Sarebbe sin troppo facile commentare a caldo un evento come Campovolo. Basterebbe snocciolare i numeri per tesserne le lodi e guadagnare consensi. Lo sarebbe ancora di più se, al contrario, si iniziasse a fare l’elenco delle cose che non sono andate per il verso giusto, sparando a zero su tutto e tutti. D’altronde si sa, lanciare merda su qualcuno, è molto più semplice. Figuriamoci su un evento del genere.
Mettiamo subito in chiaro le cose. Vivere Campovolo, è un conto. Raccontarlo, è un altro paio di maniche. Per fare ciò è necessario dismettere i panni del fan e sforzarsi di analizzare in maniera oggettiva un’esperienza ad alto impatto emotivo.
Partiamo dall’inizio. L’esecuzione per intero di due manifesti del rock made in Italy, come “Ligabue” e “Buon compleanno Elvis” è un evento che ha dell’eccezionale. Un’occasione unica per rivivere gli anni dell’esplosione e dell’affermazione del Liga e riascoltare alcune chicche rimaste per troppo tempo nell’ombra. Inutile, quindi, sottolineare quante aspettative ci fossero per i primi due set della serata. Aspettative confermate solo in parte. La scelta di seguire rigorosamente l’ordine delle tracklist originali ha vincolato inevitabilmente la costruzione di una scaletta omogenea, capace di rendere al massimo dal vivo.
Probabilmente a rendersene conto è anche lo stesso Ligabue, apparso in alcuni momenti piuttosto rigido ed impostato. Anche l’effetto “sorpresa” svanisce, smorzando di fatto quel mix di ansia e curiosità che caratterizza quel breve intervallo tra la fine di un brano e l’inizio di un altro. Per farla breve, l’idea di riproporre un album dall’inizio alla fine può avere suo perché se c’è un fil rouge che lega i brani in una sorta di racconto da ascoltare tutto d’un fiato. Il racconto di “Ligabue” e di “Buon compleanno Elvis” è parso in realtà poco fluido: una carrellata di hit (e questo è solo un merito del buon Liga) e pezzi meno conosciuti, intervallata da qualche pausa di troppo.
Decisamente più convincente la terza e ultima parte della serata, dedicata a “Giro del mondo”: disco celebrativo del recente tour mondiale conclusosi in aprile. È infatti un Ligabue diverso quello che torna sul palco accompagnato da “Il Gruppo”. Nettamente più sciolto e affamato nonostante le quasi 3 ore di concerto già trascorse. Anche il pubblico sembra giovare di questa rinnovata carica, tenendo botta per tutte le quindici canzoni del set conclusivo.
Che piaccia o meno l’artista, Campovolo rimane un modello a cui guardare se si vuole portare gli eventi live nel nostro Paese ad un altro livello. Non si tratta tanto del numero di biglietti staccati, quanto dello studio e della progettazione che c’è dietro a Campovolo: dalla scelta della location all’organizzazione della viabilità, dalla sistemazione e intrattenimento del pubblico nella fasi di pre e post evento alla valorizzazione della comunità locale. Certo qualche nota negativa dal punto di vista logistico non è mancata, ma nulla in confronto a quanto è stato fatto. Un lavoro mastodontico, orgogliosamente italiano, che non ha nulla da invidiare ai principali festival europei.
Al Liga, solo un consiglio. Non smettere mai di suonare. Suona dove e quanto vuoi. Riempi i palazzetti, le piazze, gli stadi e le feste di paese, ma per un po’ basta Campovolo, se vuoi che mantenga tutto il suo fascino. Non voglio che diventi un appuntamento da segnare sul calendario al termine di ogni tour promozionale. Voglio che rimanga quell’evento unico, inaspettato e, proprio per questo, speciale, così da poter dire in futuro con orgoglio: “Io c’ero a Campovolo!”. Un fan.
Scaletta Ligabue – Campovolo – Sabato 19 Settembre 2015
Set “Ligabue” con Clandestino
01. Balliamo sul mondo
02. Bambolina e barracuda
03. Piccola stella senza cielo
04. Marlon Brando è sempre lui
05. Non è tempo per noi
06. Bar Mario
07. Sogni di R&R
08. Radio radianti
09. Freddo cane in questa palude
10. Angelo della nebbia
11. Figlio d’un cane
Set “Buon Compleanno Elvis” con La Banda
12. Vivo morto o X
13. Seduto in riva al fosso
14. Buon compleanno, Elvis!
15. La forza della banda
16. Hai un momento, Dio?
17. Rane a Rubiera Blues
18. Certe notti
19. Viva!
20. I “ragazzi” sono in giro
21. Quella che non sei
22. Non dovete badare al cantante
23. Un figlio di nome Elvis
24. Il cielo è vuoto o il cielo è pieno
25. Leggero
Set “Giro del mondo” con Il Gruppo
26. C’è sempre una canzone
27. Il meglio deve ancora venire
28. A modo tuo
29. Questa è la mia vita
30. Non ho che te
31. Sono qui per l’amore
32. Urlando contro il cielo
33. Ho perso le parole
34. Si viene e si va
35. Il muro del suono
36. Buonanotte all’Italia
37. A che ora è la fine del mondo?
38. Tra palco e realtà
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39. Il giorno di dolore che uno ha
40. Con la scusa del rock’n’roll
