Connect with us

Ciao, cosa stai cercando?

Reportage Live

PREOCCUPATIONS: un’allucinazione ipnotica in concerto a Milano

Preparatevi ad un’allucinazione ipnotica immergendovi in questo limbo di imperturbabili oscillazioni insieme ai Preoccupations

In principio furono i Viet Cong, poi una serie di ragioni culturali e politiche hanno costretto la band a modificare il proprio moniker in Preoccupations. Ma la sostanza non cambia: post-punk teso e sintetico, che si aggroviglia al collo e ti fa sentire come in uno stato perpetuo di inquietudine.

Con tre album di successo alle spalle, tornano in Italia in tour per presentarci il loro ultimo album ‘Arrangements’ uscito nel settembre 2022, e lo fanno in quest’ultimo giorno di febbraio al Circolo Magnolia di Segrate.

La band canadese negli anni ha attraversato sperimentazioni e vari cambiamenti nella formazione, ma finalmente con l’ultimo disco arrivano ad avere una vera padronanza del proprio sound, dalle chiare discendenze del dream pop e del goth-rock degli anni 80, dei Joy Division e dei primi Cure, o della new wave di ritorno di Interpol e dei primi Editors.

Ma la parte migliore del quartetto canadese arriva quando la band si spoglia della sua maschera anni 80 per dar sfogo a suite strumentali e nevrotiche, affilate come lame di un rasoio, prima di sprofondare in uno stato di incessante confusione e destabilizzazione. 

I loro testi sono evocativi e potenti, s’incentrano sui temi dell’isolamento, dell’ansia, dell’inquietudine, della paura del totalitarismo e del malessere generale che regna nella nostra società, e lo fanno con una singolare grinta post-punk psichedelica che li caratterizza univocamente nella scema.

Sono circa le 21.45 quando in questo Magnolia, colmo per la capienza che può avere al chiuso nei mesi freddi, i Preoccupations fanno il loro ingresso sul palco immersi in un’aura di fumo e giochi di luce psyco che accompagneranno egregiamente l’ora abbondante che verrà durante la quale i canadesi ci proporranno quasi interamente l’ultimo loro album.

Il loro suono è più chitarristico rispetto al passato dove a farla da padrona erano i synth, come è possibile già sentire nell’opening-track “Fix Bayonets!”, ed è subito un assalto frontale ad arrivare dritto alle nostre orecchie.

Le sei corde di Scott Munro recitano una parte da protagonista accompagnate anche dal suo smanettare l’armamentario di synth eretto davanti la sua postazione; poi ci sono il drumming potente, preciso e deciso di Mike Wallace, e l’altro chitarrista Daniel Christansen relegato nel suo angolino che si scatena come un tarantolato. E infine lui, Matt Flegel, al basso con i suoi caotici vocals, a volte distorti, a tratti ipnotici.

La loro struttura melodica è  davvero piacevole e ben costruita, seppur dai toni malinconici, che si ritrova in quasi tutti i pezzi proposti questa sera: una partenza con andatura psych stralunata, parte centrale luminescente che porge la mano a tutto il buono dell’indie-rock degli ultimi tre lustri, catartico finale rumoristico-ambientale che ti getta in un limbo di imperturbabili oscillazioni, come vi avevo preannunciato nel titolo di questo report.

“Death Of Melody” marcia su tratte buie e scostanti, un andamento che trova un equilibrio magnetico nella morbida voce del frontman, che si contorce in evoluzioni magistrali nella bellissima “Slowly” che seguirà a breve.

“Recalibrate” mette in luce le loro influenze industrial cupe e dure e, tra percussioni incisive e synth rumorosi, troviamo un collegamento con la precedente discografia, terminando con una lunga parte strumentale ambient. Segue la lunga “Tearing Up The Grass” con le sue tonalità post-punk pulite e piuttosto calme e positive.

Quasi in chiusura della setlist il singolo “Disarray” a rappresentare perfettamente una freddezza velata di sfrangiata vulnerabilità, caratteristica del mood di quest’ultimo loro lavoro in studio, dove Matt Flegel limita gli urli e finalmente ci svela un cantato che ha del magico e interpreta in maniera egregia la loro forza melodica che non teme paragoni. 

Il gran finale è riservato alla lunghissima coda di “March of Progress”, per buona pace dei nostalgici loro fan, dove l’energia sprigionata da Wallace lascia letteralmente a bocca aperta e non si può fare a meno di sommergere la band tutta degli applausi, più che meritati.

I pioneri del post-punk anche stavolta hanno lasciato il segno in tutti i presenti questa sera in quel del Circolo Magnolia, che ha ben saputo accogliere e gestire questo concerto indubbiamente di nicchia.

Senza dubbio la proposta dei Preoccupations non è facile da digerire e non bisogna fermarsi ad un primo ascolto su disco; andate a vederli live come ho fatto io questa sera e vi renderete subito conto che sono davvero una realtà molto solida e interessante.

A me come a tutti gli accorsi in questo martedì sera al locale posto vicino all’idroscalo piacciono proprio per questo loro stare ai margini, nel loro affascinante limbo post-apocalittico che nel corso degli anni han saputo creare a propria immagine e somiglianza, e in cui si sentono indubbiamente al sicuro, come nella comfort zone che tutti noi amiamo tanto crearci, e starci soprattutto.

La loro musica ha il potere di acuire il senso di smarrimento insito in ciascuno di noi provocandoci una serie di smottamenti e tumulti interiori che forse solo dopo qualche ora di psicoterapia e qualche centinaio di euro in meno nel portafogli, anche sdraiati sul lettino di un medico butteremmo fuori.

Quando si dice il potere terapeutico della musica si intende proprio questo, e non sto enfatizzando proprio nulla, ve lo posso assicurare.

Certo, rientrando verso casa rimane quel senso ipnotico di allucinazione oscillante che ho assorbito nelle ore appena trascorse, ma per una sera va bene così, l’importante è ritrovare sempre la via di casa.

PREOCCUPATIONS – la scaletta del tour europeo

Fix Bayonets!
Ricochet
Death of Melody
Slowly
Advisor
Recalibrate
Tearing Up the Grass
Continental Shelf
Silhouettes
Bunker Buster
Disarray
Memory
March of Progress

Written By

Bergamasca nell'animo, Milanese d'adozione. Di giorno Ingegnere di sera mi trovate con una birra in mano ad un concerto rock o metal. Amo camminare e visitare città che non conosco. Mi piace leggere e ovviamente ascoltare musica, immancabile sottofondo delle mie giornate. Per me essere Rock è una filosofia di vita. I'm hard on the outside but soft on the inside, come un tortino al cioccolato con cuore fondente, of course.

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

NXT Station


Bergamo NXT Station

Sherwood 2023


Sherwood Festival Padova

Pistoia Blues


Pistoia Blues

Social Network

instagram logo
facebook logo
twitter logo
flickr logo
youtube logo

Instagram

Elisa
3 Giu 23
Verona
Nervosa
4 Giu 23
Paderno Dugnano
Lovegang126
8 Giu 23
Roma
Maggie Lindemann
9 Giu 23
Milano
Dente
9 Giu 23
Torino

Scopri anche...

Festival

Chi ben comincia è a metà dell’opera e con queste premesse ci sono tutti gli elementi per un evento in grado di conservarsi nella...