C’è qualcosa, una impressione buona in questo disco dei milanesi Plunk Extend che ti conquista a stretto giro, ti fornisce quel catalogo sonoro che ti fa stare bene, forse l’abilità dei musicisti o della struttura generale del tutto, magari la loro propensione a emozionarci senza effetti speciali, risultando comunque imprevedibili, fatto sta che Prisma è un signor disco – onestamente un Ep di cinque tracce – ma che ci piace tenerlo negli “arrondissement” delle cose musicali fatte bene, dove l’attitudine a costruire musica come arte vera e propria ti fa sentire onesto e semplice e non “rivoluzionario a clichè”.
Storie, cinque colori, sfumature, tinte per rappresentare stati d’animo e intimità, una tracklist di rock artistico che non si perde nelle forme consuete dello sfogo, in anarchiche rapsodie di rivalsa, ma un rock poetico, molto interiore e assai elegante che va a fondo nelle percezioni d’anima come in quelle immaginifiche. Gli istinti 70antiani dei grandi concept prog Bianco, piccole intelaiature indie Nero, luoghi di cordami acustici Blu, l’innesco elettrico Rosso e la forma cantautorale psichedelica Verde, luogo concettuale e liberatorio dove la formazione lombarda abbatte luoghi comuni e si riprende i colori netti e riflessi di una quotidianità da percorrere.
Si, c’è un qualcosa, una impressione buona in questo disco, forse non sarà – per tanti – cool o di tendenza – ma ha un’anima e nessun cambio di moda potrà togliergliela. Da ascoltare specialmente in quelle giornate dove ci si chiede se quello in cui stazioniamo è veramente il luogo migliore possibile.
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