
Chi
Via dei martiri
Seconda Parte
Vivo / Uomo, no!/ Non sparare / Il carrozzone
Ufficio reclami
Triangolo (Cantata dal coro)
Si sta facendo notte
Rivoluzione
Quanto ti amo
Tutti sospesi
Quattro passi nel blu
La vetrina
Amico assoluto
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Casal de’ Pazzi
Zero il Folle (Videoclip)
Il cielo
(Reprise) I migliori Anni
Più sù