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Festival

SIREN FESTIVAL 2014: dal 24 al 27 Luglio la prima edizione a Vasto (Chieti)

SIREN FESTIVAL 2014

VASTO (CHIETI)
Piazza del Popolo

Venerdi 25 Luglio 2014
The National, Dry the River, The Soft Moon, The Drones
Prezzo biglietto 40 euro + prevendita
Biglietti in vendita a questo link > http://bit.ly/1dbTFo8

Sabato 26 Luglio 2014
Mogwai, John Grant, Fuck Buttons, Tycho, Alexis Taylor
Prezzo biglietto 35 euro + prevendita
Biglietti in vendita a questo link >> http://bit.ly/1kZm3jb

Prezzo abbonamento (venerdi e sabato) a 60 euro + prevendita
Biglietti in vendita a questo link >> http://bit.ly/1eH2et9

Una cornice unica, una città storica affacciata sul mare che grazie alla sua invidiabile posizione negli anni si è affermata come uno dei luoghi più affascinanti del centro Italia. Sarà Vasto con le sue spiagge, i caratteristici vicoli del centro e le piazze che si affacciano come terrazze sul mare ad ospitare, dal 24 al 27 luglio, la prima edizione del Siren Festival. Non una serie di concerti, ma un vero festival: 3 giorni di divertimento e relax, dj set, proiezioni di film, concerti e ottimo cibo.

Il nostro consiglio è di viverla così: prendetevi due giorno di ferie, mettete in valigia costume e frisbee, e preparatevi a godervi giornate di mare, aperitivi rock’n’roll al tramonto,ottime cene in osterie che stiamo accuratamente scegliendo per voi, grandi live, dj set notturni sulle spiagge e proiezioni al chiaro di luna di film e documentari musicali.

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FUCK BUTTONS

Andrew Hung e Benjamin John Power arrivano in Italia per presentare finalmente seguito, ‘Slow Focus’ uscito via ATP Recordings (goodfellas) e acclamato dalla critica e dal pubblico come uno dei migliori album del 2013.

Ci sono eventi che possono cambiare il destino di un gruppo indipendente: un’apparizione eclatante o una raccomandazione impeccabile possono fornire gli strumenti necessari a spiccare quel tanto sospirato volo. Per i Fuck Buttons il momento topico è stato la pubblicazione del terzo album intitolato “Slow Focus” – ancora per il fidato marchio ATP Recordings.
Dopo la svolta apparentemente più friendly di “Tarot Sport” del 2009 – làddove i ritmi erano divenuti più nevralgici e l’ipotesi dancefloor affatto remota – è arrivata la cerimonia d’apertura dei giochi olimpici del 2012, nella cornice suggestiva e spettacolare della capitale inglese. Scelto dal regista dello spettacolo inaugurale Danny Boyle su diretto suggerimento degli Underworld, il duo di Bristol si è ritagliato uno spazio vitale nella kermesse che ha aperto la manifestazione, in un gioco mediatico che ha creato un lasciapassare alla notorietà su più ampia scala.

Ci sono voluti ben quattro anni per poter ascoltare il nuovo album, Benjamin John Power ed Andrew Hung hanno impiegato il tempo necessario a dare un successore al premiato dittico che ne aveva costruito la piccola leggenda. C’è una regola fondamentale nella loro musica, lo scambio di informazioni in diretta. I due hanno composto ‘from scratch’ tanto per usare la terminologia cara ai colleghi d’oltreoceano. Nessuno scambio serrato di file, ma una dimensione che rispettasse il più possibile l’intensità dei loro live, dove le macchine sono analogiche, le percussioni reali e l’impianto fisico insindacabile. “Dobbiamo essere sempre nella stessa stanza quando occorre scrivere e comporre”.

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TYCHO

Nulla di strano che la musica targata Tycho, pur immersa pienamente nella civiltà del digitale, abbia una fortissima componente cinematica: negli anni infatti Hansen ha sviluppato parallelamente all’attività di musicista anche quella di designer (sotto la sigla ISO50) combinando spesso e volentieri le due arti, caratterizzandole entrambe con una visione estetica molto particolare: brillanti colori primari che vengono immersi in malinconie nebbiose e delicate. Vale per i suoi lavori grafici, come modus operandi, ma vale anche e soprattutto per le sue creazioni sonore.

Non è solo questione di lavorare su toni e registri, comunque. Nella musica di Tycho, già col suo album d’esordio del 2004 “Sunrise Projector” (poi rieditato due anni più tardi, aggiungendo ulteriori tracce, col nome “Past Is Prologue”) ma ancora di più con l’attuale “Dive”, è possibile cogliere in filigrana non solo il suo amore per caposaldi dell’elettronica intelligente come i Boards Of Canada ma anche la sua passione, nata già nell’adolescenza, per il prog rock, quello di impronta più onirica e visionaria: “Le mia canzoni sono artigianato del futuro, un artigianato però che ha più da spartire col nostro passato che col nostro presente”. Sospensioni e vertigini spazio-temporali di pura classe.

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