É uscito a Dicembre per Visory Records “Orocolante“, il nuovo singolo de Limbrunire. Un nuovo capitolo che si aggiunge al progetto solista di Francesco Petacco, in arte Limbrunire, cantautore ligure già noto alla scena indipendente che torna con un brano: un primo assaggio di un nuovo disco in uscita e finalista al Circonomia Green Music Contest e vincitore del Premio Speciale Radio Alba.
“Orocolante” è dunque un brano dolce amaro di chi continua a cantare su una nave che tuttavia sta affondando, cullati da un tappeto elettronico dove è possibile nascondere tutta la polvere di un mondo che stiamo calpestando: una consapevolezza oscura mascherata da un singolo sfacciatamente pop.
Per conoscerlo meglio, gli abbiamo chiesto dei suoi cinque brani preferiti.
Prospettiva Nevski – Franco Battiato
Difficile sceglierne soltanto uno dall’incredibile discografia di Franco Battiato, questo però è il brano che più di tutti mi emoziona ogni volta che lo ascolto.
Il suo incedere lento è sublime, e l’arrangiamento basato su un arpeggio di pianoforte semplice e struggente accompagna la melodia in maniera impeccabile, il testo infine alquanto fotografico porta l’ascoltatore a immergersi totalmente nella magica atmosfera creatasi.
“ e il mio Maestro m’insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire”.
Heroes – David Bowie
Per me il miglior brano avant pop del XX secolo. O almeno il singolo perfetto, la hit intoccabile.
Prodotto da Brian Eno e Robert Fripp, e proprio quest’ultimo disegna un tappeto di chitarra mai sentito prima e probabilmente mai più risentito dopo.
Al di la del carisma di Bowie, (celebre il videoclip nel quale rapisce e ipnotizza come non mai) la chitarra è assoluta protagonista di un brano che non sembra perdere il suo fascino nonostante sia stato pubblicato per la prima volta nel lontano ’77.
Altrove – Morgan
“che nell’incosciente non c’è negazione”.
Continuo a reputare Marco Castoldi il vero genio della musica italiana, colui che con comportamenti alle volte opinabili riesce sempre e comunque a creare arte.
Credo che alla fine sia proprio questa la sua dimensione, di mina vagante, spesso incompresa o fraintesa, troppo per una società sempre più ovvia, indottrinata docilmente dentro a dinamiche consolidate e inscindibili.
Questo brano, prima traccia di un disco tra i più belli degli ultimi vent’anni scritto probabilmente in un momento di particolare ispirazione ha la capacità di entrarti dentro, di sconvolgerti per le soluzioni non convenzionali adottate sia nella produzione sia nel testo.
Una canzone che ti fa ricredere di tutto, che ti travolge come un’onda e ti porta dentro a un sogno lucido, e quando riapri gli occhi hai solo voglia di dire grazie!
I nostri giorni – Andrea Laszlo De Simone
Un bellissimo brano sputato fuori dagli anni ’60 che parla degli attuali claudicanti anni ’20 con una voce chiusa in una scatola di sigari degli anni ’30.
Sono in pochi oggi a essere così inclassificabili in fatto di tempo, autentici e lontani dalle apparenze effimere della grande navicella mainstream, pochi resistono alla tentazioni che tramutano il fine in un semplice mezzo per apparire, ALDS è uno di questi!
Dalla sua musica si evince benissimo questo messaggio sincero privo di orpelli o sovrastrutture. Un codice in grado di toccare corde profonde, capace di farle vibrare.
L’ultima festa – Cosmo
Ricordo benissimo la prima volta che l’ascoltai: mi trovavo per caso in un bar lungo il molo di Marina di Carrara, stavo sorseggiando un caffè e a un tratto sento questo brano fuoriuscire dalle casse in filodifussione, interruppi immediatamente la conversazione e drizzai le orecchie.
Mi stupii la freschezza, l’immediatezza dell’inciso, la kick e il bass tipici del dancefloor, insomma una bomba!
Ecco, un brano secondo me funziona veramente e assume la qualifica di hit quando ha la capacità di attirare la tua attenzione mentre stai facendo altro.
