
CESARE CREMONINI - Il primo bacio sulla luna
Prima di iniziare voglio premettere che se mi aveste detto dieci anni fa che sarei stato qui a tessere le lodi di Cesare Cremonini vi avrei denunciato per calunnia.
Detto questo, per arrivare velocemente al punto , “Il Primo Bacio sulla Luna” è un capolavoro di freschezza del pop italiano, senza forse, senza se e senza ma.
In questo disco troverete di tutto: pop, rock, classica, jazz, swing, canzone d’autore e tanto altro. Tutto dosato alla perfezione, senza strafare. Tutto cesellato in strutture pressoché perfette, con arrangiamenti incredibili, con una varietà di suoni che per la cosiddetta musica leggera italiana sono una ventata di novità (era ora dopo anni di noia). Il missaggio inoltre non è il classico suono all’italiana, ovvero VOCE in primo piano e dietro un vago tappeto strumentale. Ne “Il primo bacio…” gli strumenti si sentono tutti e anche bene, il suono ricorda molto il pop inglese (non è un caso che sia stato mixato e in parte registrato a Londra), senza però esserne una replica. Si sentono forti e chiare le chitarre, completate da fiati, organi, pianoforti e tastiere varie. Infine troverete degli inserti d’archi splendidi e un lavoro sulle voci incredibile.
Oltre al primo singolo “Dicono di me”, che è una perla di pop costruita intorno a un giro di piano che ti si stampa in testa al primo mezzo ascolto, troverete molte altre perle. Come “Le sei e ventisei”, un altro grande esempio di pop “alla Cremonini” con un crescendo veramente emozionante sul finale. “La ricetta” è una variazione swing che ricorda Paolo Conte, con “Qualsiasi Cosa” un’altra perla di questo disco, si vira verso i territori della bossanova. Anche “Figlio di un Re” ha un vago sapore sudamericano, e ci regala una coda strumentale che difficilmente sentirete in un altro disco di pop italiano, con molteplici scambi di assoli mai banali di vari strumenti. Ma il meglio arriva sul finale, il pezzo che da il titolo al disco si porta dietro degli echi pulp-tarantiniani, e sfocia successivamente in una classica coda strumentale emozionante, con piano, chitarra e archi che formano un’orchestrazione molto intensa. Forse il miglior pezzo di tutto il disco. Il capitolo conclusivo è inaspettatamente un pezzo di musica classica. E senza fare tutto il clamore di Allevi, Cremonini si rivela un ottimo compositore.
Intorno a questi pezzi che vi ho citato, si trovano delle ottime canzoni pop, nello stile classico che lo ha caratterizzato in questi anni, ma con qualcosa in più rispetto al passato. Non voglio parlare di “maturità” però. Perché “Il Primo Bacio sulla Luna” è semplicemente un disco “libero” dove la volontà di fare bella musica vince (anche se non totalmente) sul bisogno di fare un disco “che venda”. Infine ultima nota di merito sono i testi: molto semplici ma non banali, che sembra facile a dirlo, ma per coniugare semplicità e “non-banalità” bisogna essere veramente bravi.
Se il pop italiano vi disgusta, questo disco non credo vi farà cambiare idea, ma se riuscite ad approcciarvi all’ascolto con umiltà e apertura mentale, probabilmente sarete d’accordo con me.
Quindi voi che volete fare gli alternativi, smettetela di farvi le seghe sotto “le luci della centrale elettrica” (per carità gran disco, ma tutto sto casino per una chitarrina e dei testi cut/paste mi sembra eccessivo), e avvicinatevi al buon Cesare, perché cercare di portare qualcosa di nuovo a livello mainstream, e di buono soprattutto, in un genere che in Italia è sinonimo di noia e di assenza di originalità è la vera rivoluzione.

FILIPPO
09/10/2008 at 20:34
che se mi aveste detto dieci anni fa che sarei stato qui a tessere le lodi di Cesare Cremonini vi avrei denunciato per calunnia.
Mi accodo alla perplessità.
Che ci sia una fuga radioattiva?
Pool
10/10/2008 at 10:01
E’ un grande disco.
ross
10/10/2008 at 12:42
fa veramente piacere leggere che qualcuno onestamente si sappia ricredere su cose pensate in passato, riguardo a questo ARTISTA.
Non voglio aggiungere altro a questa vera e onesta recenzione di questo album, perchè la trovo ben fatta.
Voglio sottolineare solo il fatto che in ITALIA gente che scrive così sia testi che musiche ne sono rimasti ben pochi e superano tutti i 50 e anche i 60 anni, come ho già letto in qualche altra recensione.
Infine mi complimento con cesare cremonini per l’ottimo lavoro, sperando che ci sia ancora molta gente onesta che smetta di avere la puzza sotto il naso verso qualcosa che invece ha un profumo fresco e nuovo.
ross
Marco
10/10/2008 at 13:35
Tiri in ballo LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA…solo perchè non ti venivano in mente altri artisti? Riguarda i tuoi ascolti…
Luca
10/10/2008 at 14:24
Ho tirato in ballo le luci della centrale elettrica, perchè è il classico (e l’ultimo) esempio del disco che fa tanto figo ascoltarlo perchè “Oh è una roba strana, cioè, solo chitarra e voce, con dei testi assurdi…”, è il classico esempio del disco che si ascolta perchè Rockit ha detto che è un disco figo, e tutto il popolo indie corre a lodarlo al Miami. Ripeto, è un gran disco e mi piace e l’ho anche ascoltato tante volte, ma tutto il rumore che c’è stato mi è parso un po’ eccessivo, quando invece davanti a un disco splendido come quello di Cremonini sono tutti pronti a fare gli snob, a fare quelli che quella roba lì mainstrem è tutta una merda.
Io mi rivedo i miei ascolti, tu continua pure a masturbarti, scusa se ti ho interrotto 🙂
Federico KillerJoke
10/10/2008 at 15:32
“Errare humanum est, perseverare autem diabolicum” (Seneca).
Caro Luca, io non so se tu abbia ragione o meno e mi fido (sulla carta) della tua onestà, visto che non sarà certo lo stipendio che prendi, ammesso che tu ne prenda uno, a far si che per interesse scrivi bene di Cremonini.
Io non so se quel personaggio abbastanza da me odiato sia improvvisamente diventato un qualcosa di musicalmente commestibile. Mi darò il tempo di assaggiare qualcosa, ma a piccole dosi, sperando di non vomitare prima.
E se è vero che “dal letame nascono i fiori” potrei anche arrivare a ricredermi.
Dario
10/10/2008 at 15:33
concordo pienamente con la recensione.
ogni tanto bisogna lasciare da parte i pregiudizi e ascoltare un disco senza pensare che “quello passa su mtv suonava nei lunapop che merda lascia stare”.
questo è ungran bel disco..registrato bene, arragiato da dio, con dei gran bei pezzi, artisti giovani come cesare in italia ce ne sono pochi.
le luci della centrale elettrica, bel disco, tanti complimenti..ma veniva fatto passare come il capolavoro, il nuovo dio del cantautorato in italia…mah..bisogna anche essere obbiettivi..a me pare un buon disco, con dei testi che lasciano perplessi…ma TROPPO ripetitivo in tutte le sue tracce.
in questo disco di cesare invece ogni pezzo è una storia diversa..
lore
10/10/2008 at 17:03
Il disco è un capolavoro.Da molti anni non si sentiva un disco del genere nel panorama italiano.Sono un fan di cesare ma non dico questo perchè sono di parte.Dico questo perchè come già detto questo ragazzo di appena 28 anni riesce a conigugare musica e parole in una maniera speciale eoriginale che oggi oramai lo fanno in pochi
C’èqualcosa di nuovo in lui e credo illumnerà il futuro della musica italiana.
Bravo Cesare!
Marco
11/10/2008 at 14:07
Io mi rivedo i miei ascolti, tu continua pure a masturbarti, scusa se ti ho interrotto …Tu trovati un bel dildo 😀
ale
11/10/2008 at 15:24
anche a me anni fa non piaceva cremonini, ma ora lo trovo bravissimo
Alberta
11/10/2008 at 17:52
La recensione potrei averla scritta io … e preciso che, fino a quando, un po’ per caso, non acquistai il suo CD+DVD live due o tre anni fa, per me Cremonini era “quello dei Lunapop”: della sua musica non sapevo molto altro, e non ne avevo nessuna opinione.
Il disco è bellissimo, e lo è per tutti i motivi citati nella recensione.
matte
12/10/2008 at 19:08
gran disco punto.Certo è strano vedere la gente scoprire solo ora cesare cremonini e meravigliarsi in modo cosi’ eclatante per la sua musica dopo ben 2 dischi più un live dove ha completamente riarrangiato (da solo) tutte le sue canzoni con un orchestra di 24 elementi.Vien da dire certo meglio tardi che mai.vorrei far notare che cesare già nel precedente MAGGESE concludeva il disco con una suite strumentale e che tutto il disco era stato registrato a londra con un suono molto beatles e sicuramente più marcato rispetto ai suoni presenti nel PRIMO BACIO SULLA LUNA.Magari sarebbe meglio prima ascoltare e poi giudicare….quindi perchè meravigliarsi?andate ad ascoltarvi SARDEGNA e E INVECE SEI TU prima di parlare..
Luca
13/10/2008 at 07:28
Probabilmente se molti l’hanno riscoperto con questo disco, è perchè ha qualcosa in più di “Maggese” è arrivato più direttamente alle persone, e per uno che fa pop se un disco non “arriva” vuol dire che non hai centrato bene il bersaglio… anche perchè non è facile togliersi di dosso la fama di un’operazione commerciale gigantesca come quella dei Lunapop…
Quindi Matte non ti incazzare se l’abbiamo scoperto “solo” adesso…
Io già dal primo disco da solista avevo iniziato a rivalutarlo, poi l’ho visto dal vivo e mi è piaciuto il suo modo di fare musica, con Maggese avevo capito che stava crescendo e con questo ultimo disco sono riuscito ad apprezzarlo a fondo.
Ecco la spiegazione del perchè l’ho scoperto “solo” adesso.
ale
13/10/2008 at 09:36
a me piacciono le sue canzoni
e mi piace quel che dice quando è intervistato.
anni fa con Mollica fu strepitoso. anche se a volte pare che …ci marci un po’…
Però è un gran cinno!
ciao Cesare
Ale di BOLOGNA
Paolo
08/01/2009 at 22:48
Per me Cremonini è il nuovo Brian Wilson
Carlos
12/01/2009 at 11:42
assolutamente streptoso. una produzione come non si sentiva da anni.
canzoni baciate ( spesso) baciate dal dio del pop in persona e con una produzione che nel mainstream italiano forse non si era ancora mai sentita ( giusta l’annotazione del recensore nel notare che non c’e’ la voce “davanti” come nelle produzioni tamarre tipo Pausania Ferro Antonazzo ecc. ma e’ missata con gusto permettendo di sentire gli ECCEZIONALI arrangiamenti del disco ).
Il tutto con un budget major. quindi con una qualita’ sonora perfetta.
Sapere che in italia c’e’ OGGI uno come Cremonini e’ una delle poche cose che mi fa scorgere una flebile alla fine di questo interminabile tunnel di musica schifosa che abbiamo prodotto negli ultimi anni.
Poi a ognuno il suo. Chi preferisce l’alienazione e le storie di Offlaga o Luci della Centrale magari non ci trovera’ nulla di interessante e lo trovera’ un po’ melenso.
Ognuno fruisce dei suoni che piu’ gli aggradano ed e’ bello ascoltare tutto.
( ma, perdonatemi, preferisco i funamboli del pentagramma, e il buon Cesare, dopo una lunga gavetta, lo e’ sicuramente diventato )
Penso cmq che concedere un ascolto a Cremonini ( anche voi snob…su non fate i preziosi – perche’ sui magazine indie italiani e’ stato del tutto ignorato??? questo davvero mi fa riflettere…. ) sia davvero un bel viaggio che sarebe un peccato negarsi ( al prezzo di una cena in una trattoria di merda… comprate i dischi se volete suonino cosi’ bene, senno’ fottetevi e condannatevi a un inferno di plug ins nel futuro!! )
Buttate a mare i preconcetti…e sturatevi le orecchie che questo e’ un disco importante per il nostro disastrato paese.
Carlos
Fauvar
28/01/2009 at 11:39
Questo CD è un capolavoro punto e basta!
Cremonuccio
12/02/2009 at 21:43
Ha indovinato un paio di pezzi..il resto suona sempre uguale..che noia Cremonini, quallo che “dicono di te ” è vero!! datti al’ippica
Andrea
16/04/2009 at 13:58
Come si fa a dire che le canzoni suonino tutte uguali sinceramente non lo so.
Gli arrangiamenti sono eccezionali, i testi mai banali, questo disco è un CAPOLAVORO! e lo dice uno che disprezzava alla grande i Lunapop.
Adesso invece mi vado a riascoltare pure Squèrez e mi rendo conto che una sua impronta l’aveva data anche lì in qualche pezzo.. ma era troppo giovane.. CIAO! E ascoltate questo cd che è fenomenale! GRANDE CESARE!