Foto di Luca Moschini
Forti del nuovo album “Somnia”, God Is An Astronaut, la band rock strumentale irlandese che ha conquistato le platee di tutto il mondo con composizione epiche e performance trascinanti, sono tornati in Italia per un breve tour e hanno portato il loro raffinato post rock anche a Hiroshima Mon Amour.
Icone del post-rock, i God is an Astronaut sono un trio strumentale formato a Glen of the Downs, non lontana da Wicklow, capoluogo dell’omonima contea irlandese, da Torsten Kinsella (Voce, chitarra, tastiere), Niels Kinsella (Basso, chitarra, visualizzazione) e Lloyd Hanney (Batteria, Synths). Nascono nel 2002 anno del loro debutto discografico con The End of the Beginning pubblicato tramite la loro stessa etichetta, la Revive Records.
La loro musica è prettamente strumentale e le loro canzoni iniziano spesso con introduzioni lente e dense di atmosfere intense, a tratti malinconiche, per sfociare infine in ritmi incalzanti come esplosioni di rabbia. I loro live sono sempre accompagnati da accurati effetti di luce e soprattutto da video molto singolari e carichi di emozione, tanto che il gruppo stesso definisce i propri concerti un “full audio video show”.
Da più di 20 anni, danno vita a composizioni epiche a tratti ornamentali ed altri asciutti, escursioni talvolta esoteriche, talvolta profondamente vulnerabili. Una versatilità emozionante che garantisce la costante ascesa degli irlandesi fra i gruppi non conformisti più sensazionali degli ultimi decenni.
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