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Reportage Live

L’ultima formazione dei BLACK FLAG tra pogo e pensiero anarchico

Inizialmente previsto al Mil di Sesto San Giovanni e spostato al Legend Club di Milano si è tenuto il secondo e ultimo concerto italiano dei Black Flag

Articolo di Cecila Passetto | Foto di Federico Buonanno

 

1976 Hermosa Beach, California meridionale.

Nella zona dove si sviluppa il punk hardcore statunitense GREG GINN  dà vita a quella che diventerà una delle band più influenti e che darà un grande contributo a rendere popolare l’hardcore: i BLACK FLAG. 

Nel corso degli anni la band cambia spesso formazione, l’unico componente stabile è lo stesso Greg Ginn, chitarrista e compositore principale dei testi, che racchiudono i principi antiautoritari e quell’atteggiamento di avversione ad ogni forma di convenzionalismo, nello specifico i valori della dottrina anarchica. Il loro logo è la stilizzazione di una “Bandiera Nera” mossa dal vento, usualmente considerata il simbolo dell’Anarchia.

A oggi la formazione della band, oltre a Ginn alla chitarra, comprende JOSEPH NOVAL al basso, ISAIAS GIL alla batteria, noto anche come skater e attore, MIKE VALLELY alla voce.

1982 Milano, Italia

Nascita dei RAPPRESAGLIA.

Le luci al Legend Club di Milano sono sempre molto basse, si fatica quasi a vedere chi ti sta accanto, le luci sono focalizzate solo sul palco ma appena i Rappresaglia iniziano a suonare subito la sala si riempie; a loro è dato il compito di scaldare il pubblico e soprattutto i muscoli per quello che si scatenerà da lì a poco nel parterre. 

Pochissime parole e una scaletta nutrita, in appena quaranta minuti propongono diversi brani da “Attack” tratto dal loro primo album “Rappresaglia 1982” a quelli di “Neurotik”, l’ultimo lavoro del 2018; “Alibi”, “Neurotik World” e “Buried Alive” solo per citarne alcuni.

Durante la loro esecuzione si forma un piccolo pogo, ma ancora morigerato rispetto a quello che succederà nelle prossime ore.

I Black Flag ci danno il benvenuto sulle note di “Can’t Decide” e subito il pogo si incattivisce. 

Per tutto il corso della serata però noto che se una parte del pubblico si scatena, tanto da mettere in pericolo la stabilità del ventilatore da soffitto durante uno stage diving, un’altra invece ascolta attento e quasi immobile.

Sono i due lati della medaglia di un live dei Black Flag: le loro sonorità colpiscono, trasmettono energia e quel bisogno di sfogare allo stesso tempo rabbia e divertimento ma i testi dei loro brani meritano di essere decifrati e compresi, come “Depression”, “Annihilate This Week”, “TV Party”.

Sicuramente c’è tanta curiosità per questa band che ha contribuito a scrivere la storia del punk hardcore e si può considerare uno dei padri di questo genere ma d’altro canto in molti contestano il fatto di essere “la cover band di loro stessi” come mi dice un loro grande fan che li ha seguiti fin dagli albori ma che ora non se la sente di tornare a vederli dal vivo.

La scelta di  Greg Ginn di portare avanti il gruppo, con quest’ultima formazione, senza aver pubblicato nulla di nuovo non piace a tutti.

Nonostante le critiche dei più intransigenti i nuovi componenti del gruppo sono davvero molto bravi, Mike Vallely che sul palco è in continuo movimento, incita il pubblico e lo coinvolge a cantare. Greg Ginn durante e al termine del concerto regala i suoi plettri ad alcuni fan, porgendoli nelle loro mani e non lanciandoli come si è abituati a vedere, la differenza emotiva di questo gesto è tangibile.

Degni di nota sono i suoni, davvero perfetti, si sente distintamente ogni strumento e anche le parole dei testi, nonostante lo screaming, risultano molto comprensibili.

Non fanno bis ma suonano per un’ora e mezza ininterrottamente, poche parole con il pubblico, preferiscono dare spazio alle loro canzoni. Oltre ai brani più celebri come “Rise Above”

“My War”, “Six Pack”, “Nervous Breakdown” propongono brani tratti dai loro diversi album ripercorrendo la propria carriera. Nella scaletta nessun brano però dell’ultimo album “What the…” uscito nel 2013 con la vecchia formazione.I numerosi fan, che arrivavano anche dalle regioni vicine, capiscono che il concerto è realmente finito con l’esecuzione di “Loose Nut ” ma siamo tutti soddisfatti e con un carico di adrenalina che richiederà del tempo perché affievolisca.

I

Clicca qui e guarda la gallery fotografica dei Black Flag a Milano o sfoglia qui sotto gli scatti del live

Black Flag

BLACK FLAG – la scaletta del concerto di Milano

Can’t Decide

Nervous Breakdown

Fix Me

No Values

I’ve Had It

Annihilate This Week

Gimmie Gimmie Gimmie

Six Pack

Depression

Forever Time

Room 13

Slip It In

I Can See You

Revenge

Black Coffee

Jealous Again

My War

Rise Above

TV Party

Louie Louie

Loose Nut

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