Foto di Luca Ortolani
Dotan è un cantautore che si fa le ossa suonando nei bar e nei salotti per autoprodurre e promuovere il suo album di debutto “7 Layers”, che riscuote un successo internazionale. Armato della sua chitarra acustica, Dotan scrive con l’obiettivo di raccontare le storie più vicine al suo cuore. In contrasto con i suoi lavori precedenti, più cupi, la nuova era di produzione artistica di Dotan, intrapresa col secondo album “Satellites”, è ispirata alla luce, trovando la bellezza nelle asperità della produzione e nella cruda onestà dei testi.
“A little light in the dark” è il suo nuovo album, in uscita questo venerdì per X-Energy Records / Energy Production, e racconta un percorso alternativo per raggiungere la medesima destinazione stilistica.
Frutto di un lavoro di due anni e mezzo, “A little light in the dark” è un disco che parla in prima persona, con la voce propria di Dotan. Prodotto autonomamente, è un’opera mossa dall’esigenza di ritrovare le proprie radici. Ricerca delle origini ma con la voglia di indossare una nuova veste, se non addirittura di cambiare pelle ma senza cambiare la destinazione sul navigatore. Un percorso quasi folk, senza rinunciare all’elettronica che ha sempre contraddistinto la via maestra di Dotan. Più introspezione, più intimità: come aprire al mondo le porte del proprio confessionale.
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DOTAN: la scaletta di Milano
Heavy
Hungry
Home
Numb
Let the River In
7 Layers
Louder
No Kissing On a Sunday
Porcelain
Marigold
Carry You
