Si intitola “Mi sento bene” il singolo d’esordio di Munendo: accompagnato da un videoclip ufficiale, questo singolo descrive una condizione molto particolare dell’artista: “È un brano scritto una settimana dopo che ci avevano spiegato che era il caso di restare dentro casa, quando ancora non avevamo familiarità con termini come “congiunti” o “distanziamento sociale”.
Una condizione surreale che in quel momento mi ha messo davanti agli occhi la distanza tra gli esseri umani e quanto sia difficile da gestire. Capire che il tempo stava rallentando eppure continuava a passare mentre le persone non potevano stare vicine come prima”.
Lucio Dalla – Futura
Futura è a mio parere una delle canzoni più belle che siano mai state scritte. Una canzone che racconta un’unione all’interno di un mondo diviso e incerto sul domani. Una situazione per certi versi molto simile a quella che stiamo vivendo attualmente, ma raccontata attraverso gli occhi e la voce di uno degli autori più geniali che questo paese abbia mai conosciuto. Lucio riesce a mettere tutto in questo brano: paura, gioia, speranza, amore, incertezza, violenza, semplicità.
Fabrizio De André – Un Chimico
Un chimico è una delle canzoni che più apprezzo di De André. Senza venir meno al suo stile classico racconta una storia amara di un uomo che non è in grado di comprendere l’amore perché non risponde a leggi esatte come quelle della chimica, appunto. Non riesce a comprendere chi soffre per amore (” Voi che uscite all’amore, che cedete all’aprile Cosa c’è di diverso nel vostro morire”), nonostante è evidente che vorrebbe essere in grado di provare quel sentimento. Non riuscirà a decifrarne le leggi, perdendo la vita “in un esperimento sbagliato”.
Francesco Baccini – Le donne di Modena
Un brano dall’album “Il pianoforte non è il mio forte”, che consacrerà Baccini a livello nazionale, in cui vengono elencati gli stereotipi sulle donne di quattro importanti città italiane (Modena, Genova, Napoli, Padova) con la consueta ironia che ha contraddistinto lo spirito del cantautore genovese fin dagli esordi e che mi ha sempre appassionato. È una canzone che passa dal semplice piano e voce, passando per il reggae del ritornello e aggiungendo delle sfumature più rock.
Daniele Silvestri – L’uomo col megafono
Quando vidi per la prima volta Silvestri sul palco di Sanremo presentare questa canzone sottolineando il testo con dei cartelli che sfogliava mentre cantava non immaginavo che sarebbe diventato la mia principale influenza musicale. Questo brano rappresenta molto bene buona parte della sua qualità con un testo pieno di impegno e sofferenza e un ritornello che apre verso l’alto. Nella versione studio ci sono Faso e Cesareo degli Elio & Le Storie Tese nei ruoli di chitarra basso e chitarra alto (così direbbero loro stessi) e questo non fa che rendere il brano ancora più maestoso alle mie orecchie.
Gianna Nannini – Fotoromanza
Anche qui c’è una bella dose di ironia (è una cosa che amo sempre quando ben dosata). La Nannini aveva già fatto colpo con America qualche anno prima parlando di autoerotismo al femminile (uno dei rarissimi casi degli anni 80 insieme alla meravigliosa Caffè Nero Bollente di Fiorella Mannoia) e con Fotoromanza mette in piazza tutti gli stereotipi delle struggenti relazioni amorose. Ho amato da sempre il groove di batteria synth molto 80’s della strofa in contrasto con l’apertura estremamente melodica del ritornello. “Questo amore è una camera a gas” è un verso fantastico.

