Articolo di Chiara Amendola | Foto di Federico Buonanno
Premessa: se questo articolo non è di vostro gradimento siete autorizzati a insultarmi, mai nella vita godrò di una visione e di un’acustica più privilegiata per raccontare ciò a cui ho assistito. Anche se ci ho rimesso un tacco.
Quando la maggior parte delle persone parla di “indie pop” evoca immagini di melodie canticchianti, testi malinconici e una performance live di solito lenta e gentile. Anche se questo potrebbe essere veritiero per molte delle registrazioni in studio dei Bombay Bicycle Club, le loro esibizioni dal vivo sono l’esatto opposto del più banale luogo comune legato a questo genere.
Con palloncini sul palco e un’apertura in ascesa che parte con Just a little More time si sente immediatamente l’impostazione perfetta di una band le cui credenziali si distinguono dalla maggior parte degli artisti made in Uk nei primi anni duemila.


Nostalgico e avvincente in egual misura il concerto di questa sera è un cocktail in delirio che dimostra l’ampio spettro del viaggio dei Bombay dal 2007 fino ad oggi, anche se ahimè a godere di questo spettacolo siamo in meno di una scolaresca. Nota dolente che mi fa vincere una primissima fila dopo 25 anni di onorato servizio, così vicina che quasi flirto con un membro del gruppo.
My Big Day il nuovo disco, non perde tempo e dopo la prima traccia continua a palesarsi dal vivo con I Want to Be Your Only Pet il cui suono elettronico crea immediatamente una sensazione estiva, con un sound che quasi ricorda gli australiani Tame Impala.
I Bombay Bicycle Club dimostrano perfettamente il loro talento nell’ultima uscita, allontanandosi dai suoni della chitarra, sperimentando un’interpretazione moderna e di genere, raggiungendo una gamma di sensazioni ed emozioni in modo estremamente professionale. Questo album rappresenta una parte necessaria della loro discografia e sono abbastanza eccitata di vederlo eseguito in carne ed ossa.
In effetti in coda al mio arrivo all’Alcatraz già sapevo esattamente quanto questa band significasse per tutti i presenti, tra cui facce note delle più nostalgiche serate amarcord di Milano.
Jack Steadman, offre una brillante performance vocale che si sviluppa fino a un climax epico in cui mette in mostra, brillantemente, i suoi talenti attraverso l’uso di diverse ampiezze vocali. Il resto del gruppo regge il confronto dello show con uno stile altrettanto impressionante.


Mi sono più volte chiesta, afflitta da una certa ansia, se questa sera se i Bombay avrebbero suonato uno dei loro classici Eat, Sleep, Wake (Nothing but You) – il mio tallone di Achille in materia di romanticismo musicale – e le mie aspettative non sono state deluse, il pezzo arriva a metà scaletta accolto da un boato di approvazione da parte dei fan più anziani. Per rispetto nei confronti del brano metto giù il telefono per assaporarlo come se vivessi ancora in un contesto analogico.
Le ovazioni ai fasti al passato non terminano qui, Jack&Co continuano a regalarci gioie d’alti tempi.
Evening / Morning colpisce con ci suoi calci elettrizzati e ci trasporta alla deriva con il su latente spleen, Turn the World On scatena invece un singalong di massa, mentre il calore vertiginoso di Luna trabocca in pura euforia fino ad arrivare a Shuffle che ripristina un equilibrio con il suo inconfondibile intro dalle note felici.
Nella mia mente il set lungo un’ora non è abbastanza per entrambi gli attori in scena – sia la band che i fan – e sembra che la notte volga al termine più rapidamente con l’acclamato bis Always Like This.
Nessuno è pronto a dirsi “ciao” eppure le luci si accendono stordendo gli occhi e le orecchie con il silenzio che segue. Siamo tutti ancora troppo eccitati per uscire al freddo.
Nei miei anni di concerti, non ho mai visto un’atmosfera più positiva in una stanza, i Bombay giocano con il massimo entusiasmo e diventa quasi drammatico andar via. Dopo questa sera so per certo che “My big day” risuonerà nelle mie cuffie ogni giorno per i prossimi 6 mesi.
Torno a casa senza un tacco, immolato per la causa dopo un falso passo di danza in transenna, e non posso fare a meno di pensare che ne sia valsa la pena.
Clicca qui per vedere le foto dei Bombay Bicycle Club all’Alcatraz di Milano o sfoglia la gallery qui sotto:
Bombay Bycicle Club – La scaletta del concerto di Milano
Just a Little More Time
I Want to Be Your Only Pet
Overdone
Feel
My Big Day
Tekken 2
Lights Out, Words Gone
Everything Else Has Gone Wrong
Eat, Sleep, Wake (Nothing but You)
Good Day
Flaws
Onward
Evening/Morning
Good Day
Meditate
Luna
Shuffle
Turn the World On
Encore:
Always Like This


Danny Gandolfi
21/11/2023 at 10:04
Ciao Chiara
Wow ! Articolo eccellente che fa coinvolgere chi era al concerto o chi la persa. 🙌👏👏👏
All the best
Danny ( avevo il mio drink sul palco anch’io 😊)