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Reportage Live

POPLAR FESTIVAL 2023 – Day 1 : il racconto e le foto della prima giornata

Noyz Narco Poplar 2023 Trento Matteo Scalet Rockon
Noyz Narco Poplar 2023 Trento Matteo Scalet Rockon

Foto di Matteo Scalet | Articolo di Costanza Garavelli

Ed è nella verde cornice del Doss Trento che, la settima edizione del festival Poplar, ospita per il suo day 1 una carrellata di artisti del rap italiano. Apre il festival senza nessuna esitazione Ranabis, la giovane promessa del rap italiano originario del Trentino, che negli ultimi anni sta cominciando a farsi conoscere per la qualità di testi e musica. Lo segue Alda, rapper italo-albanese, unica donna di questa line-up, che difende bene la sua posizione sul palco, con la giusta dose di femminilità e grinta. 

Inizia il calar della sera sulla collina che abbraccia il festival, il palco si accende di luci e musica, l’atmosfera è calda e rilassata. Essere lì è un piacere per i sensi e per le orecchie. 

È tempo di accogliere sul palco Mattia Falcone, in arte Mattak, membro della crew Poche Spanne e altro nuovo astro della scena rap contemporanea. Classe ‘94, nato a Lugano, Mattak vanta già svariate collaborazioni con alcuni dei più grandi nomi italiani, come Inoki, Machete crew e molti altri. Non lascia deluso il suo pubblico, qui al Poplar con uno show a cui non manca davvero nulla. Il cantante ticinese, infatti, porta a Trento il suo nuovo album “Overt”, uscito a giugno di quest’anno che presenta raccontandosi e raccontando i risvolti psicologici di una relazione tossica e gli strascichi che ne hanno conseguito, con l’intimità che si avrebbe parlandone con un amico. 

Eredita la posizione di battaglia sul palco Kid Yugi, pseudonimo di Francesco Stasi, originario della provincia di Taranto. 24 anni e lo sguardo di uno che ne ha vissuti molti di più, attira la massa sottostante alle transenne con la sua sola presenza. Nonostante sia sulla scena solamente dal 2019, ha presto attirato su di sé i consensi della scena rap italiana, pubblicando il suo primo album nel 2022 e vede davanti a sé anni floridi e ricchi di progetti già in corso. La sua presenza sul palco e la reazione elettrica del pubblico, dimostra che non ci si sta sbagliando sul suo conto. I suoi testi sono schietti e teatrali, il potere evocativo delle immagini che infoltiscono i suoi testi e la loro sequenza sono gli ingredienti con cui Kid Yugi crea il carburante della sua arte, accelerando la sua ascesa verso l’Olimpo dei grandi nomi del rap italiano. Saluta il pubblico dopo aver dato tutto e lascia il posto alla controversa Lovegang126 crew

È la Roma più scalcinata quella che vediamo entrare in scena con la crew rap che porta nel suo nome il numero dei gradini della scalinata di Trastevere, culla dell’adolescenza dei membri della crew e laddove tutto ha avuto inizio. I protagonisti di questa favola sgangherata e arrabbiata sono Ketama 126, Pretty Solero, Franco 126, Drone 126, ASP126 e Ugo Borghetti. La gente sotto il palco è calda, connessa, presa bene. L’aria è leggera, c’è questa sensazione di crescente eccitazione per tutto ciò che è stato finora e per quel che ci aspetta sul finale, passando ora per questa ora e un quarto di dialogo con questi sei che il palco lo tengono da Dio, con una strafottenza gestita con una maestria fenomenale. Parlano di droga perché è quello che conoscono, parlano di vuoti cosmici interiori perché quello che sentono, parlano di tutto passando per il nulla. È un linguaggio nuovo, in un certo senso, che se ne sta alla superficie delle cose senza risultare futile, che parla di un mondo non proprio dorato, che mette in mostra i loro peggiori profili, rendendoli un punto di forza. Inoltre tra le righe troviamo cuciti qui e là il legame con la capitale, della quale raccontano gli angoli sporchi, le sue parti più crude, ma anche la fratellanza che li unisce, il sostegno e il guardarsi le spalle l’un l’altro, l’essere cresciuti insieme. Eroi dalle gesta discutibili, forse, ma intriganti e genuini nel loro modo di raccontare questa strana, fratturata fiaba contemporanea. 

Ma ora si passa alle cose serie che più serie non si può. Signore e signori è tempo di preparare i timpani per il king di questa serata, Noyz Narcos è sul palco. Stiamo parlando di Emanuele Frasca, nato a Roma, classe ‘79, che dei suoi 43 anni 20 li ha immolati al rap e noi gliene siamo grati. Padre di otto album dal 2005 con “Non Dormire” ad oggi, con la sua ultima uscita “Virus” nel 2022, passando per “Sangue” creato con la collettivo italiano di cui è membro e che vede l’unione dei due gruppi Truceboys, di cui già fa parte, e In The Panchine e creatore dell’etichetta indipendente Traffik Records. Il pubblico lo accoglie con un boato e lui restituisce il boato al pubblico, esplodendo sulle rime di “Victory Lap”. Il concerto da qui in poi è un susseguirsi di pezzi iconici e pezzi usciti freschi freschi con “Virus”. Insomma arriva forte e chiaro il richiamo di quello che è un bel estratto della storia del rap italiano e la reazione del popolo del festival è all’altezza della situazione. NN non ha bisogno di altre presentazioni, parlano da sole le sue sonorità crude, le tematiche cupe e violente, ma anche vere, vissute e ben orchestrate nei suoi testi che suonano come colpi di pistola. Narcos è l’esempio del rapper che dall’underground al successo mantiene fede a sé stesso, seguendo il fil rouge di quello che ha sempre rappresentato, anche nella fisiologica evoluzione della sua musica. Infatti nemmeno il suo pubblico è cambiato, seppure largamente cresciuto negli anni. Ma gli affezionatissimi non lo abbandonano dai suoi albori, con la gratitudine di chi non si è mai visto deludere. La performance prosegue e soffia un vento trucido, mentre Noyz lascia che la calda, adrenalinica inquietudine che resta sulla pelle con i suoi testi, permei tutto il parco, senza che nessuno possa davvero sottrarsene. Poi scatta la chicca, con il featuring con Ketama e Franco su “Volante A” e che dire, ci si trova davanti a una Roma che brucia. Commuove con qualche altro tuffo nel passato, come “Non Dormire” tratto dall’omonimo album con cui NN calca la scena nei lontani primi 2000. Con un balzo di 18 anni chiude il concerto con “Verano Zombie pt.3”, traccia uscita con il suo ultimo nato “Virus”. Saluta, Narcos, lasciando i cuori gonfi e la pelle d’oca e la stessa voglia di un ventennio fa di farsi sentire attraverso la musica, attraverso le parole. 

Clicca qui per vedere le foto del Poplar Festival 2023 – Day 1 a Trento o sfoglia la gallery qui sotto

Noyz Narcos

NOYZ NARCOS – la scaletta del concerto al Poplar Festival 2023

Victory Lap

Welcome Back

Virus

Mic Check

M3

Alfa alfa

Mosche nere

64 Bars

Traphouse

Champagne 4 The Pain

Pochette

Ghigliottina

No Ratz

Count Down

Wild Boys

Attica

Drag You To Hell

Uomo A Terra

Zoo de Roma

Volante 4

Cry Later

My Love Song

Casa mia

Millesimati

Giorni contati

Sinnò me moro

Roma

Buonanotte

Non Dormire

Verano Zombie / Verano Zombie pt. 2

Verano Zombie pt. 3

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