Intervista a cura di Giulio Taminelli e realizzata da Andrea Ripamonti
I belgi Carnation per oltre un decennio hanno prodotto death metal di stampo classico, forse tra i migliori dell’Europa continentale.
Poche settimane fa, con la presentazione del singolo Cursed Mortality, la band dà un forte segnale di cambiamento con l’inserimento di tracce melodiche e di maggior spessore tecnico. Per scoprire quale percorso ha portato a questo cambio di sonorità, abbiamo intervistato il bassista Yarne Heylen e il chitarrista Jonathan Verstrepen in occasione del Graspop Metal Festival.
Vi ringrazio a nome dello Staff di RockOn per averci concesso questa intervista.
Innanzitutto, come sta andando questa esperienza al graspop?
Jonathan: Molto bene! È la seconda volta che partecipiamo ed è sempre un’esperienza fantastica.
Parliamo del vostro nuovo album, Cursed Mortality, in uscita il 3 novembre 2023. Cosa troveranno i fan?
Jonathan: Beh, troveranno sicuramente le sonorità tipiche dei Carnation ma anche delle novità. Giri più progressive con l’aggiunta di voci e chitarre in “pulito”
Yarne: La pesantezza [del death metal] è ancora presente.Scherziamo sempre sul fatto di creare delle hits orecchiabili con ritornelli molto pesanti in pieno stile death metal. Questo i fan lo troveranno sicuramente. Semplicemente, troveranno qualche elemento melodico aggiuntivo
Da dove avete preso l’ispirazione per questo ultimo album?
Jonathan: Ovunque. Per lo più al di fuori del death metal. A volte ascolto gruppi come i Queensrÿche e i Marillion che fanno rock progressivo e hanno cambi di tempo che mi piacciono molto, quindi ho cercato di inserirli nella mia musica.
Yarne: Rispetto ai nostri album precedenti, in cui i riff erano molto pesanti e la melodia era di supporto, ora ci concentriamo di più sulla melodia e quindi adesso è il riff a fare da supporto alla melodia. L’equilibrio è cambiato, penso che funzioni molto bene e, come ha detto Jonathan, lo dobbiamo alle molte influenze esterne al death metal, tra cui gli Iron Maiden.
Jonathan: ll suono delle chitarre è un po’ come in Somewhere in Time degli Iron Maiden, un suono futuristico. Durante la registrazione abbiamo persino usato lo stesso finale che usavano all’epoca pur di ottenere quella sensazione speciale.
Il cambiamento del logo nell’ultimo album è solo una scelta grafica o rappresenta anche un cambiamento nella vostra musica?
Jonathan: Rappresenta sicuramente un cambiamento nella musica ma, dopo i primi dieci anni di Carnation, volevamo un logo che segnasse l’inizio di una nuova era per la Band.
Yarne: Con la nuova musica e il nuovo stile artistico, abbiamo cercato di adattare il vecchio logo al nuovo artwork e poi abbiamo ascoltato l’album, ma ci siamo resi conto che non si adattava bene. Ci piaceva molto il vecchio logo, ma non era abbastanza curato, credo, per il nuovo materiale.
Penso che questo logo sia molto più maturo e che, si spera, possa parlare anche a un pubblico più ampio. Il logo precedente urlava “death metal old school”. Ora vogliamo solo mostrare un logo rimandante al metal estremo che sia moderno e molto leggibile.
Oltre al logo volevamo anche un simbolo, ma con il logo precedente era difficile realizzarne uno. Non riuscivamo a trovare nulla di adatto. Ora abbiamo la C con il cerchio intorno e si adatta perfettamente.
Ci siamo ispirati molto alle bottiglie di birra belghe. Eravamo seduti in un bar con l’artista che l’ha disegnato e lo stavamo confrontando con i loghi delle bottiglie di birra e credo che funzioni perfettamente [ride].
La title track Cursed Mortality presenta alcuni interessanti inserti di canto pulito. Com’è stato lavorare su un tipo di canto così diverso da quello delle vostre sonorità tradizionali?
Jonathan: In realtà abbiamo già fatto un piccolo esperimento nell’ultimo album, credo l’ultima canzone.
[qui Jonathan sta parlando di una piccola parte in pulito presente In In Chasms Abysmal, ultima traccia dell’album Where Death Lies.]
Non essendo un singolo, credo che molte persone non la conoscano o non l’abbiano sentita. Cursed Mortality invece è la nostra prima canzone con il canto pulito.
Yarne: Penso che sia la canzone più scioccante da pubblicare come primo singolo di un nuovo album ma l’abbiamo fatto di proposito.
Ovviamente avremmo potuto pubblicare il solito tipo di musica e dare ai fan quello che si aspettavano, però in quel momento la nostra idea era quella di scioccare. Lo abbiamo fatto scegliendo una canzone di sette minuti e trenta, ovvero la canzone più lunga dell’intero album. Non è nemmeno una buona scelta come primo singolo, ma in un periodo in cui tutte le band fanno sempre la stessa cosa penso che sia un bene fare qualcosa di diverso che “costringa” la gente ad ascoltare una canzone di sette minuti e trenta, perché penso che ne valga la pena. Oltretutto le prime voci che si sentono sono volutamente quelle pulite perché, a prescindere dalla reazione dei fan, buona o cattiva che sia, l’intento era quello di polarizzare in qualche modo il pubblico.
Cosa significa fare death metal nel 2023?
Yarne: Credo che la scena sia ancora molto forte e penso che tra tutti i sottogeneri del metal, il death metal sia uno degli unici che non è mai morto e che è sempre rimasto forte.
Jonathan: È death metal ma non muore mai [ride]
Yarne: E continua a cambiare e a migliorare perché ci sono così tante varietà nelle band metal. Non ci sono due gruppi death metal uguali. Esiste il death metal di scuola americana come i Death, ci sono gli Entombs per il death metal europeo e poi ci sono tutte queste cose in mezzo che si sono sempre evolute in qualcosa di nuovo. E ora ci sono anche molte band di progressive death metal come i Rivers of Nihil.
Penso che sia molto bello. Spero che il genere rimanga vivo e che continui a evolversi in qualcosa di diverso.
Ultima domanda: Prossime date in Italia?
Yarne: Al momento non abbiamo nulla di programmato, ma siamo alla ricerca di concerti perché abbiamo suonato solo due volte in Italia.
Jonathan: Abbiamo suonato in un club a Parma in apertura ai Schirenc Plays Pungent Stench. Abbiamo fatto due show in Italia ma nelle date peggiori in cui suonare, ovvero l’uno e il due gennaio.
[Jonathan si riferisce a due concerti del tour promozionale dell’album Smut Kingdom dei Schirenc Plays Pungent Stench, il primo a Parma ed il secondo a Pavia, organizzati realmente l’uno e due gennaio 2019]. Diciamo che la gente in quell’occasione aveva decisamente di meglio da fare [ride]
Un enorme grazie dalla redazione di Rock On per il tempo che ci avete concesso.
Jonathan e Yarne: Grazie a voi, è stato molto divertente.
