Gli avevano sconsigliato di esibirsi a Milano nei giorni della Fashion week, “perché altrimenti al tuo concerto non verrà nessuno”, ma Jack Savoretti può contare su un pubblico che alle nuove tendenze della futura stagione preferisce la buona musica.
Sorriso da ragazzino, chitarra dal suono rassicurante e voce sporcata quel tanto che basta, Jack Savoretti si presenta sul palco del Fabrique per la prima delle due date italiane del tour, con quell’aria di chi pensa che la strada sia ancora lunga ma è di sicuro molto divertente.
Del resto la sua voglia di suonare e raccontarsi emerge sin dalle prime note di “Sleep no Moore”, primo brano in scaletta che da il titolo all’ultimo album del cantante italo- inglese cresciuto a pane, Battisti, Genoa e Bob Dylan.
Il quinto disco del cantautore trentatreenne, uscito in inverno, ha da subito messo d’accordo pubblico e critica e l’andamento della serata ne è la perfetta dimostrazione. Il pubblico si lascia andare volentieri sulle note pulite delle sue canzoni, tutte accomunate da un sound un po’ malinconico che promette sempre quel pizzico di lieto fine che fa sorridere i presenti sulle ultime note e scrosciare applausi convinti.
“Scrivo sempre canzoni molto tristi, me lo dicono tutti, ma io in realtà sono una persona molto felice: è solo che quando prendo la chitarra viene fuori di tutto”, racconta mentre scruta i volti del pubblico presente, un giusto mix di età e provenienza.
La scaletta corre veloce, l’atmosfera è rilassata e il sound è a tratti intimo e coinvolgente e a tratti folk country.
Nel suo perfetto italiano ride e scherza con il pubblico, racconta della sua gavetta, dell’amore per l’Italia e della bellezza di prendere in mano una chitarra e raccontare una storia.
Il concerto è un crescendo di sensazioni, ma s’intuisce che a muovere tutto, come spesso accade, è l’amore. Tutte le canzoni ne sono intrise fino all’ultima nota, da “Helpless” fino a “Lullaby Loving”, dedicata a sua figlia Connie, fino alla bellissima “When we were Lovers”, primo singolo estratto dall’album e cantato senza esitazione da tutta la platea.
A trentatré anni, con cinque album alle spalle e centinaia di live, iniziati nelle osterie italiane e finalmente approdati nei giusti club, Jack Savoretti saluta il pubblico di Milano, che a questi 90 minuti di ottima musica proprio non poteva rinunciare. Altro che fashion week.
JACK SAVORETTI – scaletta Milano – 24 Febbraio 2017
Sleep no more
We Are Bound
Deep Waters
Tie me Down
Helpless
Troubled Souls
Sweet Hurt
I’m Yours
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Tight Rope
Changes
Sodiers Eyes
Breaking The Rules
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Lullaby Loving
Home
Other Side of Love
Start Living In The Moment
Back Where I Belong
Not Worthy
Catapult
When We Were Lovers
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Only You
Written In Scars / Knock Knock