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Reportage Live

Reportage Live: REFUSED in concerto a Bologna (Estragon, 7 Ottobre 2012)


Perché una reunion? Perché ora? Qualcuno avrà storto il naso leggendo del ritorno on stage della creatura di Dennis Lyxzén, una di quelle poche band capaci di prendere un genere musicale (in questo caso l’hardcore) e di lasciarlo diverso, evoluto. C’è chi dice si tratti di operazione commerciale e chi di un rigurgito nostalgico di una gioventù passata, sorto in concomitanza alla crisi di mezza età del loro leader, ora quarantenne.

Quale che sia la verità, era anche ora che i Refused raccogliessero quello che avevano seminato. Quando si sciolsero nel 1998 la loro fama non aveva di certo i livelli che ha invece raggiunto nel tempo. Gli effetti di un disco rivoluzionario come The Shape of Punk to Come si fecero avvertire solo negli anni a venire, rendendoli di fatto vera e propria band di culto.

E’ soprattutto questa la ragione per cui in questa domenica di ottobre all’Estragon di Bologna una buona fetta di pubblico è composta da ragazzi che nel ‘98 non avevano ancora la licenza media. Così come non ce l’avevano la band di apertura, i The Bots. Un interessante duo olandese chitarra-batteria di rispettivamente 18 e 15 anni e con già tre album alle spalle e due partecipazioni al Vans Warped Tour. Peccato che per ragioni (a noi) sconosciute non abbiano potuto suonare, lasciando l’amaro in bocca a chi per 30€ di biglietto un opening act se lo sarebbe visto volentieri.

Guarda le foto di Davide Merli al GREENFIELD Festival 2012 (Svizzera)

Sono le 22:00 in punto quando dopo una lunga intro fanno la loro entrata in scena i Refused e attaccano con “The Shape of Punk to Come”, dimostrando a tutti i presenti (Estragon pieno ma non stracolmo) che il gruppo non si limiterà a timbrare il cartellino. Dopo 14 anni Dennis Lyxzén, David Sandstrom, Par Hansson e Kristofer Steen non si sono dimenticati come si suona e, anzi, sembrano aver guadagnato in esperienza quello che il tempo ha tolto in irruenza.

La band è visibilmente divertita, forse più contenta di trovarsi là perfino rispetto a quanto lo siano i fan sotto al palco. Dennis infatti dopo poco ci spiega quanto strano sia passare da suonare nei piccoli club degli anni 90 ai grandi festival e nei grandi club dopo 14 anni, e si scusa con la città di Bologna per i 18 di assenza.
Ci racconta perfino quanto bello sia vedere che fuori dal locale ci sono i venditori di magliette abusive, cosa che non accadeva quando erano una band underground. Non mancano ovviamente i riferimenti politici, inseriti qua e là tra una manciata di brani e l’altra. Lyxzén parla delle difficoltà che ha il pubblico svedese a comprendere le sue idee, mentre è sicuramente più semplice in Italia dove viviamo una realtà diversa. C’è anche spazio per uno “Stay fucking hungry, stay fucking foolish” di jobsiana memoria slogan d’annata “Stay Curious, Stay Wild, Stay Hungry” (thanks to Andrea Costarelli), anche se la parte più importante dello show non può che essere rappresentata dalle canzoni.

Come prevedibile, la maggior parte della setlist è dedicata a quel “The Shape of Punk to Come” che li ha resi immortali. The Refused Party Program, Liberation Frequency, Summerholidays vs Punkroutine, The Deadly Rhythm, Refused Are Fucking Dead, Worms of the Senses/Faculties of the Skull sono tutte delle perle di un hardcore-punk contaminato, rivisitato e stravolto, interpretate da un Dennis Lyxzén istrionico, che sembra un inedito mix tra il suo conterraneo Pelle Almqvist (The Hives) e un giovane Iggy Pop.

Il pubblico reagisce egregiamente e non si contano gli stage diving e le braccia alzate in segno di apprezzamento. La prima parte del concerto si completa con Rather Be Dead, Coup d’état, Hook, Line and Sinker, Circle Pit e Life Support Addiction.

Quando però la band di Umea lascia il palco tutti sanno cosa bolle in pentola. New Noise, il loro brano più celebrato e rappresentativo, uno di quei pezzi capaci da soli a inventarti un genere, arriva come un fulmine. Quando la chitarra di Jon attacca col riff iniziale sotto al palco si respira già adrenalina, che raggiungere un piacevole apice durante l’intermezzo di campionatore e che esplode in un salto unico con il Can I Scream? vomitato in faccia da Dennis. Il concerto raggiunge così il suo climax, esteso fino alla conclusiva Tannhauser/Derivè e che precede abbondanti ringraziamenti e inchini da parte della band tutta.

Nonostante dei volumi decisamente troppo bassi per poterne apprezzare appieno la potenza, i Refused si confermano come uno dei più graditi ritorni di quest’anno. Senza dare mai l’impressione di stanchezza, Dennis e compagni sono tornati per divertire e (soprattutto) divertirsi. Rather be alive.

Articolo di Marco Dalla Stella

Scaletta:
The Shape of Punk to Come
The Refused Party Program
Liberation Frequency
Rather Be Dead
Coup d’état
Summerholidays vs. Punkroutine
The Deadly Rhythm
Hook, Line and Sinker
Circle Pit
Refused Are Fucking Dead
Life Support Addiction
Worms of the Sense s/Faculties of the Skull

New Noise
Tannhauser/Derivé

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