Fissato per il numero 11, Max Trani, in arte Dog Byron, cerca di coniugare il blues delle origini con il grunge in questi dieci brani + una ghost track. “Eleven craters” è una sorta di concept album, perché oltre all’omaggio al grunge, passando per il blues, è un viaggio onirico alla ricerca di emozioni e sensazioni.
Il suo approccio è tra l’acustico e l’elettronico, non disdegnando, in alcuni passaggi l’elettronica. Se l’intento era l’omaggio al grunge, l’obiettivo è stato raggiunto per metà. Badate bene che questo per chi scrive non è un problema, perché la qualità del disco è comunque garantita.
La maggior parte dei brani sono strutturati sul blues con molte variabili, da quello soffuso di “Ecplipse (the ergonomie) Girl” a quello avvolgente di “So keen”, passando per quello che sembra un vero e proprio omaggio al blues targato Glitterhouse/Glitterbeat, (vale a dire dai Dirtmusic ai Tinariwen e Tamikrest) di “Ocean vox”.
Quando spinge sull’acceleratore e il blues si trasforma in rock Dog Byron riesce a far incontrare sullo stesso palco i Led Zeppelin e i Bud Spencer Blues Explosion, mentre in “Washing machine” si viaggia sul più classico e accattivante rock blues. “Eleven craters” è un disco da ascoltare e riascoltare in un lungo viaggio sia fisico, sia dentro sé stessi.

