Articolo di Stefania Clerici (Milano) | Foto di Emanuela Vigna (Trento)
Il set sembra quello di un vecchio varietà musicale che passerebbero a tarda notte su Rai teche: una grande scritta pulp domina il palco del Teatro degli Arcimboldi di Milano: BAUSTELLE a chiare lettere, in led, c’è scritto. Sotto una rossa pedana, su cui sono piazzate tastiere, mixer e tutti gli altri polistrumentisti Ettore Bianconi (elettronica e tastiere), Sebastiano de Gennaro (percussioni), Alessandro Maiorino (basso), Diego Palazzo (tastiere e chitarre) e Andrea Faccioli (chitarre) che supporteranno Bianconi, Brasini e Bastreghi per un concerto di più di due ore.
Che il tour de “L’amore e la violenza” stesse registrando sold out è cosa già annunciata, ma che lo spettacolo messo in piedi per la promozione dell’omonimo album fosse all’altezza delle aspettarive non è da dare per scontato. Soprattutto quando la scelta della scaletta è di proporlo tutto d’un fiato nella prima parte del concerto, con una secondo tempo dedicato più a vecchi brani, spesso anche non così noti, ma tutti applauditissimi, cantatissimi e ballatissimi, con più di una invasione di campo dalla platea alle gallerie dei bontonissimi Arcimboldi.
Apertura affidata al giovane cantautore Lucio Corsi che scalda l’atmosfera del teatro in attesa delle 21.30, quando fanno il loro ingresso i Baustelle: Francesco Bianconi (voce, chitarre, tastiere), Claudio Brasini (chitarre) e Rachele Bastreghi (voce, tastiere, percussioni) iniziano con il botto, proponendo Il vangelo di Giovanni e il singolo di lancio Amanda Lear come apertura di show. Su Eurofestival una carichissima Rachele scatena ugole e corpo in una ballad intensa che accende il pubblico del teatro e lo scroscio di applausi al termine del pezzo è bellissimo.
A conclusione della prima parte di show Bianconi si affida a Ragazzina, introducendola come il pezzo “sbagliato”, quello dell’errore, perchè è una canzone che parla di figli e di Natale, dicendo che scrivere una canzone che parla di questi argomenti è qualcosa da non fare mai. Eppure il risultato è una bellissima poesia, un piacevolissimo errore da essere proprio contenti di aver potuto ascoltare!
Solo cinque minuti di pausa e il cartello nero su bianco “Non muovetevi: relax”, per poi scivolare sulla seconda parte di live, tutto dedicato ai grandi pezzi del passato: su Charlie fa surf ecco la prima invasione di pubblico, festa sottopalco e fan in piedi a battere le mani. L’atmosfera non accenna a placarsi e amore vince su violenza: proprio nei brani più datati come Gomma e La canzone del riformatorio si balla e ci si scatena, mentre nella più intima Bruci la città si canta melanconici.
Il proposito di essere tristi, pessimisti e snob lanciato da Bianconi risulta ironico sulla chiusura di concerto, affidata a La guerra è finita. Il concerto pure, quasi. Si torna sui toni calmi dell’inedita Veronica II e poi a conclusione della serata Le rane. È stato uno dei migliori concerti del 2017 e c’eravamo. Qui a Milano si replica (con altro sold out) il 4 aprile. Il tour prosegue però nei teatri di tutta Italia fino alla fine del prossimo mese, qui tutte le info.
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BAUSTELLE – scaletta concerto di Milano – 20 Marzo 2017
Prima parte
Il vangelo di Giovanni
Amanda Lear
Betty
Eurofestival
Basso e batteria
La musica sinfonica
Lepidoptera
La vita
Continental stomp
L’era dell’acquario
Ragazzina
Seconda parte
Charlie fa surf
Un romantico a Milano
Monumentale
Gomma
Bruci la città
La canzone del parco
L’aeroplano
La moda del lento
La canzone del riformatorio
La guerra è finita
Encore
Veronica n.2
Le rane
