Articolo di Giulio Taminelli | Foto di Federico Buonanno
Era da tempo che aspettavo questo concerto. Se già normalmente i Nanowar sono in grado di rendere epica ogni esibizione, in questi giorni ho quasi tremato al pensiero di cosa sarebbe potuto accadere per il ventennale della formazione. Oltre tremila i biglietti venduti per un sold out praticamente assicurato sin dall’annuncio della data e numerosi ospiti italiani ed internazionali venuti appositamente per celebrare l’evento, il tutto reso possibile anche dallo straordinario slancio preso dalla band su ogni forma di piattaforma musicale online.
Insomma, le premesse per un’esibizione epica ci sono tutte. Andiamo ora a vedere come è andata.
Lo show e la scaletta
Cominciamo col dire la cosa essenziale per capire questo concerto: I Nanowar of Steel sono infaticabili. Due ore e mezzo di concerto tiratissimo e praticamente senza soste, se non per introdurre o salutare i numerosi ospiti presenti. Lo show ha avuto inizio con la visione in anteprima del video di Protocols (of the Elders of Zion) of Love, seguito da un breve recap comico della carriera della band dal 2003 ad oggi con Maurizio Merluzzo come voce narrante.
Sober, traccia tratta dall’ultimo album della band Dislike to False Metal, segna l’inizio vero e proprio dell’esibizione, oltre che la partenza di una sequenza di canzoni che si succederanno senza pause sino al termine di Tricycle of Steel. Il cambio di passo avverrà con Il cacciatore della notte, poiché da questo pezzo in avanti il gruppo si avvarrà della collaborazione dei Flowing Chords, coro di altissimo spessore tecnico in grado di dare una spinta considerevole ai pezzi più epici della band e di cui consiglio vivamente l’ascolto anche al di fuori della “dimensione Nanowar”.
Da questo pezzo fa il suo ingresso sul palco anche il corpo di ballo, ormai elemento fisso nei video del combo al punto da essere diventato parte integrante dei live.
Nel prosieguo dell’esibizione avremo tracce da ogni momento della carriera dei Nanowar, passando da La Maledizione di Capitan Findus del penultimo album Italian Folk Metal a Rap-Sody di Into Gay Pride Ride del 2010. Va detto però che, numericamente, i pezzi considerabili “recenti” son di gran lunga superiori per numero alle tracce più datate, segno di quanto la band abbia trovato una nuova dimensione musicale che, pur rimanendo satirica nei confronti del mondo della musica metal, è più adatta al mercato internazionale e più in linea con gli attuali standard qualitativi (altissimi) della band.
Unica nota negativa in proporzione ad un’esibizione dai ritmi così alti è forse un finale un po’ troppo frettoloso, ma credo che su questo fatto siano entrate in gioco dinamiche esterne alla volontà del gruppo, per cui non posso che congratularmi per l’immane sforzo di tenere ritmi altissimi riuscendo contemporaneamente ad intrattenere in modo comico il pubblico.
L’esecuzione
Se i Nanowar of Steel sono arrivati dove sono è grazie anche alla qualità tecnica di tutti i componenti della band. Ogni singolo pezzo è stato eseguito con una precisione al limite del maniacale, stupefacente soprattutto per la quasi totale assenza di pause durante l’esibizione Sì, so di averlo scritto più volte, ma davvero ancora non mi capacito del tutto di quanto sia stato alto il ritmo generale dello show. Una buona fetta di merito credo vada data al batterista UinonaRaider, non un semplice “martello pneumatico” adatto al metal più spinto ma un vero e proprio motore trainante, in grado di amministrare splendidamente i continui cambi di genere e ritmo proposti dalla band.
Con un metronomo simile alle spalle, il bassista Gatto Panceri 666 e il chitarrista Mohamed Abdul riescono a dare il meglio in un’esibizione che chiede loro la massima varietà musicale possibile senza però mai dimenticarsi di star proponendo uno show comico e che quindi deve coinvolgere il pubblico in ogni momento.
Parlando di coinvolgimento, è impossibile non parlare della caratteristica principale della formazione dei Nanowar, ovvero la presenza di due cantanti sul palco. Ovviamente esistono diversi casi nella storia della musica in cui delle band prevedevano due voci, ma raramente la situazione ha funzionato bene (consiglio l’ascolto di “Concerto del primo maggio” di Elio e le Storie Tese per comprendere di cosa io stia parlando). La dimensione comico demenziale dei Nanowar permette invece ai due cantanti Potowotominimak e Mr. Baffo di collaborare fantasticamente creando siparietti comici o dandosi il cambio nell’incitare la folla e chiamare i cori. Valore aggiunto il coro dei Flowing Chords, splendidamente inserito all’interno dell’intera esibizione e di particolare efficacia nei momenti epic/power con apice durante Power of the Imodium, pezzo esilarante ma efficacissimo, oltre che di indiscusso valore tecnico.
Gli ospiti e i momenti principali
Fino ad ora ho volutamente evitato di parlare degli ospiti della serata, semplicemente perché ho deciso di riservare loro l’ultima parte di questo report.
Per il ventesimo compleanno dei Nanowar of steel si sono dati il cambio sul palco parecchi personaggi del mondo della musica e dello spettacolo. Il primo a fare la sua comparsa è stato Maurizio Merluzzo, affermato doppiatore e youtuber che due anni fa partecipò al video di La Maledizione di capitan Findus. Nonostante di fatto non abbia aggiunto praticamente nulla a livello musicale, fa sempre piacere vedere una persona in grado di stare su un palco sia per movimenti, sia per fisicità (e che fisicità, lasciatemelo dire).
Ho apprezzato molto anche la sua volontà di voler assistere al concerto, sbucando in un paio di occasioni dalle porte di servizio a destra del locale per godersi l’esibizione. Forse sarà un dettaglio stupido, però è bello sapere che le persone su un palco non sono androidi senz’anima ma esseri umani che continuano a coltivare sana curiosità e interesse per ciò che li appassiona, anche se è il loro lavoro.
Il secondo ospite della serata, Alessandro del Vecchio, è un vero pezzo pregiato della storia della musica Italiana e internazionale. Strumentista e cantante di eccezionale livello, oltre che produttore, compositore e chi più ne ha più ne metta.
Ben cinque canzoni sul palco per lui, ovvero V per Viennetta, The Power of Imodium, Power of the Power of the Power of the Power (Of the Great Sword), Declination e Barbie, MILF Princess of the Twilight. Guardandolo durante l’esibizione ci si rende conto di quanto sia versatile come musicista. Per intenderci, del Vecchio è una persona tranquillamente in grado di reggere un concerto da solo per bravura e capacità tecnica. Non posso che ritenermi più che soddisfatto di aver assistito alla sua esibizione.
Il Signore degli Anelli dello Stadio, Norwegian Reggaeton, Sottosegretari alla presidenza della Repubblica del True Metal e Valhalleluja vedono rispettivamente la comparsa sul palco di Maurizio Cardullo, altro musicista e produttore di altissimo livello che vi consiglio di seguire, Charly Glamour, ovvero il folle cantante dei Gigatron; Il Profeta, storico cantante degli Atroci che fa sempre piacere rivedere sul palco e, per concludere, Angus McSix, ex cantante dei Gloryhammer e attualmente uno dei musicisti più in vista nell’ambiente power.
Giorgio Mastrota e il materasso
Infine, come non citare l’ospite speciale della serata: Giorgio Mastrota. Sinceramente pensavo si limitasse a partecipare in qualche scenetta divertente, invece si è dimostrato pienamente padrone del palco. Oltre ad avere una sicurezza che farebbe invidia a molti performer musicali professionisti, ha una voce potentissima e salta come un ragazzino. Suo il momento più alto della serata, con la messa in scena di una televendita di materassi conclusa con lo stesso Mastrota che scaglia il materasso sul pubblico durante le prime note del pezzo Giorgio Mastrota (The Keeper of Inox Steel). Assicuro che l’epicità del momento ha raggiunto vette inesplorate. Una parte di me ha sperato che il presentatore decidesse di saltare sul materasso appena lanciato per fare crowd surfing. In ogni caso, l’aver visto la gioia di Giorgio Mastrota nell’apparire sul palco e il calore che nella sua breve apparizione è riuscito a donare al pubblico (cosa successa anche dopo lo show) dimostra ampiamente la bontà e il senso dell’autoironia del personaggio. Senza voler dare del “vecchio” a nessuno, mi auguro di arrivare ai miei cinquantanove anni, ovvero l’età anagrafica dello showman, con la stessa serenità
Tirando le somme, il concerto dei Nanowar of steel all’Alcatraz si è rivelato uno show a tutto tondo in grado di riunire sotto la bandiera del «True Metal» musicisti, youtuber e personaggi del mondo dello spettacolo, a riprova di quanto l’arte della comicità, se accompagnata da tecnica, passione e autoironia, sia un linguaggio universale e crossmediale.
Clicca qui per vedere le foto del concerto dei Nanowar of Steel all’Alcatraz di Milano o sfoglia la gallery qui sotto:
NANOWAR OF STEEL – la scaletta del concerto all’Alcatraz di Milano
Protocols (of the Elders of Zion) of Love
Sober
Nanowar
Gabonzo Robot
Tricycles of Steel
Il cacciatore della notte
La maledizione di Capitan Findus
Odino and Valhalla
Disco Metal
V per Viennetta
The Power of Imodium
Power of the Power of the Power of the Power (Of the Great Sword)
Declination
Barbie, MILF Princess of the Twilight
Ironmonger (The Copier of the Seven Keys)
RAP-sody
Il Signore degli Anelli dello Stadio
Pasadena 1994
Norwegian Reggaeton
Metal
Sottosegretari alla presidenza della Repubblica del True Metal
Feudalesimo e libertà
Bum Voyage
Uranus
Valhalleluja
La Polenta Taragnarock
Giorgio Mastrota (The Keeper of Inox Steel)