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Chiedi chi erano i BEATLES in Italia e una trilogia ti risponderà

In tre volumi, i collezionisti Fulvio Fiore e Alex Franchi raccontano come la stampa italiana ha visto i FabFour dal 1963 al 1970. Presentazione all’Hard Rock Cafe nell’ambito della Milano Music Week, con l’accompagnamento della tribute band The Shout.

Articolo di Silvia Cravotta

Nonostante il loro scioglimento oltre mezzo secolo fa, i Beatles sono ancora tra noi e questa è una cosa meravigliosa. A non farci dimenticare i quattro di Liverpool hanno recentemente contribuito le moderne tecnologie – vedi il riuscito esperimento del singolo Now and Then, che partendo da una registrazione in lo-fi di Lennon al pianoforte ha fatto cantare di nuovo insieme i FabFour grazie agli algoritmi del machine learning – ma anche i più tradizionali supporti, vedi alla voce “libri”, come la trilogia “I Beatles in Italia”, presentata all’Hard Rock Cafe Milan nell’ambito della Milano Music Week, in corso in città.

Una raccolta monumentale totalmente autoprodotta dai due autori, Fulvio Fiore e Alex Franchi, due beatlesiani doc e appassionati collezionisti di memorabilia della band che hanno messo in tre volumi – con una media di 500 pagine a tomo, in vendita agli eventi e online – il racconto per immagini di come la stampa italiana ha visto e raccontato il quartetto inglese dal 1963 al 1970. Non solo articoli ma reperti stampa di vario genere, foto, locandine, biglietti, spartiti, pezzi di gossip e documenti mai visti prima: una collezione decisamente esaustiva che raccoglie materiali – divisi in blocchi per anni: 1963-1965, 1965-1967 e 1967-1970 – e che passa attraverso i primi successi, la notorietà mondiale, l’arrivo di Yoko Ono chiamata “la cinesina” fino alla fondazione della Apple Corps e alla parola “the end” per i quattro artisti.

Sembra incredibile, vista la mole, ma sono tutti materiali di proprietà dei due autori. “Tutti originali, non ci sono documenti scaricati dal web” ci tiene a precisare Franchi, 55 anni, raccontando di una passione esplosa in giovanissima età, quando però i Beatles erano già un ricordo. “In tutti questi anni siamo andati in giro a raccogliere quello che trovavamo sull’argomento – racconta – soprattutto nei mercatini. L’online ci ha dato una grossa mano ma non è certo bello come andare on the road, dove sui banchetti a volte abbiamo trovato veri e propri tesori”. Anche se dei Beatles ci sembra di sapere ormai tutto, spiega ancora Franchi, “salta sempre fuori qualche nuova scoperta su di loro e ci sembrava giusto preservare tutto questo sapere raccontando come l’Italia li ha visti in tutti quegli anni”.

Sulla copertina del secondo volume, quello degli anni dal 1963 al 1965, l’iconica foto dei Beatles tra le guglie del Duomo. Il quartetto fece una sola tournée in Italia, 58 anni fa e durante la presentazione – tenuta dal solo Franchi a causa di un impegno dell’ultimo momento di Fiore – l’autore ricorda come l’accoglienza nel Paese non fu quella che ci si sarebbe potuto aspettare per l’arrivo di una band che nel 1965 aveva all’attivo già 4 album, molti singoli di successo e addirittura un film, A Hard Day’s Night. Nonostante in tutto il mondo fosse già Beatlesmania, infatti, in Italia a far parlare fu più il fenomeno di costume che la loro musica. E così le tre date italiane – Milano, Roma e Genova – si snodarono tra mancati sold out, brevi esibizioni alternate tra pomeriggi e sere con cantanti all’epoca acclamati i cui nomi ora non ci dicono niente, amplificatori non adatti e canzoni cantate a memoria, oltre alle urla isteriche delle ragazze come da tradizione. Fiore ricorda ancora come la Rai scelse di non riprendere il loro concerto e quel poco di materiale video disponibile lo dobbiamo a Peppino di Capri che, lasciato il microfono, si impossessò di una videocamera e riprese i quattro sul palco.

Degno accompagnamento per una trilogia che grida tutto il suo amore per i Beatles, una tribute band con la missione di far rivivere l’emozione di un concerto dei fantastici quattro. Terminata la presentazione, infatti, ai microfoni dell’Hard Rock Cafè arrivano i The Shout, quartetto milanese in attività dal 2008, con esibizioni in Italia e all’estero, e un carnet di ricordi che comprende l’apertura dei concerti dei Quarryman (la prima band di John Lennon) e di Pete Best (il primo batterista dei Beatles). William Vetri nei panni di John Lennon, Giuseppe Locritani in quelli di Paul McCartney, Massimo Cherubin nella vece di George Harrison e Enrico Tagliani alla batteria come Ringo Starr arrivano in outfit rigorosamente beatlesiano con la loro versione fedele di quei successi che – ça va sans dire – hanno lasciato un segno indelebile nella storia della musica.

I beatlesiani d’Italia che non hanno potuto partecipare alla serata all’Hard Rock però non si disperino. Appuntamento domenica 26 novembre al Parco Trotter, sempre nell’ambito della Milano Music Week, con l’evento BeatlesMi, un pomeriggio interamente dedicato ai quattro con concerti di tribute band, mostre, proiezioni, quiz, presentazioni e incontri con collezionisti, personaggi della musica, reading e spettacoli di impostazione teatrale relativi ai Beatles. Tra i protagonisti dell’evento ci sarà ovviamente anche la trilogia con i suoi autori, Fulvio Fiore e Alex Franchi, che sull’esperimento “Now and Then” chiosa “esperimento interessante ma suona un po’ troppo come un Beatles 2023, quindi lo trovo poco affascinante. Prepariamoci perché di provini come quello utilizzato per questa canzone ce ne sono in giro tantissimi“. Insomma, continueremo a parlarne. Per fortuna.

Leggi l’intervista di Eleonora Bagarotti a May Pang tra John Lennon e Yoko Ono: il racconto della relazione segreta al quotidiano “Libertà” di Piacenza

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