Cuore, anima, empatia. Il palco nudo e scarno del Teatro Dal Verme è tutto loro e della loro musica: dopo i grandi successi di “Alma” e di “Eros”, Fresu e Sosa tornano a dialogare in un percorso sonoro e concettuale, proponendosi come ambasciatori dell’enogastronomia, con uno spettacolo che -partendo dal loro “concept-album” Food- indaga il tema del cibo e delle sue sfacettature.
Una danza di suoni armoniosi, tra la tromba profonda di Fresu e i tasti bianchi e neri del piano di Sosa, intervallati da punteggiature di stile, con basi, campionamenti, cori e voci pre-registrati, ma anche percussioni, tamburi, e poi ancora pentole, cucchiai e forchette, in cui il dialogo costante è la cifra distintiva del live, in un mix di musica cubana, Africa e jazz world music.
Il progetto, intraprendente e realizzato da una formazione in grado di cambiare il modo più tradizionale di “sentire” la musica, presentato all’interno di JazzMi, esalta da un lato l’esperienza di Paolo Fresu, uno dei nomi più importanti della musica jazz degli ultimi quarant’anni e dall’altro la vivace generosità artistica di Omar Sosa, compositore e pianista originale e coraggioso. Al centro la loro “nuova” musica, un mix cosmopolita di sound in cui si intrecciano diverse tradizioni culturali che si originano dai ritmi afro-cubani mescolati con sonorità provenienti dall’Europa Occidentale e dal Mediterraneo.


Dopo un inizio tutto “sardo” con il duetto sul pezzo di Fresu S’inguldu (L’ingordo), arriva il primo brano tratto dall’album Food, Father Yambu: una preghiera di ringraziamento per il cibo disponibile, con una voce profonda che apre il dialogo tra lo trumento a fiato di Fresu e il piano di Sosa. La percussione di sottofondo lenta e ipnotica, è quasi un principio “digestivo” e dolce che culla l’ascolto.
Con la cover di Peter Gabriel di What Lies Ahead il duo ha incantato il pubblico in un excursus intimo e carico di emozioni del loro passato musicale, per poi tornare al tema del cibo con la ricetta della zuppa berchiddese (il paese sardo di origine di Fresu), le preghiere delle religioni cubane di Sosa e uno splendido omaggio a Fabrizio De Andre con  çimma, una brano che parla di un cuoco che prepara il piatto povero della cucina genovese fatto con gli avanzi della settimana.
In un momento storico così delicato, in cui guerre e un disorientamento diffuso ci abbattono e barcamenano, la musica rimane tra le esperienze più concrete e totalizzanti di valore positivo e universale: nello specifico con “Food” i temi della gioia del cibo, la vita a tavola comune e anche le implicazioni del cambiamento climatico, nel dialogo tra piano e tromba, assumono una connotazione emotivamente forte ma anche molto intima e totalizzante. Quale che sia il tuo “gusto”, l’excursus di Fresu & Sosa insegna che la ricerca dell’eterogeneità del cibo, dell’appetito di vita oltre che di musica, innesca positività e creatività in ognuno di noi. Arrendiamoci quindi sia alla musica che al cibo, bellissimi esempi di piaceri “sani” dell’esistenza.


Omar Sosa
21/10/2023 at 00:46
Hola .
Grazie !!;-) Gracias !!;-) Thanks !!;-) Conmovedor artículo !!;-)
Es bello y reconfortante cuando el mensaje llega con claridad!;-)
Un saludo !!;-)
Ache , Luz y Paz !!;-))
Omar