Rifiuto, il nuovo singolo della band “Sindrome del dolore” è online dal 4 aprile. Firmato e prodotto dagli stessi fondatori del gruppo, Jim Wilde e Gi Emme, il messaggio del brano è semplice e nitido, d’altronde in linea con la loro storia, che va avanti dal 2004.
“Rifiuto il tuo volto televisivo
I sermoni che propini i tuoi sorrisi
Il tuo passato
Non me ne frega un cazzo di chi eri, né di chi sei”
Uno spiccato individualismo, una presa di posizione costante e coerente. Jim con il suo testo precisa il suo disinteresse nei confronti di chi vuol insegnare qualcosa, di chi vuol farsi portavoce di una risposta, di una soluzione ai tempi che viviamo. Per quanto la band stessa non voglia essere la bandiera di nessuno, è tuttavia semplice per molti riconoscersi in queste parole, parole che vorremmo scagliare contro chi vanta un particolare vissuto e solo per questo pretende di essere ascoltato e seguito. Ognuno ha la sua verità, che ognuno quindi sia se stesso.
“Smaschero la finta opposizione del tuo verbo
Vivo nel disprezzo dei tuoi servi”
È di disillusione che si parla. La critica non si ferma, nel mirino non c’è solo chi sta al potere, ma entrano in gioco anche tutte quelle finte opposizioni figlie comunque di una massa illusa, convinta di poter sbraetare e cambiare le cose. Così come è intrinseco nel nome della band, anche nel testo è facile sentire il fumo dello spirito anarchico, tipico del punk.
“Nascosto dietro uno schermo
Che amplifica soltanto il sapore mediocre del discorso”
Non c’è la paura di dar fastidio, c’è la voglia di staccarsi da un mondo che va avanti nascondendosi dietro ai likes, un mondo che non sta realmente cercando un salvatore, un mondo che parla di una collettività astratta, irrealizzabile. I ragazzi di “Sindrome del dolore” parlano di loro stessi, del loro punto di vista e del loro vissuto. Una sfiducia la loro che si esprime in modo minimalista abbracciando più generi musicali.
Cresciuti con il punk, ma anche con il metal anni 80 e la new wave, la band preferisce definirsi semplicemente rock band italiana, senza restare inscatolata in alcun genere preciso. Esprimersi nel modo che sembra giusto al momento che Jim Wilde e Gi Emme ritengono giusto, senza per forza fare parte di un solo filone musicale. Così d’altronde è l’essere umano, contraddistinto da milioni di sfaccettature, troppe per essere definite con un unico termine.
Il brano “Rifiuto” è dunque il proseguimento del filone della band, che alle spalle ha già 5 album pubblicati, e ha in programma di non fermarsi, portando live il prima possibile i loro nuovi brani.
