Un viaggio sonoro tra passato e futuro, tra psichedelia e sperimentazione elettronica. Il duo ATOMKRAFT – formato da Alberto Pauletto e Sandro Martino – reinterpreta lo storico “Live at Pompeii” dei Pink Floyd in una chiave elettronica visionaria e immersiva.
Con “Live At Pompeii 2050”, synth, theremin e visual astratti danno nuova vita a un concerto iconico, trasformandolo in un’esperienza multisensoriale. Ne abbiamo parlato direttamente con loro.
Da dove nasce l’idea di reinterpretare “Live at Pompeii” in chiave elettronica? Cosa vi ha spinti a intraprendere un progetto così audace?
L’idea nasce da una passione viscerale per i Pink Floyd e per la loro musica . Siamo particolarmente legati al primo periodo Pink Floydiano, alla loro psicadelica espressione musicale ed artistica che a nostro vedere, raggiunge il punto più alto con il Live At Pompeii , un contenitore di emozioni, espressività, arte e musica.
Avete scelto di intitolare lo show “Live At Pompeii 2050”: quanto c’è di visionario e quanto di omaggio nella vostra rivisitazione?
La domanda è molto pertinente .. Credo vi sia un giusto equilibrio di entrambi .. I Pink Floyd sono la rappresentazione terrena del “ visionario “ , la loro musica non ha una locazione spazio temporale , è figlia dell’essenza, di qualcosa di “ superiore “ che ci è’ stata donata attraverso loro .. Impossibile copiarli , impossibile imitarli, impossibile reinterpretarli .. Gli ATOMKRAFT ne hanno tratto solo l’essenza come fonte di ispirazione per poi svilupparne la propria espressività musicale su un terreno diverso , fatto di sonorità diverse ma con un unico denominatore comune : l’emozione sognante.
Come avete affrontato la sfida di riarrangiare brani storici dei Pink Floyd come “Echoes” o “A Saucerful of Secrets” utilizzando strumenti elettronici?
I Pink Floyd stessi durante il Film Live at Pompeii utilizzavano synth elettronici come l’ EMS VC 53 per creare il loop di On The Run . Il periodo psicadelico dei Pink Floyd si presta in modo ottimale alla reinterpretazione elettronica perche’ basato su loop eterei senza tempo che prendono vita su pochi accordi sospesi tra atmosfere surreali ed ipnotiche.

Il vostro show è sincronizzato con una scenografia visiva astratta. Che tipo di ricerca c’è dietro alla parte visuale? Come lavorate sull’interazione tra suono e immagine?
Per quanto riguarda i Visual ci siamo orientati verso un’immagine astratta sincronizzata con la musica. Qualsiasi immagine reale o descrittiva sarebbe risultata scontata e priva di innovazione.
Utilizzate la frequenza di 432 Hz per tutte le vostre esecuzioni. Cosa rappresenta per voi questa scelta e come pensate influenzi l’esperienza del pubblico?
L’accordatura con il LA a 432 HZ, detta anche “accordatura verdiana“ emana una vibrazione in armonia con le frequenze dell’ Universo. Il Pubblico viene inconsapevolmente e positivamente influenzato da tale vibrazione sonora immergendosi maggiormente nell’ esperienza Live entrando con esso in una sorta di “risonanza vibrazionale“.
Nello spettacolo si fa uso di strumenti come theremin, vocoder, moog e loop: che ruolo ha la sperimentazione sonora nel vostro processo creativo?
Siamo entrambi polistrumentisti che durante il Live rimbalzano tra uno strumento ed un altro .. In tutto questo la strumentazione elettronica ha un ruolo fondamentale perché ci consente di trasformare la nostra creatività in musica e questa è l’unica cosa che conta per qualsiasi musicista.

Quali sono i vostri riferimenti oltre ai Pink Floyd? Ci sono altri artisti che vi ispirano nel mondo dell’elettronica o della musica visiva?
Thom Yorke, KRAFTWERK, Klaus Shulze, Laurie Anderson, Jean Michel Jarre , Franck Vigroux.
In futuro pensate di applicare lo stesso approccio elettronico ad altri classici o di sviluppare composizioni originali firmate ATOMKRAFT?
Si certo, stiamo già iniziando a porre le basi per un nuovo progetto ancor più ambizioso dal titolo “C’era Una Volta il West “per un nostro omaggio all’immenso Ennio Morricone.
Alberto Pauletto, inizia a suonare il basso all’età di 18 anni , approfondendone lo studio dello strumento per oltre 10 anni e omaggiando i Pink Floyd in diversi progetti musicali live per oltre 20 anni.
Successivamente espande le proprie conoscenze musicali sul mondo del sound elettronico approdando allo studio di drum machine , sintetizzatori , campionatori e theremin, volgendo lo sguardo verso una nuova direzione musicale che porta fino ad oggi alla messa in scena del LIVE AT POMPEII 2050.
Sandro Martino, scopre la passione musicale alle scuole elementari soprattutto strumenti a tastiera come pianoforte organo e piú tardi con i sintetizzatori. Poliedrico polistrumentista, cresce ascoltando la musica dei Pink Floyd e fonda alcuni gruppi musicali per esprimere questa grande passione. Nel 2011 esce l’album Retróattivo dei “Versus” di cui é componente e nell’occasione insieme alla band partecipa ad una minitourneé con Morgan. Prende parte a diversi progetti musicali finalizzati ad omaggiare i Pink Floyd nel corso dei quali incontra il bassista Alberto Pauletto contribuendo alla sua idea di realizzare il progetto LIVE AT POMPEII 2050.
