C’è una premessa da fare prima di passare alla recensione del nuovo album degli U2: è cosa nota e di moda dire che gli U2 non sono più quelli di Achtung Baby o The Joshua Tree o che dovrebbero seguire l’esempio dei R.E.M..
Il nuovo album degli U2 “Songs of Innocence”, uscito gratuitamente come regalo a oltre mezzo miliardo di clienti dell’iTunes Music Store nel mondo, trascina con sé una serie di polemiche del tutto sterili e che poco hanno a che vedere con la loro musica, la loro storia. Unico comune denominatore sono i soldi. Gli U2 per la maggior parte della stampa, visto anche il contratto con la Apple, risultano essersi venduti ad un operazione di marketing che in molti trovano strana. La cosa straordinaria è che come se si stesse parlando di un gruppetto di nicchia e non di colossi della musica. Perché se proprio vogliamo ricordarlo sono gli U2 ad essere “il colosso”.
In molti con gli anni hanno dimenticato la storia degli U2, ragazzi irlandesi che si sono “fatti” il sangue per essere quello che sono. E in più di trentanni di carriera nessuno e sottolineo nessuno gli ha mai regalato nulla. Non si può regalare nulla ad un gruppo capace di scrivere pezzi come Sunday Bloody Sunday, Pride, Where the streets have no name, Numb, One, Please, All that you can’t leave behind, Windows in the sky.
Insomma diciamoci la verità Bono (in particolare) è troppo per tutti quanti. Sempre attivo nel campo umanitario, sempre presente dove ci sono parole da spendere per i più deboli, e sempre pronto a stringere mano ai potenti della terra. Bono forse è diventato a livello comunicativo troppo potente per tutti. Quindi da qui diciamo che nasce una sorta di invidia in tutto quello che fa. La cosa bella però è che Bono e gli U2 sono diventati talmente tanto potenti che ancora si fermano per la strada e firmano autografi a tutti e si spendono come non mai per i loro fans. Sono ancora gli stessi che sono scesi personalmente a portare la pizza ai propri fans a Torino. Gli U2 sono quelle persone che se li aspetti sotto casa, ti vengono ad aprire e non come tante “starruccole” di casa nostra che sono capaci di chiamarti i carabinieri. Si, hanno i soldi. Dunque? Non mi pare che Dylan o i Rolling Stones siano dei poveracci. Gli U2 hanno saputo gestire il loro “patrimonio musicale” e dunque che male c’è? Anche Leonard Cohen avrebbe potuto essere più ricco di quello che è. Purtroppo non ha avuto accanto a sé persone oneste, ma anche lui aveva investito per allargare i “propri” orizzonti. Gli U2 e tutta quella che la stampa considera una macchina da soldi, sono gli stessi da quando avevano 17 anni. Hanno gli stessi manager da sempre. Sono sempre stati una famiglia, cosa unica ed eccezionale per il panorama musicale mondiale. Se questo fa invidia, è un problema degli invidiosi.
Perché dopo anni bisognerebbe aspettarsi un nuovo Acthung baby? Non si sa.
Infatti per fortuna gli U2 vanno avanti e sono andati avanti. Il nuovo album “Song Of Innnocence” uscirà in tutti i negozi il 13 Ottobre, con una sessione acustica di brani selezionati dall’album e quattro canzoni inedite, nel frattempo godiamoci il regalo di Apple e la possibilità di scaricarlo gratuitamente da iTunes (ma anche dal sito degli U2).
Non è un ritorno alle origini e non capisco nemmeno come si possa dire che il fatto che gli U2 nei loro testi parlino dei genitori, del legame con la loro Irlanda, i ringraziamenti ai gruppi che li hanno formati sia un ritorno al passato. In tutti gli album degli U2 gli argomenti sono sempre stati questi. Ora a livello musicale l’album è molto simile alle sonorità degli ultimi due tranne che per un due o tre brani come “This is where you can reach me” potente nel basso di Adam Clayton e con le chitarre di The Edge chiare e dal suono pulito come non mai. Il coro (di The Edge) che accompagna Bono ricorda i primi album da Boy a War e l’intera atmosfera, per quanto il pezzo possa sembrare carico, rende l’atmosfera cupa. La voce di Bono è la voce di Bono che fa tutto il resto. Non ha perso la grinta, la sensualità e il graffio che lo hanno sempre contraddistinto.
“This is where you can reach me” è dedicata all’indimenticabile e indimenticato Joe Strummer, leader dei Clash. “The miracle (of Joey Ramone)” è brano che ridà la carica , grande musicalità e testimonianza di quanto Bono sia grato ai Ramones ” Woke up at the moment, When the miracle occurred heard a song that made some sense. Out of the world Everything I ever lost Now has been returned .In the most beautiful sound I’d ever heard… I was young, not dumb”.
“Song for someone” è uno dei migliori brani dell’album. Delicato nel testo e nella musica. Una tipica ballata secondo lo stile U2 “There is a world We can’t always be If there is a kiss I stole from your mouth And there is a light Don’t let it go out”, come del resto “Sleep like a baby tonight”.
Il brano “Raised by wolves” trae ispirazione da un’autobomba esplosa quando Bono era piccolo nei pressi di casa sua a Dublino “Metal crash I can’t tell what it is but I take a look and now I’m sorry I did 5:30 on a Friday night 33 good people cut down I don’t believe anymore I don’t believe anymore running wild boy sees his father crushed under the weight of a cross in a passion where the passion is hate”. Per rimanere sempre in tema, un brano a tratti graffiante nelle chitarre di The Edge che nasconde gli artigli solo dentro la voce morbida e nostalgica di Bono, è “Cedarwood Road”, il nome della strada dove Bono è cresciuto “Sometimes fear is the only place that we can call our home Cedarwood Road and a heart that is broken is a heart that is open open, open”.
“Iris (Hold me close)” è dedicato alla madre di Bono: per chi non sapesse la storia, Bono perse la madre il 10 Settembre del 1974, quattro giorni dopo il funerale del nonno (il padre di lei). Fu colpita da un aneurisma celebrale e Bono non dimenticherà mai questo episodio, tanto è vero che in quasi tutti gli album degli U2 c’è sempre un pezzo (Out of control, I will follow) dedicato alla sua memoria.
Il brano che mi ha colpito di più per le sonorità, la voce e gli arrangiamenti che emozionano, con l’aiuto vocale di un originale artista come Likke Ly (cantautrice e musicista svedese) è “The troubles”. Il titolo ricorda il periodo del conflitto nord irlandese, per l’appunto i “disordini” che dal 1968 per più di vent’anni hanno portato alla cifra di 3000 morti “Somebody stepped inside your soul Somebody stepped inside your soul Little by little they robbed and stole Till someone else was in control”.
Gli U2 sono tornati. Questo conta, “Songs of Innocence” è un ottimo album, Bono ha la stessa rabbia nella voce e lo stesso modo struggente di cantare di quando ha iniziato, ricordando (se ancora ce ne fosse bisogno) che in pochi scrivono e hanno scritto testi come lui. Adam Clayton, Larry Mullen e The Edge sono gli U2. Questo basta, con buona pace degli invidiosi.
