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Interviste

“Riserve”: intervista a I BOSCHI BRUCIANO

In attesa del loro nuovo album, “RISERVE“, in uscita il 24 marzo 2023, I BOSCHI BRUCIANO pubblicano un nuovo esplosivo singolo, “AMERICA”, disponibile da venerdì 24 febbraio per Bianca Dischi e distribuito da Artist First. 

Ciao ragazzi, benvenuti su Rockon. Il vostro progetto si distingue già dal nome, I BOSCHI BRUCIANO: c’è un significato particolare dietro?

É una domanda che ci viene posta spesso. Quando scegliemmo di chiamarci I Boschi Bruciano non immaginavamo che avrebbe incuriosito così tanto la gente. 

Ai tempi eravamo completamente bloccati, ci siamo proposti l’un l’altro un infinità di nomi in inglese e italiano ma non ce ne piaceva nessuno e quelli che ci piacevano erano già editi. Un giorno abbiamo deciso di cercare su internet “provincia di Cuneo” (è da lì che veniamo) e iniziarono a comparire un’infinità di articoli sul problema degli incendi boschivi nelle nostre vallate, in quella stagione ce ne furono davvero tanti. Lo prendemmo come un segno del destino. E poi il fuoco fa molto Rock ‘n Roll.

Dopo “IL MIO FUTURO”, avete pubblicato il nuovo singolo “AMERICA”. Due brani dal messaggio potente e arrabbiato: da dove nasce il vostro bisogno di scrivere?

Molto semplicemente scriviamo perché amiamo farlo, è una necessità. C’è chi affronta la vita buttandosi sul lavoro, le relazioni o lo sport noi scriviamo canzoni.

In questo momento sentiamo il bisogno di parlare di ciò che ci circonda, di alcuni gravi problemi sociali come la diffusa disillusione della nostra generazione nei confronti del mondo del lavoro, la difficoltà nel trovare la propria strada e il degrado delle province italiane. Non siamo giornalisti, semplicemente cantiamo di ciò che ci circonda e ciò che abbiamo vissuto e sofferto.

Come si traspone e si adatta il tema della morte dell’american dream di cui parlate in “AMERICA” nell’Italia di oggi? Vi siete ispirati alla vostra realtà o qualche fatto in particolare che vi ha colpito?

AMERICA è profondamente autobiografica. Abbiamo e stiamo affrontando nelle nostre vite private una crisi dei valori. Siamo cresciuti con insegnanti e genitori che spronano continuamente a essere i migliori in tutto, ad avere scopi pratici a conquistare il mondo un euro dopo l’altro come se l’ unico fine fosse guadagnare abbastanza per raggiungere la stabilità, una serenità imperturbabile che ti permette di mettere su famiglia e fare tutto come società comanda.

Niente di più lontano dal vero! Secondo noi la “stabilità” è irraggiungibile, la vita è dinamica e non si è mai veramente al sicuro ( per fortuna?). Forse l’American Dream era un ideale realistico ai tempi dei nostri nonni nel dopoguerra o al tempo dei nostri genitori, non lo sappiamo. Ma di certo oggi rappresenta un retaggio del passato, uno schema mentale da dimenticare e che forse buona parte dei nostri coetanei già sta abbandonando.

“RISERVE”, l’album in arrivo il 24 marzo, rappresenta un momento di svolta nella vostra carriera a livello di sonorità, ma soprattutto come band: è il primo come duo. Quali sono i pro e i contro di sperimentare con una formazione ridotta?

 A dire il vero da quando siamo in due ci sentiamo molto più liberi artisticamente parlando nonostante a livello puramente tecnico le cose si complicano un po’.

Ci fidiamo l’uno dell’altro e sappiamo che per entrambi I Boschi Bruciano vengono prima di tutto. È un patto difficile da stipulare ma essendo fratelli ci è venuto naturale.

Essere un duo rispecchia un po’ la legge del “chi fa da sé fa per tre” e sentiamo che ci calza a pennello.

Il ridimensionamento della band quindi ha avuto conseguenze anche sul sound, si sentono chiaramente influenze provenienti dal rock e dall’elettronica internazionale. Sapreste consigliare dei progetti che hanno ispirato singoli e album?

I progetti che ci hanno influenzato sono tantissimi, ascoltiamo in media 4 ore di musica al giorno. Ma quelli che ci han fatto da maestri negli ultimi tempi sono: Cleopatrick, Blue Stones, Two Feet, Nothing But Thieves, Death From Above 1979, Reignwolf e ovviamente i Royal Blood.

Riuscite a dirci qualcosa di più di “RISERVE”? Cosa possiamo aspettarci?

Riserve è un album che tratta tematiche dure da digerire ma energico nella forma.

È un disco pensato per farvi ballare, cantare e soprattutto pogare! Sono 8 brani, non ci sono né synth né chitarre acustiche.

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