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Interviste

Connubio tra rap e cinema: intervista a SCIABOLA

Per chi non lo conoscesse, vi presentiamo Sciabola, una nuova promessa della scena rap italiana. Il giovane rapper, classe ’98 di origini pisane, ha voglia di prendersi tutto quello che gli spetta: inizia infatti la sua carriera a soli 17 anni, ispirato dai grandi della scena americana, riuscendo comunque a reinterpretare il genere di riferimento a suo modo. Nel suo storico Sciabola vanta collaborazioni importanti, come il singolo Royal Rumble distribuito da Universal Music Italia, ed ha avuto il piacere di aprire i live di alcuni fra i mostri sacri del rap italiano, come Nitro, Noyz Narcos, Rancore, Nayt e Psicologi

Venerdì scorso è uscito il suo ultimo singolo, Wakanda, prodotto da Rambla e distributo da Artist First. Il brano, che anticipa il suo prossimo album Primate, è un chiaro connubio fra rap e cinema. Tale fusione è visibile già dalla copertina del singolo stesso, che rimanda ad una schermata cinematografica. Sciabola, infatti, ha creato questo parallelismo fra la sua musica ed il Wakanda, la nazione che il giovane principe T’Challa deve difendere nel film Marvel “Black Panther”. Come nel film, Sciabola racconta la sua lotta personale, sputando fuori tutta la sua voglia di riscatto. Coerentemente anche con il titolo dell’album in uscita, Wakanda unisce il mondo della musica tribale alle sonorità moderne, risultando in un rap crudo e aggressivo. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Sciabola per conoscere meglio il suo immaginario di artista:

Ciao Marco! Parlaci un po’ del tuo ultimo singolo, Wakanda.
In Black Panther si racconta di questa città evoluta sotto qualsiasi aspetto, dalla minima cosa materiale alla visione che hanno gli abitanti sul modo di vivere. Volevo che la mia musica rappresentasse questo: evoluzione pura su tutti gli aspetti. Far capire che per produrre qualcosa di artisticamente valido bisogna avere tutte le carte in regola, serve del talento, passione, determinazione e un ottimo team che in primis crede nel progetto. T’challa senza il Wakanda non è niente, Sciabola senza tutto ciò che ha alle spalle rimane un semplice ragazzo che fa musica per passione. 

Cosa ti lega all’immaginario di Black Panther? Perché hai deciso di dedicarvici un brano?
Al mondo d’oggi si ascolta di più il nostro “idolo” rispetto ai propri genitori, poiché è più semplice sentirsi vicino a chi stimiamo. Black Panther e il suo immaginario riescono a trasmettermi qualcosa che va oltre l’intrattenimento: T’challa è una figura capace di trasmettermi consigli applicabili al mio quotidiano, ovviamente filtrando il tutto con la realtà giornaliera. 

In Wakanda affermi che “la musica fa da mamma”, quali sono gli artisti con cui sei cresciuto, che sentivi come guida e ti hanno spinto a intraprendere questa carriera?
Fin da piccolo ho sempre ascoltato rap senza mai immedesimarmi in quel che dicevano, poi ho iniziato ad analizzare le canzoni e in ogni artista riusciva a trasmettermi un’emozione singolare. Salmo, ad esempio, è d’ispirazione per la costruzione dei live: ho capito che l’esibizione non deve essere una cosa banale: “entro, canto e ciao”, ma puro spettacolo, dall’inizio alla fine. Mecna e Gemitaiz mi hanno fatto comprendere quanto serve la musica per esprimere le proprie emozioni. I Two Fingerz da ragazzino mi hanno fatto innamorare del concetto di rap senza etichette dove ognuno poteva esprimersi nel modo che più lo soddisfaceva. Potrei scrivere pagine intere su ogni singolo artista, la musica fa questo, trasmette. E si spera che sarà per sempre così. 

Wakanda esprime tutta la tua voglia di uscire a conquistare il tuo sogno, ma ti capita a volte di avere momenti di down, quando sembra che tutto non abbia un senso? Come li affronti?
Ogni giorno mi sveglio con la paura di fallire, con il pensiero “e se tutto questo fosse tempo sprecato?”. Ma ogni singolo crollo mi spinge a continuare per la mia strada. Se un domani mi renderò conto di non essere riuscito nel mio intento saprò che almeno ci ho provato fino all’ultimo secondo della mia vita. 

Pensi che la vita in provincia abbia plasmato/influenzato la tua arte?
Sicuramente ha amplificato la mia voglia di uscire dalla provincia. Non è facile emergere per chi, come me, abita in una piccola città. Ma rimango comunque dell’idea che il treno passa per tutti, anche nella provincia c’è una fermata, basta stare con il bagaglio sempre pronto per quando passerà quel tanto atteso treno. 

Hai aperto live di artisti affermati nel panorama italiano come Nitro, Noyz, Psicologi, Rancore… Come ti sei sentito a cantare per il loro pubblico? 
Non è mai facile cantare davanti a un pubblico non tuo, specie se fai apertura a un rapper che non è del “tuo stile”. Ho avuto un paio di live flop, ma sempre salito sul palco a testa alta e sceso con la testa ancor più alta, se non funziona vuol dire che devo migliorare alcuni aspetti. La cosa importante è far vedere che dai sempre il massimo, perché vada come vada ci saranno sempre quelle poche persone che si ricorderanno di te. Se ne soddisfi anche pochi, al prossimo live saranno sotto al palco. 

Con quale artista sogni di fare un featuring nella tua carriera?
Se parliamo di artisti italiani, ad oggi, quelli con cui sto più in fissa sono Mecna, Bresh e Giaime, senza nominare i pionieri del rap in Italia, sfido chiunque a dire di no a loro per una collaborazione. Artisti stranieri direi Anderson Paak, Travis Scott e G-Eazy. 

Da cosa trai ispirazione nella scrittura dei tuoi pezzi?
Da tutto ciò che mi circonda, in ogni pezzo parlo di me e della mia vita. In alcuni si capisce perché sono diretto, senza filtri. In altri invece cerco sempre di creare qualche “metafora”, anche per far arrivare il pezzo a tutti. Il motto “vivere male per scrivere bene” è la base di ogni cosa, ma va preso come un “vivere per scrivere”, senza mettere sempre in mezzo la sofferenza. 

La tendenza della musica attuale vede sempre più spesso la commistione di generi diversi. Pensi che sia possibile costruirsi una carriera solo con il rap o sei aperto a nuove sperimentazioni?
Ad ogni pezzo io e Rambla cerchiamo di sperimentare il più possibile, dalla scrittura alla strumentale puntiamo sempre ad evolverci alla ricerca di novità. Nel disco, in uscita a breve, abbiamo sperimentato il più possibile, sono uscito più volte dalla mia confort zone e sono più che soddisfatto. Aspettatevi di tutto. 

Dopo Wakanda, cosa dobbiamo aspettarci da Sciabola?
Un’altra evoluzione, su tutti i punti di vista. Sono un artista, il cambiamento mi rende tale. 

Intervista di Paola Paniccia

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