Articolo di Stefania Clerici | foto di Roberto Finizio
Il Natale arriva in città e con lui Ludovico Einaudi al Teatro dal Verme: per l’immancabile appuntamento di dicembre sulle note del pianista e compositore, quest’anno ci presenta dal vivo il suo ultimo album, Seven days walking.
Un progetto ambizioso, nato tre anni e mezzo dopo Elements, e che ha visto la luce lo scorso 15 marzo con il primo disco di Seven days walking: in totale sono sette gli album di Seven days, uno per ogni giorno della settimana, pubblicati nell’arco di sette mesi consecutivi. Benchè le tracce siano simili, gli album sono diversi, e prendono l’ispirazione dai percorsi in montagna:
“Nel gennaio dell’anno scorso facevo lunghe passeggiate in mezzo alla neve, seguendo più o meno sempre lo stesso percorso. Nevicava molto e coi pensieri mi perdevo dentro quello stato di tormenta in cui le forme, spogliate dal freddo, avevano perso i loro contorni e colori. Forse quella sensazione di essenza estrema è all’origine di questo album.”
Accompagnati sullo stesso suo percorso, ieri al Dal Verme, e per le prossime sere fino al 21 dicembre (biglietti ancora disponibili qui) con Einaudi al pianoforte, Federico Mecozzi al violino e Redi Hasa al violoncello abbiamo salito e sceso sentieri di montagna, ci siamo addentrati in caverne, siamo usciti ad ammirare il cielo, le nuvole, ci siamo persi nel buio e nella nebbia, insomma abbiamo fatto un’esperienza sensoriale diversa, seguendo tutte le note (e le cime e le digressioni) del compositore.
La prima parte del live è tutta dedicata a Seven days, solo alla fine dell’esecuzione è proprio Einaudi a raccontare le sfumature dei suoi brani, addentrandosi nella descrizione del progetto. L’artista ha poi specificato che l’attenzione all’ambiente e al clima sono una delle cause che gli stanno più a cuore, per questo – negli stessi giorni di spettacolo live – è attiva la visita a Climate Space, una rassegna nello spazio interno al teatro (ingresso gratuito) dedicata alla sensibilizzazione e alla diffusione di cortometraggi sul cambiamento climatico del nostro Pianeta. Il calendario completo è consultabile qui.
Nella seconda parte del live, il pianista regala poi pezzi del suo repertorio più famoso, in assolo, come la delicata Una mattina e la struggente Divenire, per un live tutto suonato di quasi un’ora e mezza. Bentornato Ludovico, la tua cura non è quella di Van dell’Arancia Meccanica di Kubrick, eppure sei un’ottima colonna sonora di serate e mattine in ogni occasione.
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