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EELS: reportage, foto e scaletta del concerto di Milano

Mister E e i suoi Eels ci insegnano dal palco dell’alcatraz di Milano come Vivere meglio attraverso la disperazione non sia mai sembrato così divertente.

Articolo di Simona Ventrella | Foto di Roberto Finizio

Dal 1996, gli Eels, capitanati da Il cantautore e polistrumentista Mark Oliver Everett, hanno pubblicato 13 album in studio tra cui l’acclamato Beautiful Freak, Electro-Shock Blues e Blinking Light and Other Revelations.

Hanno vinto un Brit Awards nel 1998, e un documentario della BBC del 2007 su Everett e suo padre, il fisico Hugh Everett III, ha vinto un premio della Royal Television Society. Una vita vissuta soprattutto sui palchi quella di Mir E. interpretando mille versioni di sé dal cupo ballerino, al genio del pop sardonico, fino all’’appassionato di blues-rock.

Con questa premessa è facile capire il perché un concerto degli Eels è spesso paragonabile ad una grande seduta di terapia di gruppo in cui la dimensione intima e quella collettiva confondono temporaneamente i propri confini per mescolarsi insieme.

La personalità istrionica di Mister E è senza dubbio l’ingrediente principale, che lo mantiene presenza scenica e primo attore indiscusso anche se nascosto da una foltissima e lunghissima barba ingrigita. Gli anni passano per tutti e forse la soglia dei 60 e due anni di tour rimandati hanno iniziato a lasciare qualche segno del tempo anche su questo formidabile performer. 

La sua storica divisa total denim, gli occhiali scuri e il cappello in testa, hanno ceduto il passo ad una più elegante mise da crooner, che sottolinea ancora di più una personalità forte e sicuramente un ego a dir poco ingombrante. Anche se l’apparenza è meno spontanea e scapestrata troviamo questo look decisamente più cool.

Un cambio esteriore che però riflette anche un cambio di approccio al live, che rimanendo sempre su livelli qualitativi davvero alti, la band scivola tra le canzoni del passato e quelle più attuali con maestria e fluidità creando un’unica dimensione sonora carezzevole e accogliente, perde forse un po’ di incisività, energia propulsiva e varietà rispetto al solito standard a cui ci eravamo abituati.

Daltronde non possiamo pretendere a Mr. E di essere sempre lo stesso e non abbracciare la sua evoluzione, pur continuando ad amare tutto quello che lo rende unico: il suo timbro graffiante, le imprecisioni e quel misto di chitarre sferraglianti ed effetti elettronici opportunamente assemblati, mischiate alle melodie più dolci, tra frasi sussurrate e poi cantate a tutta voce.

Su questo la generosità della band è encomiabile con alcuni assoli ben piazzati e le solite gag tra musicisti, che spezzano il ritmo e creano quei giusti momenti di pausa. Le interazioni col pubblico, infatti, sono un espediente ricercato, ben costruito, capace di mettere in luce le peculiarità dei singoli. Ironia, divertimento, narrazione e un po’ di teatralità istrionica sono i fattori chiave per un concerto che arriva a due ore e che si possa considerare più che riuscito.

E’ un tour di recupero e forse anche per questo ci sono tutti i sintomi di una maturità espressiva a partire dalla scaletta, che ripercorre la carriera della band, prendendo brani e mescolandoli insieme, senza esclusione di pesi massimi come Novocaine For The Soul, I Need Some Sleep, ma con molti brani presi dai più recenti album Earth To Dora ed Extreme Witchcraft.

Ascoltandole live possiamo dire che le canzoni di Everett sono più efficaci, quando sono alimentate dalla tensione tra bellezza e frustrazione, o bellezza e tristezza e parte di questo contrasto, dai tratti ancora più commoventi, affiora molto in Extreme Witchcraft e negli ultimi lavori della band.

Una tensione emotiva e musicale, che si rispecchia molto anche nel live proposto, con alcune canzoni che si confondono talvolta sullo sfondo, rispetto ad altre che spiccano con decisione e creano quell’atmosfera, intoccabile e immateriale, quella vibrazione di piacevolezza che sale dalla schiena e che ti rende felice di non aver mancato l’occasione di sentire ancora una volta una grande band.

D’altronde per chi non è nuovo al suono e al percorso musicale degli Eels sa benissimo che vivere meglio attraverso la disperazione non è mai sembrato così divertente.

Clicca qui per vedere le foto del concerto degli EELS + Billie Marten in concerto a Milano (o sfoglia la gallery qui sotto)

EELS

EELS: la scaletta del concerto all’ Alcatraz di Milano

Steam Engine
Amateur Hour
Me and The Boys
Whatcha Gonna Do About It
Good Night On Earth
Anything For Boo
Jeannie’s Diary
3 Speed
The Gentle Soul
Peach Blossom
Who You Say You Are
I Need Some Sleep
It’s a Motherfucker
The Deconstruction
All the Beautiful Things
Dog Faced Boy
You Really Got ME
Novocaine  For The Soul
Root Beer
Are We Alright Again 
Baby Let’s Make It Real

ENCORE I
Friendly Ghost
Last Stop: This Town 

ENCORE II
Earth To Dora
Wonderful, Glorious
Good Gave Rock and Roll To You

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