È la semplicità delle sue parole che spiazza. Raccontando di sé riesce a comunicare le sensazioni, i sentimenti e gli interrogativi che molti si pongono.
“Gli anni di Cristo” (Maciste Dischi/Virgin Records/Universal Music Italia) parlerà di tutto questo e di molto altro e finalmente da venerdì 31 marzo potrà condividerlo con tutti.
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Un disco generazionale, che l’artista ha scritto interamente all’età di 33 anni. Un progetto vario e potente, in cui si mette in gioco sperimentando e contaminando la sua musica, ma restando anche sempre fedele a se stesso.
Si passa dalla libertà sessuale alla ricerca di un amore non ancora conosciuto, dalla consapevolezza di storie del passato viste con uno sguardo più maturo alla difficoltà che comportano le storie a distanza. I tempi che cambiano e le aspettative che sembrano invece non mutare mai. Tutti hanno una propria storia e non bisogna sentirsi intrappolati nella vita che gli altri hanno vissuto prima di noi, “Ma noi non ci pensiamo, Beviamoci e balliamo”.
“Figli del futuro”, “Piccola” e “Luci del Colosseo”, hanno anticipato l’uscita del nuovo lavoro in studio, dando un piccolo assaggio di quello che il cantautore ha in serbo.
Mobrici, insieme alla sua nuova musica e ai brani più importanti ed amati della sua carriera, infatti, è pronto per i due concerti completamente sold out che lo vedranno questa primavera a Roma e a Milano.
“Ho avuto la fortuna di scrivere già un bel po’ di canzoni nuove a pochissimo tempo di distanza dallo scorso album – racconta Mobrici – Esattamente, in primavera, sarà passato un anno dal tour precedente e ritorno live con un album nuovo. Dopo la pandemia, avevo scelto di suonare il più possibile, con più date per ogni regione, invece quest’anno andrà diversamente, sarà tutto più concentrato. Roma e Milano, ad aprile, solo due città. Non vedo l’ora di rivedere chi mi segue e di cantare tutte le mie canzoni insieme a loro.”