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Reportage Live

CAMILLA GEORGE e il sold-out per la prima serata del JAZZMI al Blue Note

Camilla George sul palco del Blue Note per la seconda volta in occasione di JazzMi.

Articolo di Philip M. Grasselli | Foto di Andrea Ripamonti

Seconda volta trionfale per Camilla George sul palco del Blue Note, con una formazione differente rispetto a quella dello scorso anno e con un concerto davvero toccasana per le orecchie di chi voleva trascorrere un venerdì sera di musica live, ma rispettando i canoni dello “smaltimento” degli sbattimenti di una settimana lavorativa.

Per di più, c’è un’altra cosa che ci ricorda abbastanza “sonoramente” che l’autunno si sta avvicinando verso Milano: JazzMi. Tempo di concerti nei teatri, nei locali, insomma in luoghi che rimandano alle calde atmosfere dei posti al coperto, magari al riparo dal freddo e dall’umidità che ti entrano nelle ossa: questi presupposti non c’erano visti i 22 gradi all’aperto di questa serata iniziata alle 23, ma ciò non ha impedito a tantissime persone di prendere parte al secondo dei “due appuntamenti sold-out della prima giornata del Blue Note al JazzMi”, come sottolinea Daniele Genovese, General Manager del jazz club.

L’atmosfera intorno al palco è infatti così frizzante che, tra l’odore delle patatine, il sorseggiare dei cocktail e i commenti in italiano e in inglese che si intrecciano all’unisono, mi pareva essere finito in un jazz club in Camden Town a Londra.

Sette pezzi più il richiestissimo bis sono il menu offerto dagli artisti sul palco, con brani più ritmici come “Abasi Isang” e “Mami Wata Returns”, altri più lenti e introspettivi come “Abasi Enyong” e “The Long Juju Slave Route of Arochokwu”: Camilla George ci accompagna attraverso i suoi tre album con il suo sassofono alto che funge da filo conduttore.

Per il resto, le contaminazioni musicali sono molto differenti, che spaziano dal jazz più standard di “Isang”, ai poliritmi africani di “The People Could Fly”, fino all’afrobeat, hip hop e R&B della sua ultima uscita dello scorso anno, “Ibio-Ibio”. Di quest’ultimo album l’artista ha sottolineato più volte il suo legame con le sue origini nigeriane, dedicando il titolo proprio al popolo Ibibio: insomma una celebrazione, a detta sua, di origini, creatività e comunità.

Poche parole e tanta musica sono stati il paradigma di questa serata, con virtuosismi tipici di una sessione jazz, con l’introduzione al brano di sax, la palla che passa poi a Renato Paris al pianoforte, synth e voce – sotto forma di canto in modalità scat – dopodiché al basso elettrico e al contrabbasso suonati da Jihad Darwish e, infine, alla batteria di Jamie Murray, tutti rigorosamente davanti al leggio in modalità “The Real Book”, con gli spartiti di base che fungono da canovaccio per poi lasciarsi trascinare dall’ispirazione del momento. Jam session ma non troppo, ammetto che ci sono stati tanti momenti in cui avrei voluto troppo aggiungermi come percussionista da quanto percuotevo mani e piedi sul bancone dove stavo seduto.

Insomma, Camilla George e la sua band hanno già alzato l’asticella del JazzMi: la rassegna proseguirà capillarmente per tutta la città fino al 5 novembre, con imperdibili appuntamenti con leggende della samba come Gilberto Gil, ma anche film, mostre e altri eventi negli spazi alternativi di Milano.

Clicca qui per vedere le foto del concerto di Camilla George a Milano (o scorri la gallery qui sotto).

Camilla George
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