Articolo di Philip Grasselli | Foto di Lara Bordoni
Mi tocca dire che ho visto più l’Alcatraz in questi otto giorni che mia mamma in un mese: martedì scorso gli Halestorm, domenica Margherita Vicario e stasera una delle date più attese per i nostalgici come noi. Eccolo lì: il ritorno dei Ministri all’Alcatraz con “Per un passato migliore”. Un salto a quel 21 marzo 2013, stesso posto, stesso bar.
Ieri è stato tutto un amarcord di quegli anni d’oro dell’alternative rock italiano, tra il disco nero misterioso che segna la collaborazione tra i Baustelle e I Cani e questo concerto ricco di brividoni e di grandi ospiti, su cui mi soffermerò dopo.
Un importante ritorno di scena dopo il tour del 2022 per l’album “Giuramenti”, questo live durato quasi due ore e venti minuti è stato un vero e proprio inno allo stare davvero in mezzo alla gente. Una fusione perfetta tra palco e pubblico che letteralmente riduce in brandelli la quarta parete.
Il sold-out è già ben chiaro a un’ora dall’inizio del concerto: la calca delle persone al merchandising, i vari bar presi d’assalto per gli ettolitri di birra da gustare con gli amici, la logistica ben definita e molto funzionale anche per chi è addetto ai lavori. Insomma, i presupposti per un’atmosfera di solennità e hype c’è.
Tanto vale provarci comunque
Tanto vale provarci comunque
Si spengono le luci e parte l’excursus in cui vengono eseguiti tutti e tredici i brani di “Per un passato migliore”, non esattamente nell’ordine originale del disco. Vi assicuro che la distribuzione dei pezzi più forti, come “Comunque”, “Spingere”, “La pista anarchica” e “Una palude”, ha mandato il pubblico in totale fibrillazione. Non saprei davvero descrivere l’interazione tra i Ministri e i loro fan. Poghi enormi, cori unanimi e crowd surfing: questi sono i tre mantra che si ripetono canzone dopo canzone.
Il primo momento lacrimuccia è stato quando Filippo Cecconi, in arte Effe Punto, ritorna sul palco con i Ministri sempre dieci anni dopo il tour “Per un passato migliore”, suonando la chitarra per la canzone “Mille settimane”.
Tanto più in là non riesco a guardare
Il mio infinito è diviso in settimane
Vi vendo gli occhi voi lasciate fare
Vi vendo tutto e chiedo altre mille settimane
Questa comparsa è solo la punta dell’iceberg, poiché nella prima parte, tra “I giorni che restano” e “Spingere”, sbuca in scaletta “L’amorale”: ebbene sì, c’è un crossover con i Zen Circus e sale sul palco Appino. Ovviamente la relazione tra i Ministri e la band toscana è il contributo dei primi ai cori di questo brano, uscito il 12 settembre 2011 e che ha anticipato l’album “Nati per subire”.
Le canzoni scorrono lisce come l’olio, nemmeno mi sono accorto che sono arrivati a fine album da quanto sono preso bene: si spengono nuovamente le luci e inizia la seconda parte, con i più grandi classici della discografia dei Ministri, con garanzia totale di coinvolgimento anche di chi è stato più immobile ai lati dell’Alcatraz.
Il bis comincia con il singolo “Peggio di niente”, per riscaldare nuovamente l’ambiente (nonostante, ad una certa, sia stata accesa un po’ d’aria condizionata), ma il secondo, anzi, i secondi ospiti sono arrivati: prima Davide Toffolo come chitarrista aggiunto per il brano “Gli alberi”, dopodiché tutti i Tre Allegri Ragazzi Morti a suonare e cantare insieme “Il mondo prima”, brano chiave di tutta la carriera della band pordenonese.
La chiusa, leggendaria, è firmata da Auroro Borealo che veste i panni del funzionario del Ministro del Pogo, che interrompe la performance di “Vicenza (La voglio anche io una base a)” per dettare e far rispettare il regolamento di base del pogo, il più grande da inizio concerto.
Poche e semplici regole: niente gomiti o ginocchia alte; se qualcuno cade, la folla dà una mano a rialzarsi; una volta dentro la calca, o ci rimani o esci. Semplice no?
Chiudo questo reportage con una riflessione che Davide “Divi” Autelitano a fine bis, dopo ovviamente un crowd surfing da manuale (è arrivato praticamente a metà parterre!) perché forse riassume perfettamente i centoquaranta minuti di performance di “Per un passato migliore” dei Ministri:
“Noi siamo una realtà che è nata piccola ed è diventata enorme: (…) siamo profeti di un tempo, forse no. L’importante è lasciare ancora oggi un segno che sia qualcosa di genuino e costruttivo. Speriamo sia buono, perché oggi la gente ha bisogno di concetti, di contenuti, di fratellanza e di sorellanza. Non uccidiamo la storia, teniamola viva! Ma non facciamo sì che siamo ancora vittime una volta di tutto quell’ingombro del passato per proiettarci ancora dentro un passato migliore”.
Clicca qui per vedere le foto dei Ministri in concerto a Milano o sfoglia la gallery qui sotto.
MINISTRI – La scaletta del concerto di Milano
Intro
Mammut
Comunque
Le nostre condizioni
Stare dove sono
Caso umano
Se si prendono te
La pista anarchica
Mille settimane (con Effe Punto)
I tuoi weekend mi distruggono
I giorni che restano
L’amorale (con Appino)
Spingere (con Appino)
La nostra buona stella
Una palude
Encore:
Peggio di niente
Un viaggio
Gli alberi (con Davide Toffolo)
Il mondo prima (con i Tre Allegri Ragazzi Morti)
Vicenza (La voglio anche io una base a)
Diritto al tetto
Abituarsi alla fine