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Musica

FESTIVAL di SANREMO 2023: le pagelle della 1° e 2° serata

Martedì 7 febbraio 2023. Inizia la Settimana Santa dedicata al Festival di Sanremo. La svolta della 73esima edizione risiede in una forte presa di posizione di Amadeus: il meme va cavalcato. Quindi spazio a Gianluca Grignani e I Cugini di Campagna, ma soprattutto ai giovani che i meme li condividono quotidianamente perché, si sa, tra sticker Whatsapp e immagini sui social fanno parte del nostro linguaggio. 

Ok Ama, hai la nostra attenzione. Il regalo più inaspettato però ce l’ha fatto la nostra redazione. A sorpresa ci è stata data carta bianca per redigere le pagelle della prima serata, e chi siamo noi per tirarci indietro? Bugo? Assolutamente no. Oggi non è il giorno di “amo ma fino a quando dura Sanremo? Voglio andare a letto”.
Mentre scriviamo, stiamo pregando Rai Play affinché si blocchi il meno possibile (spoiler: si è bloccato almeno 17 volte, le abbiamo contate) con la stessa dedizione che Amadeus ci ha messo in quei push-up con Rkomi l’anno scorso. 

Rock n’ roll.

Anna Oxa: confonde l’Ariston con la Milano Games Week e presenta un cosplay da amante di Lucius Malfoy. Si riprende sfoderando un evergreen di Sanremo, cantando una canzone dalle linee melodiche impossibili. Sdogana un nuovo tipo di vibrato, anche se non si capisce se fosse voluto o no. Meme alla prima esibizione.
Voto: 5

gIANMARIA: la canzone che porta in gara è sullo stile di quelle già pubblicate. A noi comunque è piaciuto: buona la performance e look impeccabile. Dalla regia ci chiedono se faccia anche il modello, probabilmente dovrebbe! 
Voto: 8

Mr Rain: il principe dei ghiacci scrive bene e conosce la formula per il suo successo, non è una novità. Gioca la carta Wings di Macklemore, uscita 11 anni fa, facendosi accompagnare da un coro di bimbi che ci regala il primo pianto di questa edizione. Ma forse avremmo preferito senza.
Voto: 7

Marco Mengoni: il re conclamato del festival ruba un outfit a casa di Rkomi, ricorda Ghost Rider con Nicholas Cage. Mentiremmo se vi dicessimo che mentre cantava quelle vene sulla fronte non ci hanno ricordato Aiello 2020 con Ibuprofene. Siate sinceri. Vabbè poi il palco se lo mangia ovviamente. Vincitore annunciato?
Voto: 8

Ariete: per la prima volta sul palco dell’Ariston e senza il berretto iconico. Soffre un po’ la prima esibizione, ma Mare di guai è un bel pezzo, scritto assieme a Calcutta. Vediamo come se la caverà stasera.
Voto: 7

Ultimo: Peter Pan è deciso a tornare a Sanremo con la stessa carica dell’ultima volta, forse anche con la stessa canzone. Menzione d’onore per l’outfit da maranza ultra-fashion.
Voto: 6

Coma Cose: cantano la vulnerabilità di essere una coppia nella vita e nella musica e ci fanno commuovere. California impeccabile, Fausto un po’ meno. Alla prima serata mandano un segnale molto chiaro: DATEGLI QUELLA TOP 3.
Voto: 9

Elodie: l’aspirante regina di Sanremo 2023 ricorda il cigno nero di Natalie Portman, ma più fru fru. L’amico fashion stylist si sbilancia: si poteva fare di meglio? Risponde a tono alla performance di Mengoni, suo diretto avversario. Guardiamoci negli occhi: Elodie quest’anno può fare un po’ quello che le pare.
Voto: 9

Leo Gassman: Leo è un artista che sovente viene associato alla parola “favoritismi”. A Sanremo ha l’occasione di mettere tutti a tacere, ma come direbbe un noto commentatore sportivo: “Buona l’idea, meno la realizzazione”. Terzo Cuore è un misto tra la canzoncina per Sanremo e i Pinguini Tattici Nucleari (la canzone è scritta da Riccardo Zanotti), infatti potrebbe benissimo essere una bonus track di Fake News. Menzione d’onore per la produzione di Okgiorgio.
Voto: 6

I Cugini di Campagna: inaspettatamente stupiscono. Nick Luciani la voce la sa ancora usare bene. Lettera 22 è un brano che accontenta un pubblico largo, in più quel giro di basso mi piace (non scherzo). Senza motivo a fine esibizione arrivano dei fischi, prima prova di un pubblico… particolare diciamo. Attenzione però Cugini: la gara si vince sul lungo periodo. Oggi bene, ma con la testa alla prossima.
Voto: 7

Gianluca Grignani: l’outfit ricorda molto Johnny Depp. Purtroppo, non abbiamo capito bene il testo che ha cantato. È un brano che, forse, arriva di più con qualche giorno di ascolto. 
Voto: 5

Olly: sembra voler sostituire Sangiovanni occupando la casella “canzone da giostra”. Se ci metti l’auto-tune poi, si sa già che gli over grideranno allo scandalo. Ma noi stiamo con lui. In più quelle moves sul ritornello sono quasi più sexy del body di Elodie. 
Voto: 7 

Colla Zio: l’attacco con il vocoder fa ben sperare. Per essere la prima volta, i ragazzi sul palco sono scioltissimi e si divertono. Potrebbero essere una sorpresa, ma a una certa cantano “ma che sesso mi fai” quindi aspettatevi un’interrogazione parlamentare…
Voto: 5

Mara Sattei: agghindata dalla strumentale del fratello Thasup, è arrivata a Sanremo per fare sul serio. A mio avviso una performance seconda solo ai Coma_Cose, forti di un pezzo più incisivo. Dobbiamo dircelo chiaramente: il rischio di scalzare Elodie e Giorgia c’è. Bellissima, bravissima.
Voto: 7

Will: spirito fresco da hit radiofonica. Non ci aspettavamo il pezzo della vita e infatti non lo è, ma con olio di gomito e umiltà si è fatto rispettare, in radio lo sentiremo eccome.
Voto: 7

Modà: i Modà che fanno i Modà. Solo che dall’ultima volta che li abbiamo visti sono passati 10 anni, per tutti tranne che per loro. Nulla di male, solo niente che ricorderemo domattina.
Voto: 5

Sethu: si fa ascoltare e ricordare, la platea sanremese forse non è il suo target.Le soddisfazioni che merita probabilmente le avrà a partire dalla prossima settimana. Noi glielo auguriamo di cuore perché, insieme a suo fratello gemello, sul palco ha spaccato. 
Voto: 8

Articolo 31: il sentimento predominante (e preannunciato) è la nostalgia, ce lo aspettavamo, ma forse non così tanto. Un’autobiografia celebrativa del passato e del presente. Alla competizione però apportano poco, forse ci bastavano come ospiti. Voto: 5

Lazza: il primo colpo lo dà la produzione bella, elettronica e strutturata. Poi la performance, incredibile. Perfetto. Ci aspettavamo un Lazza seduto al piano con una ballad, siamo stati piacevolmente contraddetti. Ha osato e per noi ha vinto.
 Voto: 9

Giorgia: è scesa sul palco più bassa di dieci centimetri per tutte le aspettative che si portava sulle spalle. Qualcosa nel percorso verso l’Ariston però è andato storto: il pezzo è strano, ha un’impronta un po’ anni duemila e non esplode, le melodie sono un po’ digrignanti.Lascia un retrogusto amaro. 
Voto: 7

Colapesce Dimartino: a proposito di aspettative. Splash è uno di quei pezzi che capisci quanto ti piace al secondo verso. Pieno stile Colapesce e Dimartino senza cadere nella ricetta prestampata dei successi precedenti. Bentornati.
Voto: 8

Shari: l’emozione del suo viso si riversa tutta nell’esibizione. La struttura del brano sembra equilibrata e sul finale si vede la stessa Shari che abbiamo conosciuto nei pezzi precedenti. Un pezzo a cui va offerto il beneficio del riascolto.
Voto: 7

Madame: non c’è molto da aggiungere. L’istituzionalità del palco anche questa volta non l’ha snaturata, è un pezzo in pieno stile Madame, con la poeticità a cui ci ha sempre abituati. Chapeau.
Voto: 8

Levante: confusione. Il pezzo ci piace? Forse no. L’esibizione è andata male? No. È andato tutto esattamente come doveva andare? Sì. La mettiamo tra le più grandi della storia? No. La sua è, come sempre, una presenza potente, ma per ora non vogliamo sbilanciarci troppo, né in negativo né in positivo. Parere mio personale, sbaglierò? Amen.
 Voto: 7

Tananai: è stata l’esibizione della rivincita, dopo un anno di lezioni di canto che – diciamocelo – sono davvero servite a qualcosa. Lui è pulito, il pezzo gira: pur non essendo il brano più memorabile che abbia partorito, una ballad come questa è perfetta per il palco dell’Ariston e infatti viene premiata dalla sala stampa.
Voto: 7

Rosa Chemical: esplicito, sfacciato e provocante, dall’estetica al brano. Ce lo aspettavamo? Sì. Il grande pubblico è pronto? Non si sa, ce lo auguriamo (il parlamento sicuramente no). La fissa sul pezzo è già totale, a tratti hit, a tratti suoneria del 2000.  
Voto: 7


Inaugurare il festival con la presenza del presidente Mattarella è bene, metterci Benigni subito dopo un po’ meno. Nulla di personale. 

Chiara Ferragni è il centro di gravità permanente della prima serata: una presentazione scivolosa, per così dire. Cade vittima dell’invidia radicata nel popolo italico: se parla di sé non va bene, se parla di altro sta parlando di cose che non sa, quindi non va bene uguale. Invito tutti, maschietti e femminucce, a darsi una calmata. In fondo, è la prima esperienza a Sanremo anche per lei, che sul palco ci deve stare ben di più degli artisti in gara. Già meme per l’ingresso “Pensati Libera”, si riprende con l’intervento delle attiviste di D.I.RE. Sembra essersi portata a casa la serata da vincitrice. 

Quando Mahmood e Blanco sono insieme sono di un’altra categoria. Quando sono da soli sono più vulnerabili, vedasi la performance de L’isola delle rose, occasione colta al balzo dal pubblico dell’Ariston per annichilire un ragazzo di vent’anni. Non vale più dire the show must go on? Ennesimo scandalo non necessario che fa innervosire pure Ama. E ce ne vuole eh.

Francesca Fagnani è la Belva di cui il palco dell’Ariston aveva bisogno per una seconda serata abbastanza sottotono: colpa del momento Al Bano, Ranieri, Gianni Morandi? Anche il duetto Nek e Renga non ha aiutato, sicuramente. 

L’attenzione è stata smossa da Fedez, che in pieno stile Federico Lucia (e stavolta anche con un tocco di Salmo che si è sentito prepotentemente) ha fatto quello che sa fare meglio, come abbiamo scoperto dopo lo spettacolo del primo maggio: un freestyle che ha toccato temi sociali e anche personali, ma che non ci ha sconvolto più di tanto. 

I Black Eyed Peas come ospiti internazionali avevano gli occhi di tutti puntati addosso e, duole dirlo, ma hanno un po’ deluso: ci aspettavamo le hit anni 2000 ma ci hanno dato solo I Gotta Feeling, e per di più senza Fergie. 

Guardare interamente una puntata di Sanremo è un’esperienza elettrizzante e a tratti delirante. Ma diciamoci la verità: aspettiamo tutti questo momento dell’anno per sentirci un po’ parte di quella platea. 

Maglietta Arancione
Ilaria De Guidobaldi 

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