La compositrice americana Erika Anderson, in arte EMA, arriva in Italia a maggio per presentare l’attesissimo seguito del fortunato album di debutto del 2011 Past Life Martyred Saints. Il nuovo lavoro, prodotto da Leif Shackelford si intitola The Future’s Void ed è uscito ad Aprile su Matador/City Slang.
Domenica 25 Maggio 2014 + COM TRUISE
PADOVA – MACELLO
Info e prevendite: pulsepulse.bigcartel.com/product/25-05-com-truise-ema-macello-pd
Ingresso = 15 euro
Lunedi 26 Maggio 2014 + COLEEN GREEN
ROMA – CIRCOLO DEGLI ARTISTI
Ingresso = 10 euro + prevendita / 12 euro al botteghino
Info e prevendite: circoloartisti.it
Martedi 27 Maggio 2014
MARINA DI RAVENNA (RA) – HANA BI
Ingresso = Free entry
Se il precedente album era un’esplorazione interiore di relazioni umane e una sorta di tributo ad esse, il nuovo lavoro ci porta invece nello spazio, sia tematicamente che musicalmente. The Future’s Void si interroga sul modo in cui interagiamo con il resto del mondo meditando su come tale interazione sia sempre più influenzata dalla tecnologia. Attraverso la collaborazione con il produttore Leif Shackelford, il suono di questo disco riesce a riflettere perfettamente questi temi, ed invece di utilizzare l’elettronica per creare un ambiente asfittico e asettico, il lucido techno-futuro di Anderson si muove tra toni duri e paranoici ed esplosioni di colore e chitarre morbide e accattivanti.
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Molte tracce quindi partono dal bisogno di raccontare sentimenti legati alla nostra condizione di esseri umani in questa precisa epoca, ed è proprio nel saper raccontare il caos e l’angoscia dei tempi moderni in modo riconoscibile che Ema eccelle e spicca su molti altri musicisti della sua generazione. E nonostante sia chiaro che ci si muova verso sonorità elettroniche, Ema possiede uno spiccato senso per la melodia pop e un approccio rock and roll, “caldo” e vivo che si contrappone chiaramente alla perfezione e alla freddezza dell’era digitale. Tutto l’album infatti è pervaso da uno spirito punk, spontaneo, oggi troppo spesso perduto.
Erika descrive The Future’s Void come un “suono di resistenza alla mercificazione digitale”, un album a cavallo tra passato e presente, tra riflessione e spontaneità, che siamo certi la confermerà come una tra le più dotate e singolari artiste del panorama contemporaneo.