I veneti T.H.U.M.B. continuano il percorso verso la psichedelia granitica del miglior stoner rock, con questo terzo album. In cinquanticinque minuti, distribuiti in dodici canzoni i T.H.U.M.B. sparano in faccia colate di rock magmatico incandescente e allucinato. Con un occhio rivolto al deserto californiano e un altro alla Seattle dei Soundgarden, ma qualche volta anche agli Heads, il trio veneto non fa sconti a nessuno con il suo rock monolitico e possente, proprio come lo scimpanzè della copertina.
Intriganti le aperture western di “East Clintwood” o gli inserti dell’armonica della blusata elettroacustica “Lived namow”. “Monstergods” è un buldozer spacasassi, che frantumerebbe anche il Gran Sasso, mentre “Road song” si colloca perfettamente a metà strada tra i Kyuss e i Queens Of The Stone Age. I T.H.U.M.B. poi infarciscono di LSD le chitarre soprattutto in “Superlover” e nella martellante “Into the deepest green”. Insomma questa è musica che va ascolta al massimo.
Vittorio Lannutti

