Articolo di Alessandro Cebrian Cobos
Alla fine di True Sorry, dopo fraseggi pieni di note e intensità, dopo momenti in cui sembra che stia per appoggiare la tromba e lasciar perdere, Ibrahim Maalouf fa una lunga pausa prima di suonare le ultime tre note. Sta prendendo coraggio: se il pezzo descrive la difficoltà di chiedere scusa sinceramente, il finale è quel momento in cui non resta che fare la cosa più ovvia e difficile: dire “scusami”.
Ce lo spiega, anche se non ce n’è veramente bisogno. In 25 anni di carriera ha saputo costruire uno stile tanto narrativo, tanto contaminato da influenze e generi, da diventare cinematografico. La storia che racconta traspare dalle sue note, senza bisogno di parole.
Magari non è ancora conosciutissimo in Italia, ma è riconosciuto internazionalmente (collaborazioni con Sting, Angélique Kidjo, Marcus Miller). Vista questa sua versatilità sembra un po’ prudente la scelta di JazzMi di portarlo al Teatro del Verme a Milano con “Quelques Mélodies”, concerto nel quale riprende suoi brani passati in versione essenziale, accompagnato solo dal chitarrista François Delporte. Presto mi tocca ricredermi, per due motivi.
Il primo è la personalità di Maalouf: racconta molto dei suoi pezzi, scherza, fa partecipare il pubblico che, con qualche titubanza di chi si aspettava un’esecuzione più abbottonata, canta, batte le mani, illumina la sala buia con le torce dei cellulari.
il secondo è la sua straordinaria abilità espressiva. Sa evocare atmosfere precise e modulare la tensione in una maniera rara tra gli strumentisti. Coesistono fluidamente la sommessa Red & Black Light con l’energica Esse Emme, ospite il giovanissimo Mihai Pîrvan al sax.
La struggente All I Can’t Say ci fa pendere dalle sue labbra fino allo svanire dell’ultima eco dell’ultima nota, dopodiché scrosciano gli applausi. Viene da sperare che questo successo porti nuovamente Maalouf in italia, magari per presentare quel suo repertorio più ibrido che l’ha reso tanto popolare in Francia e nel mondo.
IBRAHIM MAALOUF – La scaletta del concerto di Milano
Intro
Ana Fii Intizarak (cover di Umm Kulthum)
True Sorry
Will Soon Be A Woman
Red & Black Light
Happy Face
Esse Emme ft. Mihai Pîrvan
All I Can’t Say
