Go down Records
Se per Neil Young il rock non morirà mai, per i Volcano Heat il rock va sempre incitato. Parole sacrosante (nel senso più laico del termine). Questo trio esordisce, entrando a gamba tesa nel mondo del rock, con un disco di ottimo rock.
Ottimo, perché senza nessuna pretesa e soprattutto divertendosi a suonare ciò che più a loro piace, i Volcano Heat si esprimono con il miglior rock ascoltato a cavallo del 2000, vale a dire tutto ciò che di buono si è ascoltato tra la seconda metà degli anni ’90 e i primi anni del 2000.
Il trio parte con il rock’n’roll tirato di “Dead leaves”, avendo nelle orecchie l’irruenza del Detroit sound, per poi allietarci con diversi pezzi vicini alle sonorità e all’attitudine dei White Sripes (“Shake Your head”, “These days”). Splendida la cover di “Come togheter” suonata come se lo facessero i Queens Of The Stone Age. Il brano più intrigante è sicuramente “White days white heat”, grazie alla capacità con la quale, omaggiando nel titolo i Velvet Underground, si esprimono in un irruento rock’n’roll che media tra i primi Strokes e gli Hives. Buon ascolto ragazzi e ricordate di “beatificare” sempre il rock’n’roll!!!
Vittorio Lannutti

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