Articolo e foto di Giulia Manfieri
Milano, domenica 12 maggio. Mentre i più temerari sono ancora in giro per la città a far baldoria con gli alpini e tanti sono sotto le coperte davanti a Netflix, al Circolo Ohibò c’è Novo Amor, e tante, tantissime persone che lo aspettano, sedute a terra, in religioso silenzio. Inizialmente confusa, nel mio lento zig-zag tra la gente per arrivare sotto al palco, ad inizio live ho capito perchè quello sarebbe stato il modo milgiore di godersi un concerto del genere, che più che come concerto andrebbe definito come un’esperienza sensoriale, un bellissimo viaggio. Purtroppo, ça va sans dire, hanno fatto alzare tutti poco prima dell’inizio.
Polistrumentista, cantante, compositore, sound designer e produttore, Ali Lacey – conosciuto come Novo Amor – viene dal Galles e porta in giro per il mondo il suo sound, un mix sognante di indie pop e folk, che inevitabilmente rimanda a grandi nomi come Bon Iver. Un progetto nato nel 2013 per comporre la colonna sonora del lungometraggio di un amico, trasformatosi presto in una serie di collaborazioni di successo – come quella con il cantautore e produttore Ed Tullett – e due EP da solista, nel 2014 e nel 2017.
Nell’autunno 2018 Novo Amor ha pubblicato il suo disco di esordio, “Birthplace“. Dieci tracce che, una dopo l’altra, trasportano chi le ascolta su un altro pianeta, esattamente quello in cui ci siamo ritrovati catapultati ieri sera all’Ohibò, tra luci soffuse, fumo e foglie rampicanti sulle aste dei microfoni. Lacey, accompagnato sul palco da quattro elementi tra cui un violino, si alterna alle chitarre e al piano per tutto il set, dimostrando un talento straordinario, unico, difficile da imitare e tanto più da descrivere a parole.
Esco dall’Ohibò felice e rilassata (ancora per qualche ora, domani è lunedì) e penso che sacrificherei volentieri il film della domenica sera se al suo posto potessi sentire un concerto di Novo Amor ogni settimana.
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