Articolo di Chiara Amendola | Foto di Oriana Spadaro
Qualcuno ha perso la testa per Maria Antonietta e non viceversa questa volta. Il live della cantautrice alla Santeria Social Club di Milano è stato un inaspettato sold out, risultato anticipato dalla presenza di numerosi bagarini in Viale Toscana e bancarelle abusive di fake merchandising, nota distintiva di chi è ufficialmente popolare (la stessa M.A. ha confermato di sentirsi lusingata da ciò sul suo profilo Instagram).
Il parterre che mi attende è come sempre variopinto e offre spunti di riflessione, d’altronde non è vero che sei ciò che ascolti?
Probabilmente se mi avessero condotta bendata fino a qui, avrei sicuramente pensato di essere a una convention Luxottica: c’è una miopia dilagante visto che il buon 70% dei presenti indossa occhiali da vista abbastanza imponenti, con enormi montature vintage rigorosamente color tartaruga. Ma l’occhio scruta molto di più, paninari in Moncler e Timberland addentano sandwich in attesa del live, numerose ragazze sfoggiano capelli rosso fluo, e, nonostante il mio tentativo di coolness, ostentato da una pelliccia sintetica di 6kg, un ragazzo mi ruba la scena sfoderando smisurati orecchini a forma di cerchio con la circonferenza di un hula hoop.
Ma entriamo nel dettaglio dello show. Maria Antonietta ci offre un’esperienza che potremmo definire ancora underground, forse perché lei non è cambiata dal suo debutto, e la lunga pausa di 4 anni dal suo ultimo album non le ha fatto modificare le care vecchie abitudini: entra in scena senza fronzoli, accolta da una scenografia bucolica incorniciata da un tripudio di fiori (finti però).
Lo spettacolo è estremamente curato in ogni dettaglio, dalla messa in scena all’interpretazione, in scaletta tutti i brani del nuovo lavoro, ma anche vecchie glorie.
Si parte senza mezze misure con Deluderti, lunga considerazione agrodolce sulle relazioni umane e sulle aspettative. Il concerto scorre limpido e senza noie, da Abitudini a Cara Ombra, da Vergine a Pesci è un susseguirsi di luci e cori. C’è empatia tra i presenti, le canzoni diventano espiazione di un malessere comune che unisce e diverte. Una lirica cinica sulle ossessioni e le paranoie della “Generazione Xanax”, il limbo di chi è cresciuto ma è ancora disorientato.
Maria Antonietta è protagonista di ogni storia che canta e lascia tutti a bocca aperta, sul palco non si limita a seguire la scaletta ma racconta sé stessa come in un romanzo di formazione, e tutti la comprendono perché parlano la sua lingua.
Spazio agli ospiti con ben due momenti attesi e indubbiamente apprezzati. Il primo a fare irruzione sul palco è Brunori SAS, vate nonché talent scout di M.A. Insieme alla sua pupilla, armato di chitarra, si cimenta in due pezzi da lui prodotti ma che portano la firma della rossa: Saliva ed Estate 93’.
Su E invece niente arrivano i Tre Allegri Ragazzi Morti (destinatari originari del pezzo), la scanzonata ballad dalle sonorità vagamente retrò diventa il pretesto per una performance non attesa che conduce il pubblico in non luoghi dove ci arrivi solo se ti lasci andare alle riflessioni più intime, all’istinto, al cuore.
Dopo una sagace cover di Fotoromanza il pubblico raggiunge l’estasi massima ma il gran finale si rivela ancora più punk e nostalgico: Maria Maddalena, Animali, una recitata Alla felicità e ai locali punk e una degna conclusione sulla scatenatissima Quanto eri bello.
Maria Antonietta è pop, intelligente, pungente e piacevolmente triste, ha una presenza scenica che evoca dive di altri tempi, un’eleganza inimitabile e una voce dal tono sprezzante, che sembra doppiata ad hoc per i suoi testi.
Se dovessi sintetizzare ciò a cui ho assistito con una sola parola userei Lalochezia, termine che descrive lo stato di liberazione e sollievo dopo aver imprecato in una condizione di disagio.
Maria Antonietta è stato il mio analgesico, un po’ come dire parolacce durante il travaglio, anche se in questo caso non ci sono stati dolori addominali.
E allora grazie.
Ps. Menzione speciale ai bagni della Santeria: non sono luridi, non emanano odori fuorvianti e vantano super scorte di carta igienica. Consigliatissimi.
MARIA ANTONIETTA – La scaletta del concerto di Milano
Deluderti
Abitudini
Cara ombra
Vergine
Pesci
Giardino comunale
Stomaco
Saliva – con Brunori SAS
Estate 93’ – con Brunori SAS
Giardino Comunale
Tra Me E Tutte Le Cose
Galassie
Questa è la mia festa
Diavolo
E invece niente – con TARM
Occhi – con TARM
Con gli occhiali da sole
Fotoromanza (Gianna Nannini cover)
Oceani
Abbracci
Ossa
Encore:
Maria Maddalena
Animali
Alla felicità e ai locali punk
Quanto eri bello

