Articolo di Stefania Clerici | Foto di Rossella Mele
Un sold annunciato, quello dell’artista veneta a Milano, per la doppietta milanese in uno dei templi della musica e del teatro storico meneghino.
Per la prima volta sul palco i brani inediti di Cani Sciolti, il nuovo disco pubblicato lo scorso venerdì 24 febbraio per Columbia Records/Sony Music Italy, insieme ai più grandi successi di 10 anni di carriera, che l’hanno resa una delle cantautrici e polistrumentiste più apprezzate della scena contemporanea italiana. Ricordi, cambiamenti, esperienze, incontri: un viaggio allo specchio che ripercorre la storia dell’autrice che da Bassano del Grappa e dallo studio di registrazione dell’ultimo album, sta girando la penisola italiana calcando i nostri più famosi teatri: con un già un tutto esaurito nelle prossime date di Bologna e Padova, sarà poi la volta di Torino, Lecce, Ferrara, Palermo, Catania e Napoli.

Ieri sera alla prima di Milano, Francesca Michielin era carica di energia e voglia di cantarle tutte, regalando ai suoi fan una 90 minuti di live che difficilmente si scorderanno: il palco, scarno e allestito solo con un grande proiettore circolare sullo sfondo che proietta luci, riflessi, video ricordi e immagini evocative dei vari brani in scaletta.
Ad accompagnarla in questa “partita” sul palco, che proprio dallo start del live viene vissuta con un count down e il fischio di inizio, la sua band di cinque elementi, vestiti proprio come una vera e propria “squadra” di calcio: alla direzione musicale Giovanni Pallotti, alla chitarra Eugenio Cattini, al basso Luca Marchi, alle tastiere Giorgia Canton e alla batteria Evita Polidoro.

Si inzia con Occhi grandi grandi e Vulcano che scaldano platea, galleria e palchetti, che cantano a gran voce le prime canzoni. Su Ghetto perfetto è Francesca a chiedere di alzarci in piedi per ballare insieme e la festa prende definivamente il via. Si torna indietro nel tempo con i ricordi di Battito di ciglia, Leoni e Comunicare, per poi lasciare spazio ai pezzi di Cani Sciolti, come Un bosco, dove Francesca lascia il centro del palco per approcciarsi al pianoforte.
La grande sorpresa della serata arriva su Cattive stelle, con l’igresso sul palco di Vasco Brondi de La luce della centrale elettrica, per IL duetto della serata. É poi la volta della hit sanremese di Chiamami per nome e poi Distratto. Le canzoni “tristi” con cui ironicamente la Michielin si prende in giro ricordando quando le chiedevano “ma tu che musica fai?” proseguono su 25 Febbraio e Quello che ancora non c’é, una canzone manifesto di riscatto e accettazione, dedicata a tutti quelli che si sentono un po’ fuoriposto.

Sulle note di Cheyenne la platea torna a cantare in coro alla loro stella, mentre Padova può ucciderti più di Milano, invita a riflettere su quanto la piccola provincia può essere difficile da vivere più di una grande città. Sono tutti testi biografici quelli della Michielin, come Bolivia o ancora la dolcissima L’amore esiste, che accompagnano l’apice del live sulle pluricantate Io non abito al mare e il successo sanremese di Nessun grado di separazione.
I 90 minuti sono quasi al termine, ma Francesca e i suoi tornano sul palco per un encore al piano con Verbena, la cover di Taylor Swift con All Too Well, il ritornello di Tutto è magnifico e la chiusa di Bonsoir, che titola il tour, la serata e che chiude quest’ora e mezza di pura bellezza e spettacolo.
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La scaletta del concerto di Milano di Francesca Michielin
Occhi grandi grandi
Vulcano
Ghetto perfetto
Battito di ciglia
Leoni
Comunicare
Un bosco
Cattive stelle
Chiamami per nome
Un cuore in due
Distratto / I wonder about you
25 Febbraio
Quello che ancora non c’é
Cheyenne
Padova può ucciderti più di milano
Bolivia
L’amore esiste
Io non abito al mare
Nessun grado di separazione
Encore:
Verbena
All Too Well (Taylor Swift cover)
Tutto è magnifico
Bonsoir
