Controrecords
E così anche Frigeri è tornato a pubblicare per un’etichetta. Dopo quattro dischi autoprodotti, ha ceduto alle comodità di un’etichetta. Tuttavia, questo non ha minimamente scalfito la sua vis polemica e l’efficacia della sua musica. Tutt’altro, perché “Togliamoci il pensiero” è il miglior disco dell’artista di Sassuolo, pubblicato finora. È il migliore perché più de “I sonnambuli” in questo è riuscito a coniugare la vena cantautorale con quella punk-rock.
È riuscito, infatti, a recuperare le radici rock che vengono dai Joe Leaman, e che trovano ispirazione in Bob Mould, e allo stesso tempo a usare frasi dissacranti e sarcastiche. Frigieri si sta sempre più rivelando uno dei migliori cantautori rock italiani, al pari di Giorgio Canali tra gli attuali e all’Edoardo Bennato degli anni ’70 o del miglior Giorgio Gaber. Non sono nomi che dovrebbero pesare, né sono nomi messi per fare effetto, perché Frigieri non ha nulla da invidiare a tutti questi. Vi basti ascoltare “Diversi dagli altri”, dotata di un sarcasmo che oggi è difficile trovare e che è accostabile al miglior Gaber, data la sua insofferenza per certi radical chic e per le contraddizioni di molti italiani. La stessa title-track è una ballatona cantatuorale di quelle che oggi in Italia non scrive più nessuno e sulla quale aleggia il fantasma di Neil Young.
Un elemento abbastanza nuovo che Frigeri utilizza in questo disco è il funk, sia in versione p-funk (”L’altra”), sia nell’autoironica “Senza canditi” con l’aggiunta di un sax che aggiunge tanto groove. I fiati, latineggianti, vengono abbondantemente utilizzati anche nel tango de “Il nemico”, mentre un brano che colpisce molto positivamente è “La nostalgia”, perché il testo è molto introspettivo e sarebbe stato bene anche ne “L’età della ragione”, ma Frigieri ha deciso di dargli un piglio rock e tirato, riuscendo a trovare la quadratura del cerchio tra rock e cantautorato.
Vittorio Lannutti
