Dopo “Parole sulla Pelle”, “Le Code degli Aeroplani” è il secondo singolo tratto dall’album “IL PEZZO MANCANTE” (album già pronto, la cui pubblicazione sulle piattaforme streaming, è programmata subito dopo l’estate).
La struttura musicale degli “Aeroplani” è forse tra le più leggere e lineari della produzione di Dado Bargioni, il testo, in bilico tra semplicità disarmante ed avanguardismo, è tra i più poetici fin qui scritti dal cantautore alessandrino.
«L’ispirazione è arrivata improvvisamente al lavoro, mentre alla finestra osservavo in cielo le lunghe scie bianche che rigavano il blu intenso di un venerdì pomeriggio soleggiato. Un istantaneo rewind che mi ha catapultato indietro nel tempo. Una visione di me bambino, sognante, che volava alto di fantasia (seduto sulla grande terrazza accanto al nonno “viaggiatore”) e che inconsapevolmente stava seminando quelle suggestioni che anni dopo avrebbero popolato questo testo. “Dove andranno tutti quegli aerei?”, “Qual’è l’esatto momento in cui quelle strisce si fondono con le nuvole?”».
Echi di Chagall e di Magritte nella versione per immagini di questo nuovo singolo di Dado. Come nei tratti distintivi di Marc Chagall, anche qui i protagonisti appaiono sospesi a mezz’aria. Li ritroviamo nuovamente tra raffigurazioni oniriche e nelle ironiche citazioni di signori distinti (con ombrello) che scendono lentamente da un cielo nuvoloso, proprio come usciti da un dipinto di Magritte. Il video, girato con la tecnica dello “stop motion”, è stato realizzato interamente (idea, disegni e montaggio) dallo stesso Dado Bargioni (come era già avvenuto per quello di “Parole sulla Pelle”). Dopo aver registrato live, su vari livelli, i disegni di tutti i movimenti delle nuvole sullo sfondo, sono stati montati in sequenza animata diverse foto per creare quel particolare effetto cartoon.
Registrata e pre-prodotta in parte al MONO STUDIO di Milano viene quindi arricchita ed ultimata, nella sua veste attuale, insieme al produttore e musicista Luca Grossi, presso FLAT SCENARIO. Luca sviluppa, sotto la guida di Dado, la scrittura di un’orchestrazione fatta di sintetizzatori ed archi che ci fanno respirare le atmosfere dei migliori film della commedia italiana anni ’80 (“Mia moglie è una strega” scritta da Detto Mariano o le atmosfere più jazz delle soundtrack di Piero Umiliani) e del cinema americano (il Randy Newman delle parentesi Disney).
In studio, oltre a Dado e Luca, hanno suonato amici e straordinari musicisti: Fulvio Ferrari al piano (Luca Carboni), Dario Vezzani al basso ed Emi Pierro alla batteria (entrambi membri e sezione ritmica dei Ridillo), al violino la cantautrice Chiara Giacobbe.
Dado Bargioni, musicoterapista/cantautore nato anagraficamente a cavallo fra la pianura e le colline nel cuore del Monferrato, ma artisticamente un songwriter cresciuto assimilando il sound prodotto tra Londra, New York e la west coast degli anni 70 e 80. Uno spirito di confine, come le sue canzoni.
Tra gli ARTISTI di RIFERIMENTO possiamo citare il Paul McCartney di Distractions, una tocco “morbido” alla Norah Jones, una vena poetica alla Niccolò Fabi e un intro di acustica come se lo svedese José Gonzalez flirtasse con Mannarino.

