É uscito a settembre per Piuma Dischi / Hukapan e in distribuzione The Orchard il nuovo singolo di Elton Novara, dal titolo “Frantumi“, un nuovo capitolo che è anche un messaggio per l’essere umano dei nostri tempi; quello che rincorre proprio quei tempi, la cui priorità è sopravvivere, o almeno provarci, facendosi, però, risucchiare da un circolo vizioso in cui la propria vita si nullifica.
Noi volevamo conoscere meglio questo personaggio del milanese, e gli abbiamo chiesto quali fossero i suoi cinque brani preferiti, e tra questi convivono Ambra Angiolini e gli Who. Ecco com’è andata!
BLUE, RED AND GREY – The Who
Da teenager malinterpretai un’intervista di Pete Townshend, l’artista per distacco più importante nella mia vita, trovata su un polveroso sito internet e pensai per anni che questo inno alla vita per voce ed ukulele fosse, invece, un brano sul suicidio e sull’alcolsimo (queste tematiche infettavano invece tutto il resto del meraviglioso album The Who By Numbers che ospitano questa gemma misconosciuta). La ascoltavo terapeuticamente da cd quando tornavo a casa completamente ubriaco il sabato sera, tra una verifica di greco ed una lezione di chitarra nella scuola del paese, ricavandone un calore che non ravvisavo in alcun rapporto umano di cui avessi mai avuto esperienza. È anche l’unico brano che mi piace suonato con quello strumento del cazzo che è l’ukuele (ai miei allievi di ukulele: scherzo!).
LOADED – Primal Scream
La mia ossessione per il campionamento nasce da questo colossal da ecstasy; ho provato a darvi voce nel mio brano STRINGAMANI, usando Fantozzi al posto di Peter Fonda. Il basso McCartney in versione sexy, le schitarrate da locale notturno, le congas da orgasmo, sopra a tutto IL. GROOVE. Fosse per me ogni brano poggerebbe su un campionamento di Clyde Stubblefield.
SOGNO O SON DESKTOP – Elio e Le Storie Tese
Un brano angosciante ed oscuro, un incubo in quel cassettino inquietante che è Craccraccriccrecr, il primo disco che io abbia mai acquistato. Come può un brano con un titolo simile evocare vibrazioni così tristi? Prostitute laconiche, un narratore scollegato ed apatico, vicoli bui e forse pericolosi e sventagliate horror di chitarra elettrica mi aprirono le porte del mondo che stava dietro ll Vitello dai Piedi di Balsa e John Holmes, un mondo che in grande parte ancora abito.
WATERFALL – Stone Roses
Quel riff fatto con la Gretsch è qualcosa che sembra arrivare da dentro una cascata sulla luna, unita alla sezione ritmica beatlesiana ed alla voce stonata e sgraziata di Ian Brown mi fece capire, verso i 18 anni, che la guitar music non era finita con i Van Halen. Non ho mai voluto far parte di una band, ottenere un collettivo che riesca a generare un suono come quello degli Stone Roses, il classico ma rarissimo ensamble il cui totale è superiore alla somma delle parti, è qualcosa che ho sempre visto come così raro e prezioso che, l’avessi mai avvicinato, avrei avuto paura di toccarlo per non romperlo. È così che guardo a quella che per me è l’ultima vera band, 4 elementi inscindibili ed equamente importanti, simbiotici. Reverenza ed ammirazione.
T’APPARTENGO – Ambra Angiolini
Poca ironia e poca simpatia, il ritornello di questo pezzo è DEVASTANTE. Testo scabroso a parte, mi gasa anche l’episodio rap delle strofe, per me questo pezzo vale più di quello che sento in qualsiasi playlist Spotify (sempre se riesco a far finta di non sentire le parole). L’assolo finale poi, tamarro ed ignorante fino alla stupidità, mi fa talmente godere che ne ho fatto un marchio di fabbrica, tanto da essere arrivato a suonarlo per motivi di lavoro anche 5 sere a settimana, per anni, e finanche davanti a migliaia di persone al MIAMI festival… senza mai stufarmene.

