LRDL2020, le date all’estero, la maniacalità e la nuova via per la musica Italiana
di Luca Bassani / Bassa Fedeltà
La qualità. La sperimentazione. L’eclettismo. Il teatro. E il POP. Obliquo.
Sono forse la band più chiacchierata dell’indie Italiano e sicuramente quella che, con i tre album pubblicati finora, ha attraversato il genere con più personalità.
Dopo anni di tour e di pubblico conquistato a suon di “Woow”, ci ha pensato il Festival di Sanremo 2020 a farli arrivare a tutti. Infatti, nella serata delle cover della 70° edizione del Festival della Canzone Italiana, La Rappresentante di Lista ha condiviso il palco con Rancore e Dardust per presentare un’originale rivisitazione di “Luce” di Elisa e Zucchero.
La sera del Festival, e il giorno seguente, mi è capitato di sentire più volte frasi del tipo: “Brava quella ragazza che cantava con Rancore. Chi è?”
Si chiama Veronica Lucchesi e con Dario Mangiaracina sono La Rappresentante di Lista.
A Sanremo, ci incontriamo sul bordo di una piscina in una giornata decisamente primaverile e con il sole caldo che sembra preso in prestito dalla loro Sicilia. Ne La Rappresentante di Lista c’è grande complicità, Veronica e Dario si intendono con una sola occhiata e la chiacchierata scivola via veloce.
Il giorno dopo la Grande Serata. Mi sembravate a vostro agio sul palco del Festival di Sanremo. Com’è andata?
V: Sì, cavolo. Io non volevo più andarmene. Ho chiesto se lo potevamo rifare.
D: È stato veramente un attimo densissimo e con tanti preparativi prima di salire sul palco. Nel dietro le quinte c’è tutta una parte di persone che nessuno evidentemente sa che esistono, sono le costumiste e le truccatrici, che fanno un lavoro incredibile, minuzioso. Ci hanno coccolato e questo è un aspetto che non mi immaginavo potesse stupirci.
L’abito di Veronica ricordava un po’ Bjork. Da dove arriva?
V: Arriva da una Maison Couture di Palermo che si chiama Casa Preti. Lo stilista è Mattia Piazza, giovanissimo, 26 anni e con una grande mente. Abbiamo riflettuto sul tema lunare perché secondo Tarek (Rancore, nda), in questa sua riscrittura, io dovevo rappresentare la Luna. I suoi versi erano un dialogo tra un marinaio che sta sulla terra o in mare e la Luna. Quindi, si guarda alla Terra da due punti di vista diversi. In qualche modo cercavamo di creare ‘Luce’.
D: Una delle ispirazioni è stata la luna nel “Barone di Münchhausen” di Terry Gilliam dove ci sono queste teste di luna con strutture metalliche un po’ futuristiche.
Quando è iniziato il vostro Sanremo 2020?
D: Circa un mese prima dell’esibizione, quando abbiamo ricevuto la telefonata di Rancore e ci ha proposto di partecipare.
Sul palco avete portato anche una coreografia essenziale ma molto ben strutturata e tutto è andato al posto giusto al momento giusto. Come l’avete vissuta sul palco?
D: Tarek è veramente minuzioso nei dettagli e questo ha assecondato la nostra maniacalità nei movimenti scenici e poi, ieri, non ci sono stati impicci. Tutto è filato liscio.
V: C’era una grande energia, passava veramente tanta elettricità tra di noi negli sguardi. Eravamo insieme devo dire.
A Sanremo ci siete arrivati di slancio con il passaggio di “Questo Corpo” dentro “The New Pope”. Immagino che ci siate arrivati anche con un po’ di orgoglio visto il tipo di produzione.
D: Viste anche le soundtrack che Sorrentino sfoggia nei suoi film! Credo che chiunque abbia scritto una canzone e abbia visto un film di Sorrentino abbia poi sognato che quella canzone potesse finire dentro uno dei suoi film. È proprio un maestro nell’accoppiare le immagini alle musiche.
V: È stato emozionante!
Ho iniziato citando l’aspetto live perché siete una band che è cresciuta con i concerti. Ormai sono circa 10 anni di attività e, passo dopo passo, avete conquistato palchi sempre più importanti. Adesso è arrivato un momento nuovo. Siete pronti a raggiungere tutta Italia con il nuovo tour de La Rappresentante di Lista?
D: Purtroppo non proprio tutta l’Italia. Manca tanto Sud, una piccola postilla da siciliano perché è sempre difficile suonare al Sud. Però sì, saremo non solo in Italia ma avremo anche la fortuna di avere due date all’estero: a Parigi e a Londra.
V: Tra marzo e aprile porteremo a termine questo ciclo di vita di “Go Go Diva”, l’ultimo disco. Cercheremo di portare ancora più in luce l’aspetto performativo, l’aspetto teatrale, perché fa parte di noi e perché altre volte abbiamo tentato di non portarlo in primo piano mentre ora vogliamo mettergli un occhio di bue sopra.
D: Mattia di Casa Preti farà anche i costumi per il tour, li ha già disegnati.
Questa seconda fase di tour è rinnovata rispetto a quanto visto finora?
D: Sicuramente, nuova produzione, nuova scaletta.
V: Abbiamo aggiunto altri brani da altri dischi.
D: L’idea è quella di dare un senso senza tragicità. Una morte a questa Diva per permetterle di trasformarsi perché è giusto che questa Diva che abbiamo portato alle stelle capisca di essere umana.
V: Dobbiamo abbandonarla per un poco e capire dove dover guardare.
Avete citato le date all’estero. Siete una band che per tipo di suoni, ma anche per percorso, ha avuto anche riferimenti che rimandano all’estero. Ricordo il Tedesco nei testi o i suoni che rimandano al Nord Europa e ai quali siete giunti dopo gli inizi folk. Riconoscete nel vostro modo di fare, questa apertura all’ascolto?
D: Assolutamente sì. In cuor nostro la nostra musica è profondamente Italiana poi magari la musica che amiamo non è esattamente “Made in Italy”. Però quello che facciamo da sempre, dal folk di “Per La Via di Casa” all’electro-queer-pop di “Go Go Diva”, è quello di ripensare una musica Italiana. Al di là delle influenze, credo che siamo radicati in un territorio.
Vi ci ritrovate ancora nella definizione di Giorgio Canali di ‘musica obliqua’?
V: sempre! È la nostra bandiera, Giorgio trovò una parola perfetta per noi.
Venite entrambi dal teatro. Come scoccò la scintilla per la musica?
D: È stato un fulmine. Non ricordo come abbiamo iniziato. Nella compagnia di attori dove lavoravamo c’erano tanti musicisti e ci trovavamo a suonare nelle pause. Da lì, per gioco, ci capitò di trovarci a scrivere delle canzoni e poi i giochi divennero seri.
I testi delle canzoni sono molto sentiti. Come li scrivete?
V: Noi scriviamo insieme.
D: Ad esempio, “Go Go Diva”, l’abbiamo scritto mettendo tutti gli appunti scritti nell’ultimo anno e mezzo in un unico foglio Word, via via correggevamo le bozze fino ad arrivare a dimenticare chi avesse fatto cosa. Ci sono alcune eccezioni come “Questo Corpo”: vivevamo in montagna, in Toscana, con tutti i membri della band e, dopo una corsa mattutina, Veronica mi recitò letteralmente tutto il testo. Era una sorta di racconto di questa donna che si faceva a pezzi e aveva un finale tragico che non abbiamo messo nella canzone. I testi li scriviamo a due mani… Si dice quattro ma ne usiamo due 🙂 .
Quindi la corsa è un momento ispiratore per Veronica?
V: Devo dire che in quel periodo la corsa è stata potentissima. Ho corso moltissimo e, mentre correvo, mi portavo un registratore e poi stavo attraversando un momento molto intenso. Riflettevo moltissimo sul corpo: il corpo femminile, il corpo politico e stavo vivendo dei grossi drammi e cambiamenti a livello personale e familiare. Quindi, quelle corse avevano un peso importante nella mia vita.
D: Secondo me la corsa ti aiuta perché ti da un ritmo, è come se fosse una partitura… Un BPM!
Avete un BPM preferito?
V: Dario ne è ossessionato in questo periodo…
D: Io faccio una ricerca continuata sui BPM. Sui 160bpm abbiamo scritto alcune delle canzoni più belle. “Guardateci Tutti” e “Questo Corpo” sono da quelle parti. 160 è una cavalcata!
La cavalcata rimanda direttamente a ciò che farete live. Dicevamo: girerete buona parte d’Italia con una produzione nuova per LRDL2020. Con quale formazione sarete in tour?
D: stessa formazione con Erika Lucchesi, Roberto Calabrese, Marta Cannusci ed Enrico Lupi. I nostri fidati musicisti. Cambierà completamente l’allestimento e poi stiamo ragionando sulla possibilità di avere degli ospiti in alcune delle serate.
Siete in pre-produzione?
V: Quasi, finita questa parentesi Sanremese ci fiondiamo dritti dritti.
In bocca al lupo!
V e D: Viva!!
Ci salutiamo.
Sarà per quel filo di trucco che portano che mi ricorda Robert Smith ma, se penso alla nuova strada che La Rappresentante di Lista sta tracciando per la musica Italiana, mi piace pensare che siano il punto di contatto tra la tradizione cantautorale Italiana e l’Art Pop che ispirò anche i Cure.
Passata l’esperienza Sanremese, La Rappresentante di Lista è tornata in TV in quanto parte del cast della nuova stagione de “Il Cacciatore” (serie TV in prima serata su Rai2) e dove Veronica interpreta Maria.
Ora, Coronavirus permettendo, è il momento del tour:
“LRDL 2020” – I CONCERTI
07/03 Livorno – The Cage
14/03 Roma – Monk *SOLD OUT
15/03 Roma – Monk
19/03 Milano – Alcatraz
20/03 Padova – Hall
26/03 Bologna – Locomotiv
27/03 Bologna – Locomotiv *SOLD OUT
28/03 Bari – New Demodé
02/04 Parigi – La Boule Noir
05/04 Londra – The Garage
10/04 Brescia – Latteria Molloy
17/04 Torino – Hiroshima Mon Amour
24/04 Senigallia (AN) – Mamamia
25/04 Firenze – Flog
