In un piovoso lunedì sera il concerto di Damien Jurado è un balsamo per il cuore.
Sono piacevolmente stupita nel trovare l’arci Bellezza gremito nonostante il tempo avverso. L’atmosfera è calda e intima, luci soffuse e sedie disposte a mo’ di teatro.
Damien arriva da Seattle per presentare il suo ultimo, e forse più introspettivo album intitolato The Horizon Just Laughed, uscito lo scorso maggio per Secretly Canadian.
Lungo la strada verso il concerto riflettevo su quanto sia ancora poco conosciuto e sottovalutato questo grande artista in Italia, nonostante la sua vasta discografia. Con ben 17 album all’attivo, Damien è uno dei songwriter americani più costanti e produttivi della scena indie folk dal suo esordio nella metà degli anni novanta, sotto Sub Pop Records.
Tuttavia resta ancora di nicchia, che non dispiace in fondo.
Alle 21:30 sale sul palco Naomi Wachira: dal Kenya a Seattle a Milano, per portare il sole con il suo sorriso. Naomi è una grintosa ragazza che condivide con Damien non solo la città, ma anche una grande amicizia e la produzione del primo album omonimo del 2014. Indossa abiti coloratissimi, converse All Star e ha i capelli rasati come Skin. La sua voce ricorda Tracy Chapman e Nina Simone, dalle quali ha ereditato la tradizione afro e blues. Composta, con il portamento austero delle regine africane, Naomi imbraccia la chitarra e scuote gli animi con la sua voce calda e arrabbiata quando canta I’m Alive, Burn Me, I Am a Woman e Beautifully Human dall’ultimo album del 2017, Song of Lament.
Allo scoccare delle 22:15 sale sul palco Damien Jurado accompagnato dal chitarrista Josh Gordon. Pochi fronzoli, palco al limite dell’essenziale. Solo due sedie, due chitarre e una scaletta che stravolgeranno man mano durante l’esibizione. Senza dire una parola aprono il concerto con Allocate, primo singolo estratto dall’ultimo album. Chiudo gli occhi e sono su una highway americana, con i capelli al vento, al tramonto.
Soltanto dopo la quarta canzone Damien sembra lasciarsi andare ed instaura un dialogo con il pubblico e racconta alcuni aneddoti divertenti che smorzano la malinconia. Con aria ancora stupita, racconta di quando ha suonato in un piccolo festival a Bilbao di fronte a migliaia di persone ubriache e soltanto quattro prestavano attenzione alla sua musica. Qualcuno gli ha detto che si stava annoiando e Damien ha risposto che lui stesso era annoiato!
Prosegue il viaggio attraverso la discografia passata. Josh Gordon lascia il palco e Damien suona alcune tra le sue canzoni più vecchie, tra cui Gas Station e Yuma, Az tratta dal primo album e che il cantautore introduce come “la prima canzone che abbia mai scritto”.
I fans sono attenti, silenziosi, rispettosi. Pochi i cellulari rivolti verso il palco, cosa ormai rara durante i concerti. Il pubblico è sospeso in un’atmosfera soffice e onirica, sembra voler imprimere ogni singola nota ed istante nella memoria, quasi come se sapesse già ciò che Damien avrebbe annunciato prima dell’encore: questo è l’ultimo tour per molto tempo. Non sa per quanto perché non fa programmi, ma sicuramente per tanto. Dalla sala si leva un deluso “no” collettivo che si sopisce subito quando il cantautore spiega che per decenni non ha visto altro che gli aeroporti, gli hotel e le location dei concerti. Non ha mai visitato un museo, ci è riuscito per la prima volta solo qualche giorno fa. Non rinnega la fortuna di fare il mestiere più bello del mondo, ma adesso ha bisogno di fermarsi, fare una lunga dormita e godersi la sua famiglia per un po’.
Conclude il concerto con Yuma, Az e nel modo più discreto e modesto possibile ringrazia e lascia il palco per rifugiarsi nel backstage. Accade tutto rapidamente ed in modo piuttosto surreale, lasciando il pubblico con l’amaro in bocca, ma al tempo stesso rivelando tutta l’umanità di un uomo stanco, che ci teneva però a portar a termine qualcosa nel migliore dei modi.
Restano la speranza di non dover aspettare troppi anni prima di rivederlo in giro e la consapevolezza del privilegio di aver assistito ad un concerto così intimo e cruciale.
Il tour continua con altre due date:
1/11 – Parma, Barezzi festival
2/11 – Ravenna, Bronson
Prevendite su www.vivaticket.it
Damien Jurado – scopri la scaletta del concerto di Milano
Allocate
Metallic Cloud
Percy Faith
The Last Great Washington State
1973
Marvin Kaplan
Rachel & Cali
Sheets
Cloudy Shoes
Birds Tricked Into the Trees
The Novelist (Richard Swift cover)
A.M. AM
And Loraine
Gas Station
And Now That I’m in Your Shadow
Working Titles
Yuma, AZ
