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Arte

Il Golden Ticket per un viaggio di sola andata nell’universo visionario di TIM BURTON

Il Mondo di Tim Burton alla Mole Antonelliana di Torino foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Articolo di Jennifer Carminati | Foto di Andrea Ripamonti

Quando ho saputo che avrei potuto partecipare alla conferenza stampa di presentazione della mostra di Tim Burton ho cominciato a saltellare dalla gioia in ufficio, come un Umpa Lumpa impegnato nelle sue coreografie bizzarre nel film La Fabbrica di Cioccolato.

E per restare in tema, mi son sentita davvero come il bambino paffutello che all’ennesima tavoletta di cioccolato di Willy Wonka finalmente ha trovato il tanto ambito quanto raro Golden Ticket, ovvero il biglietto speciale che, nel film, permetteva ai fortunati vincitori di visitare la fabbrica dei loro sogni, e oggi, martedì 10 ottobre 2023, significa invece per me poter vedere sia la mostra dal titolo Il mondo di Tim Burton in anteprima che il famoso regista a qualche metro di distanza.

Un sogno che si avvera per la sottoscritta perché ho sempre adorato Tim Burton e tutta la sua produzione: un genio dissacrante e visionario, un creativo dalle sfumature gotiche conosciuto principalmente come regista ma dotato di una straordinaria immaginazione e di un talento per le arti visive che lo hanno reso un artista di spicco anche nella fotografia, nella scultura, nel disegno oltre che nella pittura.

Il Mondo di Tim Burton alla Mole Antonelliana di Torino foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Arrivo a Torino molto presto perché il tutto inizia alle 9.30 e non posso certo timbrare in ritardo il mio biglietto di sola andata per questa fantastica mostra, come il migliore degli Umpa Lumpa mi metto quindi diligentemente in fila all’ingresso e aspetto il mio turno, insieme ad Andrea Ripamonti, fotografo di RockOn qui con me oggi a condividere questa esperienza.

Ho la fortuna di poter visitare la mostra in autonomia per circa un’ora e mezza e descrivervi l’emozione che ho provato al mio ingresso alla Mole Antonelliana è impossibile. Mi sono incantata a guardare i due videowall enormi posti nella parte iniziale della mostra, al piano zero, dove venivano proiettate immagini rappresentanti la sua iconografia, o per meglio dire, i motivi visivi ricorrenti da cui hanno preso vita i suoi personaggi.

Poi ho realizzato che non avrei avuto un tempo infinito, e che dovevo sfruttarlo al massimo e godermelo altrettanto, e così ho fatto, alla scoperta del mondo di Tim, che proverò a descrivere nel mondo migliore possibile. Però vi consiglio fortemente di andare a vederlo con i vostri occhi, perché il biglietto per questa mostra è uno di quelli da comprare e conservare con cura, come quello che vi lascerà dentro una volta usciti.

Sfruttando l’architettura antonelliana, che ha lasciato Burton estasiato e stupefatto, la mostra, adattata da Domenico De Gaetano per il Museo Nazionale del Cinema, ne sfrutta ogni singolo centimetro quadrato: dall’ingresso, all’atrio attorno l’ascensore, alla rampa elicoidale, l’Aula del Tempio e persino il giardino esterno, tutto è diventato il regno magico di Tim Burton, e lo resterà fino al 7 aprile 2024.

La mostra è suddivisa in 9 sezioni tematiche e presenta oltre 550 opere d’arte
originali
, raramente o mai viste prima, che vanno dagli esordi fino ai progetti più recenti, passando per schizzi, dipinti, disegni, fotografie, concept art, storyboard, costumi, opere in movimento, maquette, pupazzi e installazioni scultoree a grandezza naturale.

Il Mondo di Tim Burton alla Mole Antonelliana di Torino foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Inizia attraversando un portale, che per l’occasione è rappresentato da grandi fauci dentate in stile burtoniano, che porta nell’Aula del Tempio, cuore del museo del cinema di Torino e qui, come si diceva all’inizio, si rimane subito affascinati dai maxischermi e dal lungo pannello posto sotto che ospita 5 immagini che rappresentano disegni iconoclastici di Tim Burton.

Su di un lato dell’Aula del Tempio c’è il Caffè Torino, una piccola chapelle dove sono state esposte per la prima volta locandine e fotografie che Tim Burton ha pubblicato e fatto stampare in edizione limitata solo per i membri del cast e della troupe coinvolti nella produzione di alcuni dei suoi film più celebri.

I pannelli posti attorno all’ascensore panoramico che permette di salire in cima alla Mole Antonelliana oggi ospitano invece le opere che evidenziano la spontaneità del
processo creativo di Tim Burton. Disegni realizzati su block-notes, quaderni o sui tovaglioli dei ristoranti, perché l’ispirazione può arrivarti in ogni momento, e tutto stimola la fantasia, se ti chiami come lui certo.

Alla base della rampa elicoidale, in una nicchia ricavata, è esposta l’esatta ricostruzione dello studio di Tim Burton e possiamo cosi vedere la sua scrivania colma di oggetti, pupazzi, bozze, disegni, sceneggiature da revisionare, e, su delle lavagne in sughero appese ai muri, ci sono progetti forse in divenire o che forse non verranno mai realizzati.

Il Mondo di Tim Burton alla Mole Antonelliana di Torino foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Salendo la rampa elicoidale poi la mostra entra nel vivo: ci sono sei sezioni caratterizzate da un fondale di colore diverso, aspetto che ho notato solo dopo averla fatta e rifatta due volte, ricche di oggetti, opere d’arte e
disegni che permettono al visitatore di immergersi letteralmente nel mondo di Burton.

Tra il 1992 e il 1999 Tim Burton ha prodotto diverse serie di stampe di grandi dimensioni utilizzando una rara macchina fotografica istantanea Polaroid 20×24.
Questi scatti esprimono temi ed elementi che compaiono anche nei suoi film, come ad esempio i pupazzi di Nightmare Before Christmas o i deserti di Mars Attacks!. Ma le immagini che mi son rimaste più impresse sono quelle di parti del corpo smembrate e cucite poi insieme, il cosiddetto motivo dello ‘stitching’, molto ricorrente nell’opera grottesca di Burton.

C’è una sezione poi dedicata alle influenze che hanno contribuito a rendere Tim Burton quello che è oggi come tutti lo conosciamo. Qui vediamo rappresentati alcuni dei suoi primi lavori, i disegni, gli appunti e gli schizzi fatti ispirandosi a fumettisti e illustratori classici come Edward Gorey o i maestri dell’animazione stop-motion George Méliès e Ray Harryhausen, e soprattutto Vincent Price a cui Burton si ispira per il suo primo corto di animazione.

Il Mondo di Tim Burton alla Mole Antonelliana di Torino foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Arriva poi una parte divertente, perché mi sono cimentata a riconoscere chi avesse rappresentato nelle sua caricature di celebrità presenti, con una rappresentazione della realtà fisica alquanto distorta anche in termini di prospettiva e proporzioni. Opere che poi lo stesso artista definirà tra le sue realizzazioni più personali esposte qui, appunto perché non legate ad un progetto cinematografico ma fatte per il solo piacere di farlo. E questo è un aspetto su cui il regista ci invita a riflettere, ovvero: continuare a fare quello che ci piace, anche se gli altri ti dicono che non sei capace, dobbiamo imparare tutti a fregarcene del parere degli altri ed essere politically in-correct come lui.

Burton ci omaggia anche di una sezione dedicata a dei progetti mai realizzati, interrotti in varie fasi del loro sviluppo o addirittura mai andati oltre l’ideazione, l’incompiuto che ha comunque la sua ragione di esistere e di essere mostrato.

Buona parte della parte finale della rampa elicoidale presenta l’intera
filmografia di Tim Burton rappresentata attraverso disegni, dipinti, note di sceneggiatura e storyboard: dal primo Pee-wee’s Big Adventure del 1985 al più recente, Dumbo del 2019, e i materiali della serie Mercoledì (2022-23), in esclusiva per la mostra alla Mole Antonelliana. Personaggio a cui è particolarmente legato, perché gli ricorda la sua adolescenza disturbata che ha rivissuto volentieri nello scrivere la sceneggiatura della serie. Alla domanda su una possibile seconda serie, il regista ha risposto che ci sono delle problematiche che vanno ancora risolte per poterci pensare.

Quando si arriva finalmente in cima alla rampa troviamo la sezione carnevalesca delle sue opere, per me la più inquietante di tutte. Lingue che si attorcigliano, bulbi oculari che escono dalle orbite, maschere, clown, spesso accompagnati da giochi di parole che alludono alla dicotomia, resa da Burton, grottesca, tra commedia e horror che mi ha sempre turbato, sin da bambina.

Il Mondo di Tim Burton alla Mole Antonelliana di Torino foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Dopo questa visita libera, alle 11 per tutti noi fortunati che siamo qui, scatta l’ora del coffee break. L’area adibita alla pausa è al piano di accoglienza del museo dove troviamo le ultime due sezioni, molto care a Tim Burton, come lui stesso ci dirà poi durante la conferenza stampa.

La prima è quella dedicata alle festività: cresciuto a Burbank, un noioso quartiere di periferia in California, che si animava solo nel periodo delle feste, Halloween e Natale soprattutto, divenuti un tema importante dei suoi progetti personali e professionali qui in parte rappresentati con disegni e bozze, ma l’occhio viene catturato dal pavimento ipnotico che ti destabilizza la vista.

Ed eccoci, infine, al tema più importante dell’arte e dei film di Tim Burton, ovvero la parte dedicata al “reietto incompreso”, incarnato da personaggi iconici come Edward Mani di Forbici, Jack Skeletron, Sparky, la Sposa Cadavere o Vincent, protagonista di uno dei suoi primi cortometraggi animati.

La creazione denominata Baloon Boy (2009) è un’installazione per il Museum Modern Art di New York che rappresenta in pieno la figura di un simpatico mostro che per la società non è altro che un reietto che va emarginato. Invece Burton nelle sue opere ha sempre dato enorme importanza a questa figura, proprio perché lui si riconosce nell’emarginato, nel sentirsi un outsider; sensazione che non lo ha mai abbandonato.

Ricordate come era iniziata la mostra? attraversando un portale, e volete sapere come finisce? attraversando un tendone classico rosso porpora con in cima la scritta The End.

Ma in realtà non è davvero finita, perché c’è una sorpresa per i visitatori più attenti. Troviamo infatti una sezione extra dedicata al mondo piratesco: sculture in scala reale di pirati con le braccia esageratamente lunghe e corpi sproporzionati, che sono a tutti gli effetti un perfetto esempio di personaggi burtoniani che prendono vita.

Come vi avevo anticipato all’inizio, la visita libera alla mostra occupava gran parte della mattinata, poi, orario di pranzo, si è temuta la vera e propria conferenza stampa, dove un Tim Burton, vestito con la sua divisa d’ordinanza, ovvero tutto di nero, immancabili occhiali da sole e la nota di colore presente solo nei calzini a righe che spuntavano dall’orlo dei pantaloni, ha risposto in maniera gentile e sorridendo alle domande che gli venivano poste da Stefano Boni, responsabile della programmazione del museo.

Prima di dar spazio alle domande e risposte ci sono stati due interventi molto importanti. Il primo, quello di Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema, che ha manifestato la sua gioia nell’essere riuscito ad unire la follia architettonica di Antonelli alla follia visionaria di Burton, trovando la giusta collocazione all’interno di questo prestigioso museo per questa mostra, allestita per la prima volta in Italia dall’11 ottobre 2023 al 7 aprile 2024.

Il Mondo di Tim Burton alla Mole Antonelliana di Torino foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Poi, è stato il turno di Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema, ha ringraziato direttamente Tim Burton per avere visto nella Mole Antonelliana la location perfetta per la sua bellissima mostra, confermandone il valore artistico e culturale riconosciuto anche all’estero. Ricorderà poi che Tim Burton questa sera sfilerà sul red carpet, per l’occasione violet carpet, e lo rifarà anche domani mercoledì 11 ottobre 2023 concedendosi per un’ora per la prima volta al suo pubblico, per selfie e autografi, prima di tenere una Masterclass che ha avuto un successo tale da dover essere organizzata al Cinema Massimo per motivi di capienza. Il regista riceverà il premio Stella della Mole come riconoscimento del suo contributo visionario e innovativo con il suo stile inimitabile alla storia del cinema, riuscendo ad unire varie generazioni di spettatori con i suoi film. Inoltre, il Museo Nazionale del Cinema ha in programma sempre al Cinema Massimo la retrospettiva completa, rigorosamente in ordine cronologico, dei suoi lungometraggi che sarà suddivisa tra novembre 2023 e febbraio 2024.

Tra le domande che son stata poste a Tim Burton, alcune mi hanno particolarmente incuriosito, nelle risposte, perché rispecchiano in pieno l’idea che avevo di lui come uomo, oltre che regista.

Tara Wood sta girando una serie su di lui e sapete che ha risposto alla domanda sul come si approccia a tutto questo: dicendo che se ne frega altamente, che facciano e dicano quel che vogliono di lui e della sua storia. A lui non piace guardarsi, tanto è vero che in casa gli specchi sono stati coperti, né tantomeno farsi guardare. Risposta bizzarra per un regista non trovate?

Alla domanda invece sui progetti futuri ha confermato l’uscita il prossimo anno di Beetle Juice 2 e per omaggiare uno dei suoi film più iconici, ha rimasterizzato in 4k l’originale del primo, in proiezione domani al Cinema Massimo in anteprima, che ha ammesso sorridendo di non aver mai più rivisto in questi 35 anni trascorsi dall’uscita.

Concludo questo articolo riportando una frase di Tim Burton rilasciata qualche tempo fa ma sempre attuale: “Mi sono sempre piaciuti i mostri e i film di mostri. Non mi hanno mai fatto paura. Io sentivo che spesso i mostri venivano visti dalla gente in maniera sbagliata e che in molti casi erano più sinceri di tutti gli umani che li circondavano”.

E rispondo, con il titolo di una canzone dei Tre Allegri Ragazzi Morti che vi invito ad andare ad ascoltare e riassume il mio pensiero e credo anche il significato della mostra: Difendere i mostri dalle persone.

Clicca qui per vedere le foto della mostra Il Mondo di Tim Burton alla Mole Antonelliana di Torino ( o sfoglia la gallery qui sotto)

Il Mondo di Tim Burton

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Bergamasca nell'animo, Milanese d'adozione. Di giorno Ingegnere di sera mi trovate con una birra in mano ad un concerto rock o metal. Amo camminare e visitare città che non conosco. Mi piace leggere e ovviamente ascoltare musica, immancabile sottofondo delle mie giornate. Per me essere Rock è una filosofia di vita. I'm hard on the outside but soft on the inside, come un tortino al cioccolato con cuore fondente, of course.

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