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Reportage Live

Il live dei NxWORRIES tra vecchi sample e nuovi progetti

Anderson .Paak e Knxwledge al Fabrique di Milano ripartono in quarta con la loro collaborazione.

Articolo di Alessandro Cebrian Cobos | Foto di Roberto Finizio

Il video di Daydreaming, il recentissimo singolo dei NxWorries, è stato animato con il motore grafico di un videogioco, GTA V. In tutte le scene il personaggio che rappresenta Anderson .Paak appare comicamente rigido e robotico, tranne quando fa quel piccolo balletto nello studio di registrazione. Se adesso andate sul profilo Instagram del duo lo vedrete fare lo stesso balletto, questa volta in persona, in centro a Milano.

È proprio qui infatti che Anderson e Knxwledge, rispettivamente vocalist e produttore, hanno deciso di fare il primo live del nuovo tour, a 7 anni di distanza dal primo ed unico album, a 5 anni dall’ultimo concerto. Hanno riempito il Fabrique con il loro neo soul / hip hop stiloso, avvolgente, divertente, in un’esibizione che ha valorizzato entrambi gli artisti, che separatamente sono inarrestabili nelle rispettive carriere soliste.

Anderson si presenta sul palco con un enorme cappello peloso nero, occhiali scuri, scarpe col tacco, e un fantastico completo satinato. Non indossa una maglietta e mette in mostra il tatuaggio sulla pancia: “Trust your gut”, c’è scritto.

Sorride, tenendosi all’asta del microfono; saluta il pubblico e scivola sul palco muovendo i fianchi, ballucchia accennando dei passi fluidi e coinvolgenti: se la sta godendo. Canta e rappa con la sua voce acuta e incisiva, aprendo proprio con Daydreaming.

Dietro di lui tre grandi schermi proiettano visual lo-fi e vagamente psichedelici; e in cima c’è la postazione di Knxwledge, che dall’alto gestisce gli strumentali. È più posato nell’aspetto: una semplice canotta e una bandana slegata per proteggersi dal caldo dei faretti. Piazza e mixa le basi dei pezzi, ogni tanto interviene con la sua voce profonda per gasare il pubblico (“make some noise!”).

Con fluidità le canzoni si trasformano l’una nell’altra, senza bisogno di annunciarle; altrettanto all’improvviso Anderson esce e lascia il palco a Knxwledge per uno spezzone più simile a un dj-set. Il producer ha selezionato chiaramente le canzoni che lo ispirano di più: l’R&B vecchia scuola dal quale trae i sample dei suoi pezzi ma rivisto e modificato con bassi potenti, trasformato per far ballare tutto il Fabrique.

Se inizialmente il pubblico è confuso, quando parte What You Won’t Do for Love di Bobby Caldwell scoppia un boato e tutti cantano in coro. Gli schermi proiettano i video delle canzoni, sembrano registrati in videocassetta direttamente da MTV e si alternano con le immagini sfocate di .Paak e Knxwledge.

Alterneranno questi momenti ancora un paio di volte: ammetto di essere stato un po’ scettico su questa scelta, ibrida tra un concerto e una serata, ma in realtà ha funzionato molto bene: ha dato la possibilità a entrambi di mostrarsi nell’interezza delle loro abilità, delle loro influenze. La figura di Anderson .Paak, indubbiamente più pop di quella di Knxwledge, avrebbe potuto prendere tutta la scena, e invece sono stati in modo diverso entrambi frontman.

Le proposte mixate di Knxwledge si fanno via via più ritmate, più funk. Anderson rientra ogni volta più elettrizzante. Cambio d’abito e si presenta indossando una coppola e un fantastico completo rosa-fucsia. Where I Go è perfetta, sarebbe troppo chiedere una comparsata di  H.E.R. a cantare la sua strofa; tutto il Fabrique canta in coro il ritornello di Lyk Dis, mentre sugli schermi passano le versioni cartoon dei due musicisti dal video della canzone. Preso dall’entusiasmo Anderson fa salire sul palco una quindicina di persone con lui, le organizza al volo in coreografie, le fa ballare a turno come se fosse Soul Train. Hanno ancora un asso nella manica: è Suede, il loro singolo di maggior successo, e tutta la sala molleggia al suo ritmo lento e sostenuto. 

La chiusura spetta a Knxwledge, e .Paak sale alla postazione DJ per accompagnarlo. Si tratta di alcuni pezzi funk anni ‘80, floor-fillers istantanei con un groove solidissimo che ci traghettano fino a Scared Money. Sarebbe la conclusione in teoria: scendono, si inchinano, salutano, ed escono.

Ma il pubblico li reclama. E quando sembra tutto finito Knxwledge torna in postazione per l’ultima, eclettica selezione: compare del reggae, poi un sample di Wonderwall, poi un’esotica chitarra messicana. Ancora una volta dimostrano di saper combinare elementi apparentemente inconciliabili, fidandosi del loro istinto. “Trust your gut”, dice il tatuaggio sulla pancia di .Paak, che torna su per l’ultimo saluto; poi vanno via per davvero.

La data di Milano è l’inizio di un tour europeo che forse anticipa un ritorno in piena regola; del resto sembra essere in porto un secondo album, preannunciato dai singoli degli ultimi mesi. Purtroppo non c’è ancora una data ufficiale, né altre informazioni; ma tra tutti i modi di ingannare l’attesa, questo live è stato certamente il più emozionante.

Clicca qui per vedere le foto dei NxWorries in concerto a Milano (o sfoglia la gallery qui sotto)

NxWorries

NxWORRIES: la setlist del concerto di Milano

Daydreaming

86 Sentra

Wngs

Lovetko

Get Bigger

Kutless

[Knxwledge Block #1]

What More Can I Say

King Arthur

[Knxwledge Block #2]

Where I Go

Best One

Lyk Dis

Another Time

[Knxwledge Block #3]

Link Up

Droogs

Suede

Scared Money

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