Articolo di Stefania Clerici | Foto di Roberto Finizio
Ci sono persone che tornano a Messa ogni domenica, e io sono sono tra quelle.
Ci sono persone che tornano nello stesso ristorante dopo essersi trovati bene la settimana prima, e io a volte sono tra quelle.
Ma quando a tornare nella tua città è Daniele Silvestri, il bisogno di andare al suo spettacolo diventa una necessità, perché sai che questa volta sarà – migliore, peggiore, no, non te lo domandi – ma sicuramente diversa.
E infatti ieri le più di 3000 persone al Carroponte di Sesto San Giovanni, ne hanno avuto la conferma: partecipare allo show di Daniele è una gran festa, che dal palco pervade tutta l’area, dalle prime file alle ultime, e pure le numerose persone fuori dai cancelli.
Di strada già lo scorso luglio a Villa Arconati (leggi il nostro reportage) , Silvestri torna a Milano dopo i viaggi estivi in su e in giù per la penisola e lo fa con la sua Famiglia allargata e mutante di artisti e musicisti, insieme ad amici ed ospiti che salgono e scendono dal palco (ieri la bravissima Cristina Donà, Salvatore Borsellino e Gino Strada), che Daniele ringrazia, bacia, regalando sorrisi veri e contagiosi, per comporre uno spettacolo ogni volta sempre nuovo e dal quale se ne esce diversi e un po’ cambiati.
Silvestri è uno di quegli artisti “medicina” – chimica, ma sana – da non prendere assolutamente a piccole dosi, pena il taglio di qualche pezzo in scaletta (anche se, la scaletta, è sempre in via di trasformazione, quindi mal che vada –come è successo ieri causa dictat regio tutto spento a mezzanotte- ti eliminano un Testardo e quindi ti Stittisciti, ma sarai sicuramente contento di aver urlato per l’ennesima volta Vado di fretta e Venceremos Adelante!).
Quasi 2 ore di concerto non bastano per raccontare tutto il mondo dell’artista romano, che sceglie un incipit malinconico con Aria, per poi ricordarsi che si è ancora in estate, e quindi optare per un nuovo inizio, con l’esplosione in festa di una versione personale e ritradotta di Love is in the air e Il Bisogno di Te (che forse era più il pubblico che cantava a lui, che il contrario).
Tra pezzi più recenti e altri meno, tra quelli a richiesta del pubblico cantati a metà (Le cose che abbiamo in comune, riarrangiata) e quelli suggeriti dai fan sulla Pagina Facebook di Daniele, si corre verso L’Appello, la canzone dell’agenda rossa, che fa sventolare centinaia di fogli rossi tra il pubblico e -a fine canzone- salire sul palco il primo ospite della serata: Salvatore Borsellino che ci chiede “Chi è Stato?”. E dopo una seconda parte vintage e melodica (con Senza far Rumore e Occhi da Orientale), ecco on stage il duetto con l’amica Cristina Donà con Il secondo da Sinistra (che fu La seconda da Sinistra di Mina) e Universo.
Encore ritagliato in poco più di un quarto d’ora d’orologio, tutto rock e da ballare, su luci strobo e suoni tecno di Gino e L’alfetta e Salirò (e siamo a mezzanotte meno due minuti). Ma Daniele da dire, e cantare, ne avrebbe ancora molte. Lo fa A bocca chiusa (e con qualche bpm in meno) e con l’acclamata Cohiba. E’ mezzanotte e tredici e, nonostante fari accesi e tecnici a smontare, tutto il pubblico fatica a credere che quella fosse la chiusura: “Ancora ancora” “L’ultimo l’ultimo”, “Io so’ testardo, c’ho la capoccia dura”, “Li mortacci tuaaaa” sono solo alcuni delle urla dalla folla che non molla posizione. Dopo 10 minuti Daniele esce, applausi per lui e ringraziamenti al suo pubblico, ma l’organizzazione Carroponte sa solo dire “No, No”, e la massa di testardi rimasti per l’atteso bis richiesto non può venire purtroppo accontentata.
A cosa sono fatte a fare le regole, se non per essere infrante? Questa volta purtroppo il palco si è trasformato in zucca già con ritardo, ma l’amaro in bocca per non aver sentito tutte quelle che Silvestri avrebbe voluto suonare, c’è. C’è però anche più di un buon motivo per tornare di nuovo al suo prossimo concerto!
Set list
Aria
Love is in the air
Il bisogno di te
Io fortunatamente
Sornione
Che discorsi
Me fece mele a chepa
L’uomo col megafono
Precario il mondo
L’appello
Le navi
L’autostrada
Il mondo in una mano
Il flamenco della doccia
Le cose che abbiamo in comune
Senza far rumore
Occhi da orientale
Il secondo da sinistra (feat Cristina Donà)
Universo (di Cristina Donà)
Il mio nemico
Sono io
——
Gino e l’alfetta
Salirò
A bocca chiusa
Cohiba