Il disco Girl like us – di due anni fa – ce le aveva presentate come un quartetto con molta strada davanti, poi il silenzio e molti interrogativi fino a questa resurrezione di nome Wild nights, e la temperatura – modificata – di quell’esordio risale bene e si fa espressione di qualcosa di buono.
Le inglesi Pins rimettono in circolazione il loro garage-pop farcito di echi vintage, la femminilità grezza di certe Sleater-Kinney, Hole, Vivian Girl e molto – ma molto – post-punk shoegaze in meno, e di conseguenza una grammatura sonora pop più risaltante e di dinamiche sviluppate; in totale undici tracce ispirate e “drogate” con strutture semplici ed efficaci per orecchi dilatati, curiosi, indaganti.
Ballate, inquietudini, a tratti crepuscolari e ancora con la nebbia di contorno, un percorso sonoro dentro il quale le quattro rockers sintetizzano molto degli anni 80,s elettrici, magari con qualche fantasmino di Siouxie Oh Lord, Too little too late, House of love che abusa retrospettive qua e la nella tracklist, ma senza mai pestarne ossessivamente le direttrici o deteriorandone i messaggi. La baldanza beat che esalta Young girl, Dazed by you, If only in contrappeso con la lisergia di Molly, determinano la frenesia dolciastra dell’intero lotto, regalandovi cose notevoli. Almeno io l’ho trovate.
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